In merito al documento rilasciato dalla Cisl-Università, ampiamente riportato dalla stampa, che recependo i risultati di un incontro “a porte chiuse” tra il Rettore dell’UniSa, il Commissario dell’Asl e l’organizzazione sindacale CISL, prevede tra l’altro la delocalizzazione delle attività universitarie dal San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno al Presidio Ospedaliero Fucito di Mercato San Severino, l’Ordine dei Medici di Salerno esprime la sua netta motivata contrarietà.
Sul piano storico, mentre non si è del tutto spenta l’eco delle polemiche decennali che hanno impedito nel passato l’istituzione della Facoltà di medicina, ritardandone la realizzazione, si propone un tema inevitabilmente diversivo e dispersivo.
Il polo didattico della Facoltà c/o il Ruggi, attrezzato con grossi sacrifici dall’Azienda Ospedaliera Universitaria, è funzionale e idoneo alla formazione dei medici.
La delocalizzazione proposta sarebbe un ulteriore contributo allo smembramento, che si è finora evitato, rifiutando proposte allettanti avanzate da più parti per allocare alcuni brandelli della Facoltà quasi fossero un fregio per arricchire il gonfalone municipale.
La Facoltà di medicina, oggi Dipartimento, di tutto ha bisogno tranne che di celebrazioni rituali e di azioni che con le migliori intenzioni di questo mondo si tradurrebbero in un involontario sabotaggio.
L’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Salerno, che si è molto impegnato per l’istituzione della Facoltà, esprime la vivissima contrarietà ad un’ipotesi che, se realizzata, arrecherebbe gravissimo danno soprattutto agli studenti e allontanerebbe la prospettiva, a cui tutti teniamo, di un definitivo rilancio con un adeguamento delle risorse fino ad oggi colpevolmente discriminanti.
Già la Facoltà deve sopportare le conseguenze di non meditate pronunce giudiziarie che estendendo oltre misura, e al di fuori di ogni logica di programmazione, il numero di studenti iscritti, ha di fatto messo in pericolo un ordinato svolgimento delle attività didattiche e soprattutto un’adeguata preparazione tutoriale degli allievi.
Altra cosa è parlare di delocalizzare qualche settore, su cui l’Ordine è d’accordo, come si è incominciato a fare per esempio con la medicina legale, valutando obiettivamente le disponibilità e le attitudini dei vari presidi.