Selezione regolare quella con la quale il Comune di Eboli ha affidato l’incarico dirigenziale del Piano di Zona.
Lo ha sentenziato il Tar della Campania, sezione di Salerno, che ha rigettato il ricorso presentato da uno dei candidati, inserito al secondo posto della graduatoria finale.
E’ l’ennesimo episodio giudiziario nel quale il Comune di Eboli si segnala per la trasparenza degli atti, nonostante una pervicace azione fatta di ricorsi, segnalazioni ed altro, ma che alla fine si sono risolti nella classica bolla di sapone sotto la scure delle decisioni dei Tribunali che sistematicamente sentenziano la legittimità degli atti comunali di Eboli. «Non avevamo dubbi, in questa occasione come nelle altre – commenta il sindaco, Massimo Cariello – circa la trasparenza dei nostri atti e la regoloarità di provvedimenti di un’Amministrazione comunale che ha fatto della legalità la sua bandiera».
Il ricorso, respinto dal Tribunale Amministrativo, puntava ad invalidare l’elenco dei candidati ammessi alla selezione per titoli e colloquio per l’affidamento dell’incarico di Responsabile dell’Ufficio di Piano Ambito S/3. Si trattava di un avviso pubblico mediante selezione per titoli e colloquio, con la garanzia, per le comunità, che il candidato prescelto avesse almeno 5 anni di servizio prestato nel settore Politiche Sociali in un ente locale, con funzioni dirigenziali o di alta specializzazione e capacità professionale dimostrata. Un volta conferito l’incarico, era partito il ricorso, rispetto al quale il secondo piazzatosi aveva proposto opposizione, chiedendo l’annullamento della graduatoria ed il Comune di Eboli si era costituito in giudizio. «Incarichi, avvisi ed affidamenti emessi dal Comune di Eboli sono nel solco della totale legittimità – dice ancora il primo cittadino di Eboli -. Non solo in questa occasione, ma anche in passato, la totalità delle azioni proposte contro gli atti del Comune di Eboli hanno avuto il solo risultato di rallentare l’azione in favore dei cittadini e frenare i flussi di risorse a disposizione delle famiglie ebolitane. C’è un’azione diretta contro lo sviluppo del territorio e della città, un’azione che spesso segue personalismi sfrenati e penalizza le fasce più deboli della popolazione».