Patente speciale.

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da Giancarlo Sorrentino riceviamo e pubblichiamo

Questa è la storia tragicomica di una diversamente abile alle prese con il rinnovo della sua patente di guida.

Interpreti:

  • Eliana Sorrentino, diversamente  abile titolare di una patente di guida speciale;
  • Giancarlo Sorrentino, padre di Eliana e suo delegato per alcune incombenze legate al rinnovo  della patente;
  • Commissione Provinciale Patenti Speciali di Eboli (SA)
  • Adamo Maiese, funzionario della commissione provinciale patenti speciali;
  • Ufficio postale di Salerno Succ. 9

 

Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare. Confidiamo in un Paese capace di rimuovere gli ostacoli che immotivatamente incontrano nella loro vita” (Frase estrapolata integralmente dal messaggio che il nostro Presidente rieletto, Sergio Mattarella, ha letto agli italiani durante il solenne giuramento dello scorso 3 febbraio 2022 –fonte: https://www.quirinale.it/elementi/62272-.

 

Dopo la mia esperienza, il cui racconto integrale è a seguire, confido, spero e mi auguro che l’invito del nostro Presidente non resti tale e si tramuti in realtà.

 

Risiedo a Salerno e sono il padre di una diversamente abile patentata (nel senso che mia figlia è titolare di una patente speciale di guida) e, come tale, mi sono attivato per aiutarla nelle operazioni di rinnovo del documento di guida (per lei indispensabile) che è prossimo alla sua naturale scadenza (per la verità la scadenza naturale è già passata ma, complice e causa la pandemia in corso, per decreto  è stata più volte prorogata).

La prima attività è stata quella di documentarmi (via web sui siti istituzionali) su come procedere al rinnovo, visto che l’agenzia di pratiche automobiliste alla quale mi sono rivolta non effettua questi servizi.

Risparmiando il prologo, dal sito dell’ASL (https://www.aslsalerno.it/web/guest/patenti-speciali?inheritRedirect=true) apprendo che per chiedere il rinnovo occorre sottoporsi a visita medica (fin qua mi sembra ovvio) e la stessa visita medica va prenotata in un ufficio ASL di Eboli.

A questo punto, dal momento che non si tratta ancora della visita, ma di una mera prenotazione, scrivo una mail all’indirizzo sempre presente sul sito commissionepatspe@aslsalerno.it  per chiedere se, dal momento che è appunto una prenotazione (anche se con la consegna di alcuni documenti) si potesse fare da remoto magari inviando una mail con relativi allegati.

Niente da fare, mi rispondono, il titolare deve recarsi sul posto personalmente o  delegando altra persona ma con i documenti elencati (certificato medico, foto tessera  e copia della patente).

A questo punto, armato di delega e di tutta la documentazione richiesta, mi reco all’ufficio di Eboli nell’ora e nel giorno indicato (per l’esattezza lunedì 24 gennaio 2022) per consegnare i documenti e per concordare, anzi non per concordare (le visite mediche si tengono in giorni prefissati) ma solo per conoscere la data prevista per la visita.

All’ingresso principale un vigilante distribuisce il numeretto (unico per qualsiasi problema)  e mi invita ad un ingresso laterale (lato dx) dove 23 persone (tra questi alcuni con evidenti problemi di disabilità, ma non c’è da meravigliarsi in quanto si tratta dell’ufficio patenti speciali) letteralmente congelate (soffiava un vento di ispirazione siberiana) erano in attesa del loro turno.

Perché congelate? Semplice, perché la fila era all’esterno e non all’interno della struttura.

La fila nel frattempo aumentava di pari passo con freddo pungente e ad un certo punto, non ricordo su iniziativa di chi, tutti i presenti si sono riversati all’interno della struttura in un corridoio alla fine del quale era situato lo sportello al quale rivolgersi.

Il caos è stato notevole anche perché, dal momento che la numerazione era unica, ho scoperto poi che molti di quelli che mi precedevano erano destinati ad altri uffici e quindi, nella confusione, alcuni di quelli che avevano il numeretto successivo al mio hanno tentato, invano, di superare la fila.

Lo sportello al quale rivolgermi era doppio e l’elemento di separazione tra il  pubblico e gli impiegati preposti era un vetro forato.

Mi chiedo il senso (o forse la mancanza di rispetto) di farci stare fuori al freddo per evitare contatti o assembramenti  quando poi all’interno, e precisamente allo sportello, eravamo in due gomito a gomito.

A parte questo, ho avuto enorme disagio nell’osservare (ed aggiungo non volutamente ma forzatamente) che le due presone che mi precedevano, con evidenti quanto lampanti problematiche sia per scrivere che per comprendere, letteralmente “annaspavano” per seguire le indicazioni che gli impiegati davano loro (dal momento che si tratta di un ufficio particolare, era troppo azzardare l’ipotesi di destinare una stanza, seppure con tutte le cautele che il momento impone, per accogliere un pubblico oserei dire, ma senza velleità offensive, particolare e garantire loro una dignitosa privacy ?).

Un momento di ilarità che troverebbe degna allocazione in uno dei tanti film commedia: nel colloquio (ad alta voce aggiungo) tra il personale e l’utente che in quel momento mi stava di fianco, quando l’impiegato ha chiesto l’indirizzo, l’utente a voce alta ha risposto menzionando anche il numero civico (85) ed a questo punto gli utenti in fila hanno rumoreggiato in maniera veemente in quanto hanno scambiato il civico con il progressivo dei numeretti consegnati loro dal vigilante!!

Comunque, per quanto mi riguarda, sono stato ricevuto da una impiegata che, dopo aver visionato la mia documentazione, mi ha detto che mia figlia avrebbe dovuto firmare di persona un documento per cui si è girata dall’altro lato ed ha atteso la comparsa della firma sul documento! Ma allora a cosa serve le delega se la persona  delegata non può firmare di persona proprio perché delegata, ovvero come si fa a dire di munirsi di delega sapendo che il delegante deve firmare di persona?

Comunque alla fine mi comunica la data per la visita medica e mi consegna un documento riepilogativo dal quale si evince la documentazione già acquisita e la documentazione che si dovrà consegnare in sede di visita medica.

Questa mia prima giornata, iniziata alle ore 8,00 allorquando sono partito da casa, finisce (ad Eboli) alle 11,50 ed a quell’ora riprendo l’autostrada per il ritorno a casa.

Per la data programmata per la visita medica (10 febbraio 2022)  occorre portare un certificato medico oculistico, un certificato medico fisiatrico, un versamento di € 16,00 su c.c.p. num 4028, un versamento di € 10,20 su c.c.p. num 9001 ed un versamento di € 31,00 su c.c.p. num 16707846.

Armato non di pazienza ma di buona volontà, mi siedo alla mia postazione e cerco, sul web, un programma che mi consente di poter compilare i tre bollettini di conto corrente postale necessari per il rinnovo, mentre telefonicamente prenoto, da un oculista di fiducia, la visita richiesta.

Passiamo quindi al secondo giorno (siamo al 25 di gennaio) e di buon ora mi reco all’ufficio postale di Salerno 9 (via Sichelmanno) dove alle ore 8,00 c’erano già sei persone in fila, pur non essendo giorni di pagamento della pensione.

All’apertura dell’ufficio postale gli utenti entrano diligentemente all’interno  e, dopo qualche decina di minuti arriva anche il mio turno.

Quando sono di fronte all’impiegata postale le consegno i bollettini precedentemente compilati e quando la stessa impiegata inizia la lavorazione una nervosissima dirigente viene allo sportello per redarguirmi sulla mascherina che indossavo in quanto non conforme alle recenti disposizioni (in effetti indossavo la mascherina chirurgica invece della FFP2) e contestualmente mi invitava ad abbandonare immediatamente l’ufficio altrimenti avrebbe chiesto l’intervento della  forza pubblica.

Io, a prescindere, mi sono  scusato perché effettivamente non ero in regola ma le ho fatto anche  notare che l’operazione era già in corso per cui alla fine dell’operazione stessa (qualche minuto) avrei abbandonato l’ufficio.

Niente da fare, la funzionaria (almeno credo si trattasse di una funzionaria) non ne vuole sapere tanto che l’impiegata mi consegna, in fretta, solo uno dei tre bollettini pagati mentre gli altri due non possono essere pagati in quanto –a suo dire-  devono essere su modelli specifici (non disponibili in ufficio) e non autocompilati  come ho fatto io.

In quel momento, osservando la faccia dell’impiegata che continuava letteralmente a sbraitare per farmi uscire dall’ufficio, mi accorgevo che anche lei indossava una mascherina di tipo chirurgico ed alla mia osservazione lei candidamente mi rispondeva che loro –gli impiegati- potevano utilizzare quel tipo di mascherina perché erano protetti dal vetro divisorio (mi sembrava parlasse la moglie del marchese del grillo che, proprio come il marito, ostentava il suo io…).

Comunque sono ancora le 10,00 e decido di recarmi negli uffici della motorizzazione civile per recuperare i modelli giusti per il pagamento degli oneri.

Alla motorizzazione sono abbastanza fortunato in quanto la fila numerosissima che si presentava all’ingresso era costituita da aspiranti  Michael Schumacher per cui l’ufficio informazioni, al quale mi dovevo rivolgere, era completamente libero.

Recupero i bollettini (per la cronaca a parte la bordatura di altro colore non ho visto niente di particolare rispetto a quelli bianchi) e mi reco in un altro ufficio postale (esattamente quello di Fuorni) dove in tutta tranquillità e con la mascherina FFP2 comprata qualche minuto prima, riesco a versare gli oneri in mezzo ad impiegati postali e clienti tutti con mascherina chirurgica!

A questo punto finisce il secondo giorno!

Al terzo giorno, come da appuntamento con il medico oculista di fiducia, accompagno mia figlia per effettuare la visita medica propedeutica al rilascio della certificazione richiesta, cosa che avviene senza alcun intoppo ma non gratuitamente.

Qualche problemino  nasce per concordare una visita fisiatrica propedeutica  al rilascio della certificazione, ma il tutto si risolve il giorno 2 febbraio.

Giungiamo quindi alla data fissata per la visita e questa volta, senza ovviamente alcuna delega, accompagno mia figlia all’ufficio di Eboli .

All’ingresso principale un vigilante ci chiede il foglio dal quale si evince l’appuntamento per la visita medica e, dopo averlo trattenuto, ci invita a percorrere tutto il corridoio alla fine del quale c’è la stanza riservata alle visite assicurandoci che ci avrebbero poi chiamati.

Alla domanda se la chiamata avveniva per ordine di presentazione dei fogli o rispettando l’orario sopra riportato (nel nostro caso ore 10,15) il vigilante mi dice semplicemente che non ci dobbiamo preoccupare.

Laddove erano sistemate le sedie si poteva osservare una stanza all’interno della quale tre impiegati, uno dei quali senza mascherina, ogni tanto chiamavano qualcuno dei presenti.

Dopo un po’ di tempo un altro impiegato chiede a tutti coloro che stavano in attesa se avevano preventivamente consegnato, in un altro ufficio, i documenti personali ed a questo punto si genera un po’ di trambusto perché o tutti quelli che erano in attesa non avevano capito niente (noi compresi) o il vigilante aveva fornito una generica indicazione sbagliata.

Per sincerarmi chiedo ad un impiegato, che nel frattempo era uscito dalla stanza delle visite, quale fosse la procedura corretta e questi mi rispondeva sarcasticamente ed in modo per me molto scorretto, tanto che siamo arrivati ad una veemente  discussione verbale nel corso della quale l’impiegato mi invitava a rispettare la distanza di sicurezza (che era comunque rispettata) ma lui stesso era senza mascherina e solo ad un mio “invito” perentorio, la estraeva dalla tasca. Ad un secondo invito perentorio (nel frattempo gli animi si erano riscaldati) la indossava.

Comunque rifaccio il corridoio ed inizio un’altra fila per aspettare la chiamata dell’impiegato al quale dovevo consegnare i documenti.

Alla fine ritorno in quella che pretestuosamente potrebbe essere indicata come sala d’aspetto ed attendo la chiamata per mia figlia.

Alla chiamata, mia figlia entra nella stanza unitamente ad un altro utente (senza il più elementare rispetto della privacy, tanto da apprendere che la problematica dell’altro utente era legata ad un recente trapianto subito!) e risponde alle semplici domande che l’impiegata  le poneva (del tipo l’auto che guida è già dotata di adattamento ai comandi?): fine della visita medica e ritorno all’ufficio dove erano stati consegnati prima tutti i documenti  per attendere la chiusura della procedura, ovvero la consegna di una ricevuta della trasmissione della relazione medica (alias: permesso provvisorio di guida in attesa del documento che arriverà via posta).

Dimenticavo: l’impiegato con il quale ho avuto un confronto un po’ acceso non era altro che il direttore della commissione provinciale patenti speciali e che risponde al nome del dott. Adamo Maiese e quando ho fatto notare agli altri impiegai che era l’unico a non indossare la mascherina mi è stato semplicemente risposto che lui è fatto così (un altro marchese del grillo…)

Dopo tutta questa odissea, che tra l’altro solo economicamente è costata 173,02 euro (6,00 euro per le foto; 55,00 euro per la visita oculistica; 50,00 euro per la visita fisiatrica; 62,02 euro per il totale dei versamenti postali e senza considerare il certificato anamnestico redatto gratuitamente dal medico di famiglia) mia figlia ottiene la patente (per precisione la ricevuta della trasmissione della relazione medica ai fini del rinnovo della patente di guida) la cui scadenza è fissata per il 22/02/2032, data che comunque non è compresa nel nuovo settennato presidenziale: sarà sufficiente questo intervallo temporale per concretizzare l’auspicio del nostro attuale Presidente o dovrò far presente il tutto anche a colui che succederà nella carica ?

Visto che sono in tema mi chiedo perché sottoporre periodicamente a visita soggetti che, per la patologia che soffrono, comunque accertata, non possono migliorare?

Ho visto (per la verità in un altro contesto) anche una persona senza un arto inferiore che stoicamente e periodicamente si sottopone a visita.. (forse coloro che hanno accertato la mutilazione credono che l’arto ricresca naturalmente!)

Ma questo terzo mondo (senza offesa per nessuno) è presente solo in questa zona o è diffuso in tutto il Paese?

In Zimbabwe (non in Finlandia!) una partita di calcio della Coppa d’Africa è stata arbitrata, per la prima volta nella storia del calcio africano, da un arbitro donna Ruandese: ma il terzo mondo dove si trova precisamente?

Nel frattempo ho controllato la data di scadenza della mia patente, che non è speciale ma normale!

A cura di Thomas Incontri