“Alla fine del Liceo, ero incuriosito dall’Islam, ma frequentavo la Chiesa Ortodossa. Leggendo il Corano in italiano, sentivo che a parlare era lo stesso che parlava attraverso l’Antico e Nuovo Testamento. Soprattutto, vedevo menzionato esplicitamente il fatto che Dio ha mandato profeti ad ogni popolo, ognuno nella sua lingua, ma ognuno a predicare che Dio è Uno, il nostro Signore. Finito il Liceo, vado a Londra a studiare arabo. Una sera, a un evento all’università, conosco dei ragazzi la cui dolcezza mi sconvolge. Sento che la pratica religiosa regolare, la recitazione del Corano, la preghiera cinque volte al giorno, il digiuno, ha purificato i cuori di questi ragazzi che mi dimostrano che i riti dell’Islam, lungi dall’essere meri gesti privi di efficacia, trasformano l’uomo. Quella sera capii che il momento era giunto: recito la shahadah, la testimonianza di fede, e divento musulmano. Da dieci anni sono musulmano e questo non mi ha reso meno cosentino, meno attaccato alla mia città, meno desideroso del bene per i suoi abitanti. In ogni luogo ringrazio Dio che non mi fa mai sentire lontano da Lui”. Questa lettera, è stata scritta dal ventottenne calabrese Simone Dario Nardella, laureato in arabo e studi islamici all’università SOAS di Londra, che a un certo punto della sua vita decide di convertirsi all’Islam: ” Nel messaggio del Corano vedevo tutti quegli stessi valori di spiritualità universale che avevo ricevuto come cattolico”. La lettera di Simone, intitolata “Mattinata di un calabrese atipico?”, premiata a un concorso letterario calabrese, è stata letta dalla professoressa Carmen Piermatteo Gatto, durante la conviviale rotariana intitolata “L’Islam tra di noi: il perché di una scelta”, organizzata dal presidente del Rotary Club Salerno 1949 , il dottor Vincenzo Caliendo, che ha voluto parlare di un tema molto delicato:” Un argomento che deve essere trattato con grande apertura mentale, senza pregiudizi o false verità, tenendo conto che il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, ma l’illusione della conoscenza”.
Ad introdurre la serata è stata la dottoressa Mariella Calabrese, socia del Club e zia di Simone e della sorella Federica, che ha raccontato la storia dei due ragazzi:” Entrambi laureatisi a Londra, provengono da una famiglia borghese cattolica. Hanno scelto un percorso di fede diverso che noi familiari abbiamo accettato e rispettato: in un mondo globalizzato non possiamo ignorare realtà diverse, che dobbiamo rispettare e con le quali dobbiamo convivere”. Federica Nardella che da tredici anni vive a Londra:” Attualmente sto facendo ricerca sulla musica ottomana a Istanbul, in Turchia”, ha cominciato ad interessarsi all’Islam leggendo il Corano:” Ho letto delle cose che mi hanno fatto capire che quella era la strada che dovevo seguire. Sei anni fa mi sono convertita all’Islam e due anni fa ho anche deciso di indossare il velo: non è stato facile farlo, anche per la percezione della mia famiglia e degli altri”. Commentando i versi della IV Sura del Corano, nella quale è scritto che gli uomini sono preposti alle donne, Federica ha affermato: ” Come donna musulmana non mi sento assolutamente subordinata all’uomo”. Alla serata ha partecipato anche la moglie di Simone, Nadia Siddique, laureata in arabo e inglese, con master in psicologia, nata in Inghilterra da genitori pachistani, che ha sposato da sei anni:” Ci siamo conosciuti a Londra, dove frequentavamo le lezioni di un maestro spirituale. Abbiamo due figli e viviamo a Cosenza dove lei insegna inglese e dove io, oltre a seguire un dottorato all’università di Cosenza e contemporaneamente uno in Germania, sono responsabile dei rapporti interreligiosi al dialogo della moschea di Cosenza. Dieci anni da musulmano non mi hanno reso meno umano o meno figlio della mia generazione”.
Aniello Palumbo