Sabato 11 novembre 2017 alle ore 11,30 la Galleria “Il Catalogo”
di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta – Salerno, via A.M. De Luca, 14 – inaugurerà la mostra di Luca Alinari dal titolo “Opere Anni Settanta“, 16 opere, tutti olii, realizzate tutte tra l’inizio e la fine degli Anni Settanta visibili al pubblico fino al 7 dicembre 2017.
Orari di apertura: martedì – venerdì: ore 17,30 – 20,00; sabato; ore 10,00 – 13,00 e ore 17,30 – 20,30
Info: 089.232666; www.ilcatalogo.com; info@ilcatalogo.com www.facebook.com/antonio.adiletta.505
Sabato 11 novembre 2017 alle ore 11,30 verrà inaugurata presso la Galleria Il Catalogo la mostra dedicata all’artista fiorentino, classe 1943, e ad una selezione rappresentativa della sua produzione pittorica realizzata esclusivamente negli Anni Settanta
Il segno ribelle di Luca Alinari. Con le opere degli Anni Settanta del pittore fiorentino, sarà inaugurata sabato 11 novembre, alle ore 11,30, la cinquantesima stagione espositiva della Galleria Il Catalogo di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta. Negli anni Settanta percorsi a Firenze lì, forse più che altrove, dai fremiti di un rinnovamento che toccava tutte le espressioni culturali, si affacciava, da geniale autodidatta della pittura e, non soltanto, Luca Alinari, artista che ha sempre padroneggiato il concetto e la parola con la medesima maestria delle materie dell’arte, dalla matita al video.
La rassegna sceltissima di quadri di quegli anni ha il valore retrospettivo di un nucleo seminale, di un vivaio rigoglioso di potenzialità artistiche, nel quale i temi propri di Alinari sono già presenti, le modalità espressive già individuate, i tratti stilistici già più che accennati, nella loro pluralità tenuta insieme da una personale coerenza interiore. E’ questa una particolare fase della sua pittura che gli valse la convocazione alla Biennale di Venezia nel 1982. La sua opera si colloca storicamente a metà tra il Concettualismo degli anni Sessanta-Settanta e il ritorno alla pittura degli anni Ottanta, con la Transavanguardia e i Nuovi-nuovi, di cui è senz’altro uno dei più ricercati anticipatori. Anche per questa ragione la produzione di questa sua feconda stagione, fatta di automi, elettrodomestici e attrezzi, merita di essere riscoperta. Le tele sono dipinte con un taglio ironico e fantastico e cromie accese. L’impianto narrativo delle sue opere è suggerito liberamente dall’assemblaggio di elementi figurativi isolati, per poi acquistare maggiore rilevanza organizzandosi in forma di racconto di carattere evocativo. Lo spazio del quadro si struttura, così, in una prospetticità scenica che accoglie figure, situazioni, brevi frasi.
Edoardo Sanguineti racchiude il suo segno in questi versi “la ciminiera calibrata e cava spegne gli zoccoli del sogno, i praticabili a falce,/i tuoi prati
privati e mi indica le valvole e le valve: mi trascura misura e [statura, così statica):/tengo a bada, per te, le bandierine a raffica, con i tronchi
traviati,/svagati, a campanelle, a campanule): /le nebbie sono centripete: l’erpete è un[erpice….”. Alinari lascia aperta l’opera, avendo prioritariamente dischiuso la mente, che governa la partitura con l’abilissima simulazione della naturalità con cui devono manifestarsi, e farsi credibili, anche gli accadimenti straordinari altamente improbabili, nella considerazione comune, dunque da escludersi decisamente come incongruità e arbitrio del sogno. Accadimenti tuttavia contenuti, per quanto invisibili, nel limo del mondo fenomenico, la cui estensione ci è ignota, e rimane inesplorata, finché non fissiamo lo sguardo per riconoscerne i riflessi nel nostro immaginario.
La pittura di Luca Alinari ha il fascino di un’ apparente leggibilità e facilità. In realtà, regala letture e suggestioni diverse, segni di una personalità complessa e non facilmente conoscibile. L’uso della scrittura nei dipinti rivela un’evidente vocazione dell’artista all’ affabulazione. I titoli dei suoi quadri sono tracce che rinviano ad altro e, forse, più che indicazioni per la lettura dell’opera, sono epifanie di una personalità intrigante e complessa.
Potremmo definirle quasi storie in cornice poiché l’autore vi riesce a far convivere, desiderio di sogno, memorie, contemporaneità del sentimento, in una apparente leggerezza celebrandovi l’infelicità di un mondo ucciso dal progresso, dal suo frenetico correre verso un nulla che porta ad una volontaria reclusione dell’io.
Luca Alinari, nato a Firenze nel 1943, autodidatta, esordisce nel 1968 con la sua prima esposizione personale presso la Galleria Inquadrature di Firenze. Durante gli anni Settanta avvia una serrata ricerca sul libero accostamento di oggetti e figure all’interno di atmosfere fantastiche e sospese, sulla suggestione delle ricerche Neodada e della Pop Art. In questi anni sperimenta diverse tecniche pittoriche, nelle quali coniuga colori fluorescenti, decalcomania, collage, trasposizioni fotografiche. Tra il 1972 e il 1973 espone nelle principali gallerie private di Firenze, presentato dal poeta e amico Alfonso Gatto. Nel corso degli anni Ottanta ottiene i primi riconoscimenti ufficiali con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1982 e alla XI Quadriennale romana nel 1985.
Nel 1990 ha l’onore di dipingere il “Cencio” per il Palio di Siena. Si afferma sulla scena artistica nazionale nel 1993, in occasione della mostra antologica allestita presso Palazzo Reale di Milano dove presenta un importante nucleo di opere che ripercorre il suo intero percorso artistico. A Firenze nel Corridoio Vasariano degli Uffizi, dal 1999 è esposto, acquistato dal Museo stesso, il suo Autoritratto . Nel 2009 espone una personale di 45 opere al Beijin Today Art Museum di Pechino, al Centro per l’Arte Contemporanea SunShine di Shanghai ed al Museo di Arte Contemporanea di Kun Shan. Nel 2011 a Città di Castello espone una personale intitolata “Gelo”. Sempre nel 2011 ha disegnato il logo dei Mondiali di Ciclismo 2013. Nel settembre 2011 presso il Palazzo Medici del Vascello di Asti viene ospitata una importante personale dell’artista nella quale presenta le sue nuove espressività figurali con le “regine dei sogni”, creature feeriche che emergono dai paesaggi incantati e trovano spazio sulla copertina del magazine Art & Wine n. 20. Nel 2014 viene premiato allo Spoleto Festival Art. Il suo rapporto con gli scrittori è molto significativo: Domenico Rea, Alfonso Gatto, il Nobel José Saramago si avvicinano, in tempi diversi, alla sua ricerca; nel 1974 Edoardo Sanguineti gli dedica diverse poesie e, nei primi anni ’80, Goffredo Parise scrive un saggio fondamentale sulla sua pittura.