E’ fissata per mercoledì 16 novembre, alle ore 11, nella Sala Giunta del Comune di Salerno, la presentazione della XIV edizione del Festival Internazionale Pianistico “Piano Solo”, promossa dai pianisti Paolo Francese e Sara Cianciullo, sotto l’egida, del Comune di Salerno con la collaborazione di Alberto Napolitano Pianoforti. Nel corso della conferenza cui parteciperà in rappresentanza dell’amministrazione comunale il delegato alla cultura Ermanno Guerra, unitamente agli organizzatori, verranno illustrati i tre appuntamenti, che verranno vissuti nell’ormai abituale e prestigiosa sede che è il Salone dei Marmi, punti chiave di un cartellone che vedrà a confronto il magistero italiano, tedesco e russo. Il concerto pubblico, il recital può divenire un momento particolare della vita culturale, e può essere un qualcosa di qualitativamente non riducibile ad alcun altro; lo è quando il suono, in questo caso del pianoforte, strumento solista per eccellenza, diventa non solo portatore, ma rivelatore di tutte le ricerche fenomenologiche, storiche, critiche.
La Salerno musicale ha ormai da ben oltre dieci anni, protagonista assoluto, in un questo festival di caratura internazionale il pianoforte, uno strumento che racchiude in sé una parte vastissima della storia dell’Uomo, le sue doti creative, l’abilità tecnica, le emozioni, i pensieri. Lo ha in uno spazio simbolico che è il cuore civico della città, secondo le molteplici valenze che caratterizzano il suo ambito culturale, ponendosi come “spazio aperto” a una migliore sinergia con i cittadini, e con iniziative strategiche di ampio respiro e in condivisione. Un concetto di accessibilità incorpora in sé molteplici significati e accezioni, che vanno dagli aspetti più propriamente fisici e tecnici, fino ai temi della fruibilità del patrimonio culturale da parte della collettività. Fruibilità, intesa come strumento per favorire l’accessibilità a luoghi identificato con ben altro e trasformato eccezionalmente in sala da concerto, diventa potente leva di sviluppo, che contribuisce così a ulteriori riflessioni sulla conoscenza e sulla valorizzazione del nostro patrimonio.
La direzione artistica del Festival, ha inteso calare sia i solisti che il pubblico, in quella profonda e vitale sensazione di ebbrezza, che si prova trovandosi ad essere “voce sola”, sul palcoscenico, la sensazione di essere trasportato dal sostegno dell’uditorio e sfidato dal suo commento, essere ispirato e creare al tempo istesso, una massa di suono d’infinita varietà, sensazioni inebrianti da vero conquistatore.