Prenderà il via il 15 dicembre 2017, presso il Campus di Medicina di Baronissi (SA), – aula delle Lauree – dalle ore 09:00, il Convegno “Salerno: Percorso Femore Tempo Zero. Il Primo Anno”.
La Struttura complessa della Clinica Ortopedica Azienda Ospedaliera – Universitaria “OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona”- , diretta dal prof. Nicola Maffulli, professore Ordinario di Ortopedia e Traumatologia al Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria “Scuola Medica Salernitana”, Università degli Studi di Salerno, dall’inizio dell’anno ha intrapreso, nell’ottica di una stretta collaborazione con la componente ospedaliera, il progetto Percorso Femore: attesa zero.
Tale progetto ha avuto lo scopo di riportare l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi ai livelli di performance richiesti dai nuovi Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) ministeriali, che fino al 2016 erano estremamente penalizzanti per l’Azienda ed il territorio tutto, con notevoli ripercussioni sui Pazienti.
Il progetto è ora alla prova ed alla valutazione del primo anno di vita: i risultati finora raggiunti sono a dir poco stupefacenti per il notevolissimo incremento del numero di pazienti over 65 con frattura di femore operati entro le 48 ore dall’acceso in ospedale che , a fronte del 5 % del 2016 , ha raggiunto il 75% nell’anno 2017, superando ampiamente la soglia minima del 60 % richiesta dal Ministero della Salute e ponendo il Plesso Ruggi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria tra le poche eccellenze italiane che superano il 70 % dei casi.
Tale risultato è stato raggiunto grazie alla perfetta integrazione tra componente universitaria ed ospedaliera.
L’equipe di professionisti attiva sul progetto è stata assolutamente trasversale e non ha peraltro tralasciato la componente scientifica, mettendo in campo varie sperimentazioni, tuttora in progress. Fondamentale, inoltre, la collaborazione con tutte le componenti mediche ed infermieristiche che, in tale progetto, interagiscono con il paziente.
La giornata, organizzata dal prof. Nicola Maffulli vedrà impegnata l’intera equipe coinvolta e si discuterà con le altre realtà regionali sulle problematiche ancora da risolvere.
L’incontro sarà l’occasione, particolarmente gradita, per ribadire come un modello virtuoso di integrazione ospedale-università è possibile, anzi auspicabile, in quanto questo incontro porta inevitabilmente al raggiungimento di risultati prima impensabili, con tutte le positive ricadute sul territorio.