“Facciamogli un applauso, a Claudio” dice una voce. E rompe così il silenzio cupo della folla, mentre la bara bianca di Claudio Mandia, il 17enne morto suicida in un College dello Stato di New York, viene portata a braccia nella chiesa di S. Maria della Speranza, a Battipaglia (Salerno). Saranno almeno 300 sul sagrato e di fronte al grande edificio, altri 100 hanno atteso, pregando, all’ interno della chiesa.
I genitori, una famiglia nota e stimata a Battipaglia e nel vicino Comune di Eboli, hanno atteso davanti a tutti, sul sagrato. Ricevendo gli abbracci di condoglianze di amici e conoscenti.
Altri due applausi seguono il primo, poi la bara viene collocata sull’ altare, tra due grandi foto del ragazzo, che lo mostrano con un volto solare, sorridente. Sul muro bianco all’ esterno della chiesa sono decine i manifesti a lutto con il nome di Claudio. Un uomo continua ad attaccarne con nastro adesivo.
Pochi minuti prima dell’arrivo del furgone funebre che ha trasportato la salma, giunta stamattina a Fiumicino, arrivano i genitori di Claudio, Mauro ed Elisabetta. La madre, che insegna Scienza delle comunicazioni all’ Università, mostra un dolore composto. Il parroco invita a recitare per tre volte il Requiem Aeternam prima di benedire la salma. La commozione è forte. Un ragazzo piange a dirotto, consolato da un adulto che gli sta accanto.
Questa mattina per i funerali, fissati alle 9.30 nella stessa chiesa, saranno molte centinaia, amici e conoscenti della famiglia Mandia, che saluteranno Claudio. E sul Municipio di Battipaglia sarà esposta la bandiera a mezz’asta in segno di lutto, mentre ieri il Consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio.
Ancora restano da comprendere fino in fondo le motivazioni che hanno spinto il 17enne a togliersi la vita a 24 ore dal compimento del 18mo anno. Certo – la punizione della scuola , che lo avrebbe tenuto in isolamento per tre giorni per aver copiato un compito – è stata severa.
“Ma, anche di fronte a gravi difficoltà – dice la psichiatra infantile Annamaria Nazzaro – l’istinto di conservazione prevale. La scelta del suicidio è legata ad una personalità fragile, oppure problematica. Neanche l’ eventuale uso di droghe, peraltro smentito dagli ex compagni di scuola, potrebbe facilitare – aggiunge la psichiatra – un gesto di questa portata. Uno ‘spinello’ può dare una effimera sensazione di benessere, ma non induce tendenze suicide”.
“Conosco i genitori, ma non conoscevo di persona il ragazzo – dice il parroco- ma chi conosceva Claudio me lo ha descritto con una personalità gioiosa. Era convinto della strada che aveva intrapreso recandosi a studiare negli Stati Uniti”. (ANSA).