Piano Solo Festival, Pierre-Laurent Boucharlat in concerto venerdì 17 a Palazzo di Città.

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Dopo il concerto inaugurale nel segno della letteratura musicale spagnola offerto da Rafael Salinas, secondo appuntamento venerdì 17 maggio ore 19, nel Salone dei Marmi di Palazzo di Città per la XII edizione del Festival Internazionale Piano Solo, firmato da Paolo Francese e Sara Cianciullo, sostenuto dall’amministrazione comunale, nella persona di Ermanno Guerra. A salire in cattedra in rappresentanza del magistero francese, sarà il pianista Pierre-Laurent Boucharlat. Saint-Saens, Faurè e Debussy nella prima parte della serata, un saggio degli umori dell’ambiente musicale francese in cui Claude Debussy operò.

Ascolteremo la “Danse macabre” di Camille Saint-Saëns col suo scenario sarcastico, danzante, effervescente, pieno di cromatismi e pizzicati che sembrano una danza di scheletri fu ispirato dal poema eponimo di Jean Lahor, pseudonimo di Henri Cazalis, che portò il compositore su una scena di sabba notturno. Liszt, probabilmente affascinato da quel pezzo che si apre con i dodici rintocchi della mezzanotte (12 re), mentre la morte appare e chiama gli scheletri a danzare, ne realizzò la trascrizione pianistica poco dopo. Una colonna sonora perfetta per un Dracula con Béla Lugosi, o un libro di Neil Gaiman che si intitoli Il figlio del cimitero, o un cartone animato di Walt Disney dedicato a Hänsel e Gretel, cosa che di fatto si è realizzata, portando la fama di questo suggestivo pezzo attraverso il tempo. Di Gabrielle Fauré, il pianista eseguirà la Barcarolle n°4 op.44, in cui si opta per una sorta di ritorno al Classicismo, che purtuttavia gli permette una rilettura personale di forme, appunto classiche, per quindi omaggiare Claude Debussy con il Docteur Gradus ad Parnassum, che apre i Children’s Corner, uno studio monotematico e tripartito. L’intenzione satirica, evidente nel titolo, è nella musica molto tenue e non tocca mai il limite della caricatura. Nessun riferimento diretto al Gradus ad Parnassum di Muzio Clementi, ma, semmai, al primo Studio dell’op. 45 di Heller, molto conosciuto all’inizio del secolo. Quindi si passerà a Ballade slave una pagina romantica e trasognata. La prima parte della serata sarà chiusa da una Toccata di Pierre Sancan, che ha cercato di conciliare le tecniche performative contemporanee con il linguaggio armonico di Debussy, un compositore di cui Sancan era un esperto interprete. La seconda parte del programma, verrà interamente dedicata all’esecuzione dei Quadri di una esposizione di Modest Musorgsky, pagina pianistica che possiede in nuce una grande quantità di colori, ispiranti una notevole varietà di timbri, atti a far lievitare forme orchestrali, realizzate, poi, da Ravel. Il compositore russo scrisse il suo capolavoro nel 1874, ispirandosi ai quadri ed acquerelli del pittore ed architetto Victor Alexandrovich Hartmann, cui era legato da profonda amicizia. Entrambi appartenevano al “Gruppo dei Cinque” e aspiravano ad un’arte legata alle radici culturali della loro terra, al suo folklore ed alle sue tradizioni, rifiutando influenze straniere. Durante la visita alla mostra, dedicata appunto ad Hartmann, un anno dopo la sua scomparsa, Musorgskij rimase affascinato dalle opere ed in tre settimane, tra giugno e luglio, scrisse l’opera, che verrà pubblicata postuma solo sei anni dopo la morte del compositore.

L’opera è composta da sedici brani, dieci ispirati ai quadri e cinque Promenades, che rappresentano il movimento dell’osservatore da una tela all’altra ed uno ad uno. Le Promenades, chiaramente riconoscibili, presentano tutte lo stesso tema con variazioni più o meno marcate, quasi a far risaltare l’emozione del visitatore per il quadro appena visto e l’attesa per quello successivo, e fungono da elemento di coesione dell’opera basata su forti contrasti tra i vari soggetti. La prima Promenade ci porta davanti al ritratto inquietante e demoniaco dello Gnomus (in origine uno schiaccianoci), un piccolo gnomo deforme immaginato in una danza grottesca tra urla e balzi tra le ombre. La seconda Promenade, dai toni più dolci rispetto alla prima ci guida fino alle porte de Il vecchio castello; un’immagine che descrive una torre medievale, probabilmente dipinta da Hartmann durante un viaggio in Italia, ai cui piedi un menestrello canta una serenata. Il primo tema è un cantabile nostalgico, il secondo è elegiaco, mentre il terzo, dal ritmo lentissimo, a poco a poco, svanisce. La terza Promenade è eclatante e ci introduce alle Tuileries. Questo movimento dal tono giocoso e spiritoso descrive dei bambini che giocano nei Giardini delle Tuileries di Parigi. Si passa, senza “passeggiata”, a Bydlo. Una musica grave e ritmata descrive con un crescendo iniziale, un lento degradare ed un pianissimo finale, l’incedere pesante di un carro trainato da buoi (bydlo in polacco) lungo il suo inesorabile cammino. Una quarta Promenade, leggera, quasi in punta di piedi, ci porta al Balletto dei pulcini nei loro gusci. Un brano pieno di humor dove lo scorrere delle note richiama i pigolii ed il tipico zampettare dei pulcini. Di nuovo senza “passeggiata”, il brano Samuel Goldenberg & Schmuyle. Musorgskij unisce due quadri con un unico brano che descrive la conversazione tra i due personaggi ebrei polacchi. La quinta Promenade, praticamente identica alla prima, arriva Al mercato di Limoges, grande scena di animazione popolare, festosa di colori per la quale Musorgskij immagina i dialoghi buffi tra i popolani. Ad un tratto la musica piomba bruscamente negli abissi delle Catacombae con un brano lentissimo dai forti contrasti dinamici quasi a voler simulare il suono di un organo. Cum mortuis in lingua mortua rappresenta la “passeggiata” del compositore tra le Catacombe. E’ una variazione sul tema della Promenade. L’ispirazione, in questo caso, non viene da un quadro, ma è un momento dedicato al ricordo ed ai pensieri di Musorgskij sulla morte dell’amico Hartmann. Da una antica fiaba russa irrompe La capanna sulle zampe di gallina, la casa della strega Baba Yaga. La musica incalzante, cupa e minacciosa raffigura la strega che volteggia in aria con la sua scopa per riapparire e lasciare il passo al brano finale, La grande porta di Kiev, ispirato ad un progetto dello stesso Hartmann che non vide mai la luce. E’ costituito dallo tema delle Promenade, in forma epica e grandiosa a descrive la magnificenza dell’edificio, alternato ad un corale di tipo religioso, fino alla spettacolare conclusione.

 

 

Biografia: Pierre-Laurent Boucharlat, ha tenuto il suo primo concerto con orchestra all’età di 13 anni e il suo primo recital solistico all’età di 15. Dopo aver vinto il premio alla Music High School di Lyon, è ammesso con giudizio unanime della commissione al Troisième Cycle a Prigi, nella classe di Monique Deschaussées, allieva di Alfred Cortot and Edwin Fischer. Vincitore di numerose competizioni internazionali (Spedidam Prize, Darius Milhaud Prize), la sua carriera si consolida nel 2000, quando il suo CD con incisione live dei 24 Studi di Chopin riceve recensioni entusiastiche in Piano Le Magazine. Da quel momento è regolarmente invitato a tenere concerti in Europa (Russia, Germania, Svizzera, Italia, Spagna, Belgio, Grecia, Repubblica Ceca, Polonia, Turchia, Macedonia), Asia (Kazakhstan, Siberia) e America (Stati Uniti, Canada, Messico) sia come solista che con Orchestra. Ha collaborato con riconosciuti musicisti quali Pascal Amoyel, Vadim Tchijik, Philippe Bernold, Emmanuelle Bertrand, David Bismuth, Nicolas Dautricourt, Florent Héau, Mark Drobinsky, Hugo Ticciati, Archimede Quartett, e la Wiener Kammersymphonie; nonché eminenti direttori d’orchestra quali Claudio Cohen (Brazil), Gilles Colliard (Switzerland), Alessandro Tortosa (Italy), Eduardo Armbatsoumian (Russie), Michaïl Benyumov (Russie), Jean-Marc Cochereau (France), or Andrea Barizza (Italie). Nel 2005 ha fondato l’ensemble cameristico Ensemble Promethée. Si esibisce regolarmente come solista con Orchestra, tra le altre sono degne di menzione la Symphonic Orchestras of Krasnoyarsk (Siberia), Morelia (Mexico), Thessaloniki (Greece), Bryansk (Russia), Astana (Kazakhstan), e la Garde Républicaine (Francia), spesso suona con Chamber Orchestras e l’ Orchestre de Chambre de Toulouse (France), la  Baltic Neopolis Orchestra (Poland), la Camerata du Rhône (France), and the Ensemble Artemus (France). Sue esecuzioni dal vivo sono trasmesse in radio e television in Francia (France 2, France 3 and TLM) ed in Europa; la sua collaborazione con la musicista Anne Roumanoff e il famoso scrittore Eric-Emmanuel Schmitt  ha prodotto nel 2014 una importante pubblicazione per la casa editrice francese Albin Michel.

La sua discografia comprende, oltre a questo recente lavoro, molti CD dedicati al repertorio solistico beethoveniano, a Schumann, Mussorgsky e Liszt; nonché l’album “The Slave Soul”, incisione dal vivo per voce e pianoforte con il mezzosoprano Elena Sommer. È Direttore Artistico di riconosciuti festival musicali in Francia.

 

 

Prossimo appuntamento: Serata beethoveniana, quella di martedì 21 maggio, che saluterà ospite Maria Letizia Michielon. La sua colta scelta si è fermata sulla sonata n° 15, op. 28, detta “Pastorale”, la cui novità consiste nel colore particolarissimo e nell’andamento danzante nel finale, e sulla prima e la terza dell’opera 31, segnate da una prodigiosa plasticità di rappresentazione palpabile, però, nella microforma, battuta per battuta, nota per nota, dove tutto dovrà assumere vivacità di significato.