A Pasqua l’83% degli italiani ha deciso di consumare a casa propria o di parenti e amici il tradizionale pranzo, con una spesa media stimata di 68 euro a famiglia tra Pasqua e Pasquetta. E’ quanto emerge dai dati raccolti dalla Coldiretti nel dossier “La Pasqua degli italiani” da cui emerge un aumento della spesa alimentare del 13% rispetto allo scorso anno.
La spesa alimentare – sottolinea la Coldiretti – si classifica come la principale voce dei consumi pasquali degli italiani tra regali, pranzi, cene e souvenir alimentari. A prevalere sono i menu della tradizione delle diverse realtà regionali. In 3,5 milioni hanno scelto di andare al ristorante per il pranzo di Pasqua con una netta tendenza ad inserire nei menù prodotti biologici e a chilometro zero.
Sul territorio – continua la Coldiretti – si riscoprono i piatti tipici regionali che da nord a sud attraversano l’intero Paese. L’alimento piu’ rappresentativo della tradizione pasquale resta comunque la carne d’agnello che – secondo quanto emerge dall’indagine on line sul sito www.coldiretti.it – viene servita quest’anno in oltre una tavola su due (52%) nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi. Il 25% lo acquista direttamente dall’allevatore per essere sicuro dell’origine nazionale e della qualità. Anche per i dolci della Pasqua vincono tradizione e regionalismo. In genere – continua la Coldiretti – sono caratterizzati da sapori forti che hanno le uova tra gli ingredienti principali.
Una maggioranza del 51% degli italiani non rinuncia al tradizionale uovo di cioccolato ma resistono i dolci della tradizione locale tipici della Pasqua.
E’ quanto stima la Coldiretti che ha tracciato la mappa delle specialità pasquali lungo lo stivale, dalla scarcedda lucana alla pastiera napoletana, dal dolce salame dell’Emilia alla cassata siciliana, dalla torta pasqualina ligure alla ciaramicola dell’Umbria. Se tra i più piccoli ad essere preferite sono le uova di cioccolato, per le persone adulte la Pasqua è – sottolinea la Coldiretti – una ghiotta occasione per riscoprire sapori del passato conservati nelle specialità regionali preparate sulla base di ricette della tradizione e che nascondono spesso piccoli segreti familiari che le rendono inimitabili dai grandi marchi industriali. Si tratta – precisa la Coldiretti – di dolci caratterizzati spesso da sapori forti che hanno le uova tra gli ingredienti principali come la scarcedda lucana che è un dolce ripieno di uova sode o la torta pasqualina della Liguria che è un rustico ripieno di verdura, uova e parmigiano.
In Friuli Venezia Giulia – continua la Coldiretti – è il tempo delle titole, piccole treccine dolci che avvolgono un uovo colorato di rosso mentre in Campania spopola la pastiera, un capolavoro napoletano con ricotta, germe di grano e buccia d’arancio.
E ancora in Calabria – continua la Coldiretti – si prepara la cuzzupa, una pagnotta dolce la cui dimensione cresce con l’età del membro familiare, ma anche pitte con niepita che sono dolci a forma di mezzaluna da mangiare sia caldi che freddi. Ma sono centinaia le specialità diffuse in Italia e che, anche se apparentemente simili, presentano differenze negli ingredienti o nella ricetta. La preparazione casalinga dei piatti tradizionali è – sostiene la Coldiretti – una attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne e in molte mura domestiche si svolge in questi giorni il rito della preparazione e del consumo di specialità alimentari caratteristiche della Pasqua e destinate spesso a rimanere solo un piacevole ricordo per tutto il restante periodo dell’anno. Se tra parenti e amici non c’è più che custodisce e prepara i sapori dell’antica tradizione, una alternativa coerente – conclude la Coldiretti – è rappresentata dai quasi ventimila agriturismi della campagna italiana dove a Pasqua sono previste 350mila presenze, con un aumento del 15%.