A definire Papa Wojtyla un gigante, un profeta della storia, sono stati il giornalista salernitano Angelo Scelzo e il teologo napoletano Monsignor Gennaro Matino, ospiti della conviviale organizzata all’Hotel Mediterranea dal presidente del Club Rotary Salerno Picentia, l’ ingegner Giuseppe Giannattasio, che, dopo aver letto i curriculum dei due ospiti del Club, ha ricordato il titolo del tema della serata da lui scelto:” Papa Giovanni Paolo II : il Pontificato del Millennio. Il senso storico ed ecclesiale del Magistero e la sua figura umana”.
Monsignor Gennaro Matino, parroco della Chiesa della Santissima Trinità a Napoli, docente di Teologia Pastorale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e di Storia del Cristianesimo presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa; editorialista de” La Repubblica”, autore di numerosi libri, ha ricordato che Papa Wojtyla è stato il primo Papa ad essere stato eletto a 59 anni, il primo che veniva dall’estero e quello che dopo San Pietro ha avuto il pontificato più lungo:” Fu uno degli ultimi ad entrare in Conclave: per un ritardo rischiò addirittura di non entrare e quindi di non essere eletto Papa”. Monsignor Matino ha spiegato che Giovanni Paolo II è stato il Papa che ha dato alla profezia del corpo un significato potentissimo:” Non ha avuto pudore nel mostrarsi nella sua bellezza e nella sua fragilità. La sua sola presenza raccontava il Vangelo. I suoi gesti sono rimasti nella storia dell’umanità. E’ stato il traghettatore di un modo di fare Chiesa ad un altro. Il suo pontificato ha aperto la strada a Papa Francesco”. Monsignor Matino ha anche sottolineato il forte impulso dato da Papa Wojtyla alla Chiesa del Concilio Vaticano II: “ Ha portato la presenza di Pietro in tutto il mondo. Ha aperto scenari straordinari di dialogo in un tempo in cui il mondo era costretto da mura che lui è stato capace di sfondare. Ha dato una grande scossa all’Umanità”. Il giornalista e scrittore Angelo Scelzo, già Vice Direttore dell’Osservatore Romano e della Sala Stampa Vaticana, editorialista di Avvenire e del Messaggero, Direttore della rivista del Santuario di Pompei, ha ricordato il grande Giubileo del 2000 durante il quale guidò tutto il settore della comunicazione:” E’ stato il momento di passaggio da un millennio all’altro”. Scelzo ha spiegato che Papa Giovanni Paolo II incarnava nella sua figura il senso della storia:” E’ stato protagonista dei più grandi eventi del ‘900, anche di quelli tragici come le due grandi guerre del secolo. Ha portato con sé la storia civile ed ecclesiale. Lui ci ha accompagnato nel passaggio epocale del Millennio. E’ stato protagonista assoluto anche nella comunicazione. Il suo è stato un pontificato forte , aperto all’umanità, che riportava il Concilio in primo piano”. Scelzo ha anche ricordato l’attentato al Papa in Piazza San Pietro:” I misteri non sono stati ancora chiariti: non sappiamo ancora chi sono stati i veri mandanti. C’è stata una grande regia dietro quell’attentato. Lui, che rappresentava la rivoluzione in atto della Chiesa, era il bersaglio di un certo mondo. Quell’attentato ha fatto crescere maggiormente il pontificato di Wojtyla di fronte alla storia, alla Chiesa, all’umanità”. Molti hanno attribuito il merito di aver fatto cadere il muro di Berlino a Papa Wojtyla:” Lui , che è stato profeta della storia, ha sempre respinto, in maniera forte, questo merito, non solo per umiltà: ha sempre affermato che il muro è caduto per un errore insito nel sistema del regime comunista e nazista”. Il dottor Scelzo che è stato molte volte insieme al Papa ha ripercorso i momenti più intensi vissuti dal Pontefice:” I suoi viaggi hanno inaugurato un nuovo stile nel pontificato. Ha incontrato le folle di tutto il mondo. E’ stato nei grandi e nei piccoli centri: è stato il Papa della vicinanza della Chiesa con il mondo. Ha fatto sentire il cuore del papato vicino a tutti noi ”. Scelzo ha anche raccontato gli ultimi momenti di vita di Wojtyla:” Ha portato la sua sofferenza al centro della scena, con momenti di una intimità forte. Quando era agonizzante, nel suo Angelus, ultimo saluto alla folla, ha esposto la sua sofferenza: il suo silenzio, l’impossibilità di parlare è stata l’eloquenza massima del suo Pontificato. E’ come se il Papa fosse morto insieme a tutta la piazza che ha accompagnato le sue ultime ore e gridato forte: ”Santo Subito!”.
Aniello Palumbo