Una mobilitazione per il diritto alla salute dei cittadini del Vallo di Diano. Per dire no allo alla chiusura dei reparti dell’ospedale di Polla e, dunque, ribadire il proprio diniego allo smantellamento della sanità pubblica. La Fials Salerno in prima linea per tutelare il “Luigi Curto” di Polla, eccellenza sanitaria del Salernitano. Per questo motivo, la segreteria provinciale del sindacato guidato da Carlo Lopopolo è scesa in strada martedì, a partire dalle 10, nella cittadina valdianese.
Tante le persone, tra cittadini e personale medico-sanitario, presenti all’iniziativa voluta dal sindacato.
“Siamo al fianco delle comunità del Vallo di Diano che lottano per il diritto alla salute. La carenza di medici in primis e di tutto il personale sanitario che affligge l’ospedale “Luigi Curto” di Polla mette a rischio l’esistenza di un centro nevralgico riconosciuto Dea di I° Livello, pronto soccorso della rete dell’emergenza e traumi, spoke nella rete per l’ictus cerebrale, emergenza cardiologica ed emergenze pediatriche, uno snodo fondamentale che serve tutto il comprensorio, in un territorio che comprende circa 70mila abitanti che dista da altri ospedali almeno 50 chilometri”, ha detto Lopopolo. “L’attuale dotazione organica del “Curto” presenta numeri da incubo. Solo per citarne qualcuno, c’è un solo medico non strutturato e presente una volta a settimana nel reparto di Oncologia, mentre Neurologia ha a disposizione una sola figura che a breve sarà in pensione. Infine, Urologia presenta solo due medici in servizio per un bacino di utenza di 50mila anime”.
L’ospedale di Polla fu il primo a essere attrezzato con un reparto Covid nei mesi più difficili della pandemia, mentre ora, per la Fials provinciale, viene dimenticato dalle istituzioni. “È impensabile che un presidio di tale importanza sia ridotto nell’impossibilità di erogare i livelli essenziali di assistenza. Letteralmente l’ospedale di Polla si regge sulla perseveranza del personale sanitario che non abbandona la barca per puro spirito di servizio. Riforme che da tempo si affastellano senza venir a capo dei reali problemi della sanità del Vallo di Diano, che vede i cittadini costretti a divenire “turisti” sanitari in una via crucis non alla ricerca della fede ma della salute”, ha detto Lopopolo. “Tutto questo nell’ottica di un continuismo amministrativo che anche in alternanza politica non modifica sostanzialmente il sistema, ormai volto all’accentramento dei servizi nei capoluoghi principali della Regione, dimentichi di come purtroppo la demografia della provincia di Salerno non coincida con questa scelta gestionale. A pensar male si potrebbe dubitare che esista una logica in seno alla crisi del sistema sanitario pubblico, rivolta all’ingresso massivo della sanità privata-convenzionata. Questo ormai avviene ampiamente per quanto concerne l’attività specialistica e diagnostica, che spinge gli utenti a cercare altrove soluzioni più onerose al fine di non sottostare ad angoscianti attese. I livelli qualitativi e quantitativi della sanità ospedalieri e territoriali sono ridotti ai minimi termini. Esiste una criticità dei reparti di Cardiologia, Oculistica, Otorino, neurologia, Fisiopatologia respiratoria, Urologia, Diabetologia, Ortopedia e per non parlare del Punto nascita in deroga? Lunghe liste di attesa per visite specialistiche, con questi consulti che poi non trovano risposte nemmeno a livello distrettuale”, ha concluso Lopopolo.
A cura di Thomas Incontri