Svolta nelle indagini per l’omicidio di Silvia Nowak dopo due mesi. A finire in manette è stato il compagno che avrebbe simulato la scomparsa dopo il delitto. All’uomo sono contestati i reati di omicidio aggravato e distruzione di cadavere.
Il cadavere della cittadina tedesca è stato ritrovato semicarbonizzato il 18 ottobre scorso a Castellabate nel salernitano, frazione Ogliastro Marina.
I carabinieri della compagnia di Agropoli, con il supporto dei militari del reparto operativo del comando provinciale di Salerno, hanno eseguito un decreto di fermo, emesso dalla Procura di Vallo della Lucania, nei confronti del compagno della donna. Nel provvedimento si delinea un pesante quadro indiziario a carico dell’indagato, che sarebbe incappato in una serie di contraddizioni. A pesare, anche gli accertamenti eseguiti dal Ris di Roma.
In particolare – si legge in una nota a firma del procuratore Antonio Cantarella – è stato ricostruito che nel pomeriggio del 15 ottobre il compagno avrebbe ucciso Silvia Nowak in un luogo isolato (nel bosco confinante con la proprietà), colpendola più volte con un corpo contundente e tagliente. Quindi, avrebbe dato fuoco al cadavere, che è stato parzialmente distrutto.
Dopo il delitto, l’indagato avrebbe simulato scomparsa della vittima. Sono iniziate le perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria, presso le abitazioni in cui l’uomo ha vissuto dopo l’omicidio.