L’olio di oliva non era extravergine: è la frode in commercio il reato che il pm Raffaele Guariniello, della procura di Torino, contesta ai rappresentanti legali di una decina di aziende del settore.
L’indagine è partita dopo la segnalazione di una testata giornalistica specializzata. I laboratori delle agenzie delle dogane hanno esaminato campioni prelevati dai carabinieri del Nas e hanno verificato casi in cui l’olio, a differenza di quanto indicato, non era extravergine.
Martina, rafforzati i controlli di filiera – ”Seguiamo con attenzione l’evoluzione delle indagini della Procura di Torino, perché è fondamentale tutelare un settore strategico come quello dell’olio d’oliva italiano”. Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sulle indagini della Procura di Torino su olio extravergine contraffatto. ”Da mesi abbiamo rafforzato i controlli – sottolinea il ministro Martina – soprattutto in considerazione della scorsa annata olearia che è stata tra le più complicate degli ultimi anni. Nel 2014, il nostro Ispettorato repressione frodi ha portato avanti oltre 6 mila controlli sul comparto, con sequestri per 10 milioni di euro. È importante ora fare chiarezza per tutelare i consumatori e migliaia di aziende oneste – conclude il ministro – impegnate oggi nella nuova campagna di produzione”.
Coldiretti, fare luce su frodi, +38 import nel 2014 – ”Occorre fare al più presto luce per difendere l’olio, un settore strategico del Made in Italy con l’Italia che è il secondo produttore mondiale di olio di oliva dopo la Spagna con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni, con un fatturato del settore è stimato in 2 miliardi di euro con un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’indagine condotta dal procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, che vede sette grandi marchi dell’olio, alcuni recentemente acquisiti da gruppi stranieri, accusati di aver messo in vendita come extravergine quello che in realtà era semplice olio di oliva, meno pregiato. ”A favorire le frodi – secondo Coldiretti – è il record di importazioni con l’arrivo dall’estero nel 2014 di ben 666 mila tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38 per cento rispetto all’anno precedente. L’Italia – continua la Coldiretti – è però anche il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri. Un comportamento che favorisce le frodi che vanno combattute anche con l’applicazione della disciplina del settore. Occorre denunciare – afferma infine Coldiretti – una diffusa disapplicazione delle norme che si estende poi al mancato contrasto nei riguardi dei marchi ingannevoli che inducono spesso in errore i consumatori che non sono in grado di conoscere esattamente cosa portano a tavola”.
Nel mirino di Guariniello sarebbero finite aziende del calibro di Carapelli (marchio Deoleo), Bertolli (marchio Unilever), Sasso (marchio Nestlè), Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna (marchio commerciale LIDL) e Antica Badia (marchio commerciale Eurospin).