“Il nuovo arresto dell’ex sindaco del Pd di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, rappresenta l’ennesimo episodio a tinte fosche che si abbatte sul territorio. Quanto accaduto è gravissimo. Auspichiamo che venga fatta presto chiarezza da parte degli inquirenti circa l’accusa di scambio politico mafioso innanzitutto per dare un segnale chiaro a questo versante della nostra regione, che non merita di vivere con lo spettro di azioni illecite o ingerenze di alcun tipo nelle istituzioni chiamate a dare risposte ai cittadini”.
Lo dichiara il deputato campano della Lega Attilio Pierro.
“Dal blitz della Dia a Salerno con varie accuse tra cui scambio elettorale politico-mafioso, estorsione aggravata e traffico d’armi, sta emergendo un quadro inquietante. Grazie all’opera della magistratura e delle Forze dell’Ordine si sta piano piano sgretolando la cappa di malaffare che opprime da anni la Campania. Serve una ventata d’aria nuova all’altezza delle sfide della nostra bellissima regione”.
Lo dichiara il deputato e coordinatore della Lega in Campania Gianpiero Zinzi.
“Oggi, ancora una volta, ci troviamo a fare i conti con la gravissima realtà della criminalità organizzata che ha messo radici profonde nella nostra terra. L’operazione antimafia che ha portato all’arresto di dieci persone, tra cui l’ex presidente della Provincia di Salerno e ex sindaco di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri, è la dimostrazione che le infiltrazioni mafiose e le connivenze politiche sono un male che sta dilagando sul nostro territorio da molti anni. Le accuse mosse nei confronti degli arrestati sono gravissime: scambio elettorale politico-mafioso, tentato omicidio, estorsione con metodo mafioso, traffico di armi e favoreggiamento. Pur rispettando il lavoro della Magistratura, è innegabile che questa operazione non sia semplicemente una vittoria per la giustizia, ma una chiara testimonianza di un sistema marcio che è stato protetto per troppo tempo. Una rete criminale che ha operato indisturbata nonostante le numerose denunce anche da parte nostra perché noi non abbiamo mai taciuto di fronte a questo né fatto finta di non vedere. Già nel 2019, come Movimento 5 Stelle, avevamo denunciato questo sistema corrotto presentando un’interrogazione urgente, a mia prima firma, ai Ministri della Sanità e dell’Interno per stigmatizzare un episodio grave: l’uso vergognoso di ambulanze di proprietà di Roberto Squecco per festeggiare la vittoria elettorale di Alfieri. Una vergogna assoluta, che oggi si collega a un quadro ben più ampio di corruzione e mafiosità”. A denunciarlo è la Coordinatrice provinciale del Movimento 5 stelle in provincia di Salerno Virginia Villani.
“Questa operazione è un altro capitolo doloroso di una storia che non può più continuare. Siamo di fronte ad accuse gravissime, come lo scambio elettorale politico-mafioso, e non possiamo permetterci di restare in silenzio. È ora che tutti, in particolare il Partito Democratico, facciano chiarezza su questo nuovo arresto che colpisce uno dei loro esponenti più noti. Come Movimento 5 Stelle, non possiamo restare indifferenti di fronte alla gravità di quanto accaduto. La verità deve essere accertata e le responsabilità vanno attribuite fino in fondo. Le Forze dell’Ordine e la magistratura stanno facendo il loro lavoro, ma il sistema che ha permesso che questi crimini si perpetuassero deve essere smantellato definitivamente. Come forza politica che fa dell’etica pubblica il suo stendardo, riteniamo di non poter più tollerare che la politica e la criminalità si intreccino e che il nostro territorio venga sacrificato per interessi illeciti. Oggi, più che mai, dobbiamo dire basta. Il nostro impegno sarà quello di continuare a denunciare, a combattere e a chiedere verità e giustizia. Non ci fermeremo fino a quando non avremo ridato al nostro territorio la dignità che merita” -conclude Villani-.
“Dall’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno emerge un quadro preoccupante, che impone una seria riflessione su come assicurare amministrazioni libere da ogni ombra”. Dichiara Michele Cammarano, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, in merito all’operazione che ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di dieci persone, tra cui l’ex sindaco di Capaccio Paestum ed ex presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri.
“Le gravi accuse emerse, tra cui lo scambio elettorale politico-mafioso, richiamano la necessità di un impegno fermo per difendere la legalità. È essenziale che la magistratura faccia piena luce sui fatti e che la politica si dimostri all’altezza del compito di garantire istituzioni credibili, trasparenti e lontane da qualsiasi condizionamento illecito”.
“Il sistema Cilento non è soltanto una fetida storia di corruzione. I nuovi arresti per mafia di Alfieri e componenti della sua amministrazione evidenziano uno scenario torbido che va anche oltre il perimetro del Cilento. E’ necessario acquisire gli atti alla Commissione Antimafia. Abbiamo fatto bene ad istituire un apposito Comitato e bisogna andare fino in fondo ora che è saltato il coperchio con vicende gravissime che sul territorio erano note da tempo. Il PD nazionale e locale ora cosa dice? Hanno tenuto per 5 mesi sequestrati il Comune di Capaccio-Paestum e la Provincia di Salerno. Chiederò al Ministro Piantedosi una scrupolosa verifica sugli atti di questi enti e di valutare rapidamente una commissione d’accesso visto che il Comune di Capaccio-Paestum è chiamato anche ad elezioni ed è stato commissariato solo da pochi giorni.”
Lo dichiara il Senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, Segretario della Commissione Antimafia.
“Oggi si compie un altro passo verso la verità: l’ennesima operazione antimafia ha portato all’arresto di dieci persone tra la provincia di Salerno e Sulmona, tra cui l’ex presidente della Provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri. Le accuse sono gravissime: scambio elettorale politico-mafioso, tentato omicidio, estorsione con metodo mafioso, traffico di armi e favoreggiamento. Una rete criminale che ha prosperato per anni, protetta da un sistema colluso che ho denunciato. Le indagini hanno confermato ciò che ripeto da tempo: il cosiddetto “Sistema Cilento” non è solo un meccanismo di corruzione, ma un’alleanza con la criminalità organizzata. Gli arresti di oggi dimostrano come, nelle elezioni del 2019, voti siano stati scambiati con favori illeciti, permettendo a esponenti legati alla camorra di controllare attività economiche e politiche. Nel 2011, denunciai apertamente tutto. Parlai di un sistema marcio che stava infiltrandosi nelle istituzioni, di legami pericolosi tra politica e criminalità. In quell’anno, feci una denuncia formale a Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale del PD, portando alla sua attenzione le prove e le mie preoccupazioni. Il mio gesto era un atto di coraggio, ma la risposta che ricevetti fu sconvolgente. Migliavacca, con tutta la sua autorità, mi rispose che per loro “Franco Alfieri era la punta di diamante” del partito. Una frase che, oggi, appare come un’ammissione di complicità e di protezione nei confronti di chi poi è stato arrestato e accusato di crimini gravissimi. Quella risposta segnò il silenzio e il sostegno politico che ha protetto il sistema Cilento e consentito alla mafia di radicarsi ancora di più. Nel 2019, dopo aver accumulato documenti e prove inconfutabili, consegnai tutto al Partito Democratico, all’epoca guidato da Nicola Zingaretti, e parlai direttamente con Stefano Vaccari e Marco Miccoli. Mi aspettavo che finalmente qualcuno agisse, ma invece tutto è stato ignorato. Non solo il mio appello è stato messo a tacere, ma i responsabili sono stati protetti e il sistema ha continuato a prosperare, come dimostrano gli arresti di oggi. Sei lunghi anni di silenzio che hanno dato spazio alla criminalità di fare affari, manipolare voti e controllare la politica. Tutti sapevano, ma nessuno ha agito. A dirlo è il Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore Dario Vassallo.
“Oggi c’è ancora chi nega l’esistenza del Sistema Cilento. Amministratori che difendono l’indifendibile, voltando lo sguardo altrove di fronte a prove schiaccianti. Ma il tempo dell’omertà è finito. La luce blu della giustizia si sta avvicinando anche per loro. Nel mio ultimo libro, Il Vento tra le mani, scrivevo che un’inchiesta su larga scala sarebbe stata talmente devastante da rendere Tangentopoli quasi insignificante rispetto al sistema Cilento. Non lo dicevo come una mera ipotesi, ma come una previsione. Oggi, quella previsione sta prendendo forma, e la realtà si sta rivelando ancor più inquietante di quanto immaginassi. E non è ancora finita. Manca ancora il filone che riguarda il settore bancario. Esprimo il mio profondo apprezzamento per l’impegno straordinario della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura di Salerno. Il loro lavoro sta finalmente portando alla luce un sistema marcio che ha avvelenato il Cilento per troppo tempo. La verità su Angelo Vassallo e lo smantellamento del Sistema Cilento sono due battaglie che procedono insieme. Per questo, chiedo che la Commissione parlamentare antimafia, guidata dall’On. Chiara Colosimo, acquisisca tutti gli atti di questa inchiesta. Il Paese deve sapere, e la giustizia deve fare il suo corso senza ostacoli. Le ombre si stanno diradando. La verità non si può più nascondere” – conclude Vassallo.