“Secondo i dati ISTAT, ogni donna in Italia vorrebbe 2,4 figli e invece oggi mette al mondo 1,24 bambini: perché viene messa in condizione di dover scegliere tra il lavoro e la famiglia; tra la sua realizzazione professionale e un figlio; tra il dover firmare le dimissioni in bianco all’atto dell’assunzione e il rimanere incinta, nascondendo poi il pancione per non essere licenziata. Oggi siamo a circa 393mila nascite l’anno. È determinante per il futuro del Paese cercare di invertire la tendenza: se non riparte la nascita dei bambini crolla tutto. Ogni bambino ci porta 80 anni di futuro. La nascita di un figlio è legata al futuro del Paese: con il Pil, con il sistema sanitario di domani, con il sistema pensionistico, con le tasse. Bisogna cercare di raggiungere la quota di 500mila nuovi nati ogni anno entro il 2033, attraverso delle politiche familiari mai fatte: migliorando ad esempio l’aspetto fiscale; dando un assegno unico alle famiglie più consistente, facendo pagare le tasse non solo in base al reddito ma anche alla composizione familiare, revisionando l’Isee e creando un clima a dimensione familiare che oggi ancora non c’è. Se aiuti la famiglia aiuti i pensionati, i disoccupati: aiuti tutti. Per raggiungere l’obiettivo dei 500mila nati ogni anno c’è bisogno che tutto il sistema Paese cammini insieme: imprese, banche, associazioni, sindacati, mondo dei media, dello spettacolo; non si può pretendere che sia il Governo da solo a risolvere il problema. Se non raggiungeremo quest’obbiettivo cambierà il nostro stile di vita”. A presentare i dati sulla natalità in Italia è stato il dottor Gigi De Palo, Presidente della “Fondazione per la Natalità”, intervistato dal giornalista Arturo Celletti del quotidiano “Avvenire”, durante il convegno intitolato “IncontriAMOci”, promosso dalla “Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali di Salerno”, presieduto all’avvocato Maria Rosaria Pilla, che ha fortemente voluto organizzare l’evento nel solco del cammino sinodale in occasione della “Giornata dei Carismi”. “Sinodo significa camminare insieme, spinti da un’unica fede e da un’unica speranza: noi, che siamo costruttori e mediatori di pace, abbiamo voluto organizzare questo incontro per rivitalizzare i tanti Carismi presenti nella realtà salernitana: un approfondimento sul ruolo dei laici nella comunità civile per la costruzione di una Chiesa Conciliare. È importante riscoprire la sinodalità come esperienza di vita vissuta e non solo come previsione statutaria delle associazioni: l’essenza del messaggio cristiano è l’amore e la vita”.
Dopo la lettura del Salmo 122 ad opera del dottor Gaetano Zizza, Monsignor Andrea Bellandi, Vescovo di Salerno, ha salutato, attraverso un video, tutti i partecipanti al convegno organizzato “all’insegna dell’amore” nella grande sala del Museo Diocesano “San Matteo” dell’Arcidiocesi di Salerno. A portare i saluti del Sindaco Vincenzo Napoli è stata la dottoressa Paky Memoli, Vicesindaca del Comune di Salerno, che ha sottolineato l’importanza di ricostruire delle comunità solide dopo la pandemia:” Dobbiamo ridare alla nostra Chiesa nuovo calore e amore e portare in questo cammino sinodale, che ci porterà al Giubileo del 2025, le persone che sono ai margini di questo cammino della fratellanza: i poveri, i disadattati, le persone che vivono sole e i giovani che spesso prendono strade sbagliate”. L’onorevole Franco Picarone ha portato i saluti del Governatore Vincenzo De Luca e spiegato il ruolo che dovrebbero avere le istituzioni nel dialogo con il mondo dei cattolici:” È fondamentale adottare dei provvedimenti concreti in favore della natalità per il rilancio della famiglia”. Don Roberto Piemonte, Vicario Episcopale per la Pastorale, ha spiegato che nei momenti di crisi la comunità cristiana sa vedere il vagito di una nuova società:” Nel cammino sinodale la Chiesa si rimette sulla barca con Pietro per navigare nei mari della storia cercando di attraversare il mare in tempesta: una Chiesa che si apre, che vuole ascoltare, che vuole incontrare, che rompe le barriere e costruisce ponti, sentieri, strade”. Il dottor Mario Rosario Di Costanzo, Responsabile Regionale della Consulta delle Aggregazioni Laicali, ha spiegato quello che deve essere il ruolo del laicato nella città e nella chiesa:” Un ruolo di studio e di proposta e anche di politica, intesa però in senso etimologico: la politica è la Polis, la città”. Il dottor Antonio Manzo, giornalista e vaticanista, che ha ricordato di essere “artigiano della penna” da cinquant’anni, ha sottolineato l’importanza di mettere insieme le famiglie:” In un momento in cui il tasso di denatalità è alto i cattolici italiani devono tornare ad essere presenti come forza etico – morale”. Il giornalista di “Avvenire “Arturo Celletti, che ha partecipato alla terza edizione degli Stati Generali della Natalità a Roma, ha raccontato di aver percepito, in quella occasione, una nuova consapevolezza della classe politica ed imprenditoriale sul giusto modo di risolvere i problemi delle famiglie:” Bisogna marciare tutti insieme, facendo squadra, liberandosi da casacche politiche e dai recinti ideologici per capire che questa è la grande emergenza del Paese: non si fano più figli e se continua così ci saranno conseguenze drammatiche per il Paese”. Durante la serata sono stati eseguiti brani religiosi dal “Coro Diocesano del Rinnovamento dello Spirito Santo” diretto e coordinato da Claudia Cappabianca e Lucia Ciancio, con Daniele Braca al piano e Giovanni Carbone alla chitarra.
Aniello Palumbo