Si terranno il 27 e il 28 dicembre alle ore 19.30 rispettivamente nella Chiesa Corpo di Cristo di Pagani e nella Chiesa Madonna di Loreto di Paestum i tradizionali Concerti dedicati al Natale dell’Orchestra Filarmonica Campana, che vedranno la partecipazione musicale del Coro Collegium Vocale Salernitano e di alcuni giovani soprani del territorio.
Orchestra e Coro saranno diretti dal maestro Ivan Antonio. Da sottolineare per il concerto del 27 dicembre la collaborazione con l’associazione politico culturale G20 presieduta dal dottore Gerardo Torre che ha voluto fortemente questo evento per festeggiare in musica il Natale nella cittadina di S. Alfonso M. De Liguori quale è Pagani.
Ecco così che per celebrare il Natale si è pensato di dedicare ai presenti pagine di musica sacra di Mozart, S. Alfonso, Adam e Berlin che attraverso le loro composizioni sono stati capaci di cogliere il sublime e di riconoscere come loro Dio il più incantevole dei musicisti in Terra.
Di Wolfgang Amadeus Mozart ascolteremo il Kyrie e il Laudamus Te dalla Messa in do minore K 427 che fu concepita dal compositore salisburghese come un’offerta votiva per il superamento delle difficoltà che si frapponevano al suo matrimonio e allo stesso tempo come un dono all’amata Konstanze. Egli riprende qui gli stili della musica sacra delle epoche precedenti, quasi a voler ancorare saldamente la sua Messa alla tradizione. Attinge a Bach e Händel, da lui scoperti e studiati proprio in quegli anni, e anche agli italiani, come Caldara, Porpora e Pergolesi, scrivendo una personale summa theologica del sacro in musica, i cui principi vengono desunti da una sterminata eredità artistica dagli orizzonti europei, sviluppata più in estensione geografica che in profondità storica, non rimontando oltre i limiti del XVIII secolo, il solo che il compositore ritenesse attingibile e spiritualmente frequentabile. Si prosegue con il brano Laudamus Te dai Vesperae Solemnes de Confessore K339 e con il Mottetto Exultate Jubilate per soprano e orchestra K165 sempre di Mozart. Quest’aria per soprano e orchestra fu scritta da Mozart nel gennaio del 1773 per il cantante castrato Rauzzini su accompagnamento di due violini, viola, contrabbasso, due oboi, due corni e organo o clavicembalo. Il pezzo, composto da un Allegro, un Andante e un Allegro, ha un carattere elegante nell’invenzione vocale, quest’ultima adatta ad un tipo di canto proiettato spesso nella tessitura alta. Secondo alcuni studiosi mozartiani questo mottetto per soprano e orchestra avrebbe in sintesi la forma di una breve sinfonia, simile a quelle che in quel periodo Mozart elaborò dopo il suo ritorno a Salisburgo dal viaggio in Italia. In più c’è da annotare in questo componimento un richiamo al belcantismo italiano così apprezzato nella Vienna settecentesca.
Nella seconda parte del concerto spazio ai canti tradizionali natalizi di S. Alfonso M. De Liguori con incursioni americane quali Holy Night, White Christmas e So this is Chrstmas. Con il Santo Natale il nostro pensiero non poteva non andare che a San’Alfonso Maria de’ Liguori, patrono della città, con le famose melodie: Tu scendi dalle stelle, A Gesù Bambino nel presepe, Quando Nascette Ninno a Betlemme. Nel 1758, quando Sant’Alfonso pubblicava presso la tipografia napoletana di A. Pellecchia il volumetto del Natale recante sul frontespizio una deliziosa immagine di Gesù Bambino che pesca i cuori, il presepe raggiungeva a Napoli la sua piena espressione con i classici pastori modellati da autentici artisti, che stupirono l’Europa.
La rappresentazione plastica della Natività di Cristo era divenuta, attraverso l’animata scenografia, la più tipica manifestazione dello spirito religioso partenopeo. Sant’Alfonso apportò con le sue melodie e con le sue iniziative un tono più caldo e penetrate alla ricchezza dei motivi presepiali settecenteschi, spesso superficiali e scialbi. Dopo San Francesco di Assisi e San Gaetano da Thiene nessun santo si è cordialmente interessato del Natale come il nostro vescovo. Sant’Alfonso succhiò sulle ginocchia materne la tenerezza per Gesù Bambino, ascoltando rapito accanto al padre le stupende Cantate dei pastori che risuonavano in città durante il periodo natalizio, specialmente nell’attesa della Messa di Mezzanotte tra lo scoppio dei trictrac e il brio dei pifferai. Quei ricordi di limpide gioie gli rimasero indelebili in fondo al cuore. In una simile prospettiva, musicalmente interdisciplinare, è fra l’altro possibile apprezzare la continuità con cui la storia della musica, e della musica corale in particolar modo, non abbia mai guardato al genere, sacro o profano che sia, ma sia sempre stata volta alla massima concentrazione formale ed espressiva.