Il Comune di Pontecagnano Faiano ha organizzato la manifestazione di Presentazione del volume “Nuova scuola dell’infanzia a Faiano” a cura di Angelo Verderosa (edito da De Angelis Art) durante i festeggiamenti del 107° anniversario dell’istituzione del Comune, sul tema di “Culturà e Identità“.
L’evento incentrato pres sul tema “Identità di una comunità. Cambiamenti ed evoluzioni”, vedrà la partecipazione di: Angelo Verderosa (curatore dell’Opera, e progettista della scuola), Alfonso Conte (professore associato di storia contemporanea all’Università degli Studi di Salerno), Vito Cappiello (professore ordinario di Architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”), Ernesto Sica (sindaco del Comune di Pontecagnano Faiano), Cinzia Uganti (giornalista).
Presentazione
Ernesto Sica
Una scuola per il futuro. La nuova scuola dell’infanzia di Faiano è frutto di uno straordinario risultato giunto dopo anni di impegno segnati da un travagliato iter amministrativo, non privo di ostacoli, conclusosi con la realizzazione di una struttura scolastica tra le più moderne e avanzate della Regione Campania e d’Italia, come confermato alla cerimonia di inaugurazione dal Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Luisa Franzese e dal Provveditore Renato Pagliara.
Abbiamo superato tantissimi problemi e varie rescissioni contrattuali: è stata una fatica immensa, grazie alla quale, però, nonostante le difficoltà e non pochi dissensi, abbiamo realizzato un’opera di straordinaria importanza per l’intera comunità.
L’intervento realizzato rappresenta il primo nucleo di un disegno più ampio voluto dall’Amministrazione Comunale per realizzare un “Polo scolastico” di avanguardia, che metta in comune gli spazi tra i plessi e contenga i vari livelli di istruzione con l’obiettivo di creare nuove aree ludiche e aggregative, aperte ai ragazzi e alle famiglie anche in orari extra-scolastici.
Il gruppo di progettazione ha svolto un ottimo lavoro che ha richiesto pazienza e competenze, sostenute da un’evidente e prolungata passione umana oltre quella professionale.
Continueremo a investire sul sistema scolastico, grazie alla positiva comunità che in questi ultimi anni si è formata tra Comune, scuole e famiglie.
Noi tutti possiamo affermare con orgoglio che quest’opera costituirà punto di riferimento per le attuali e future generazioni di studenti e motivo di sano orgoglio per la nostra comunità.
La nostra città ha da tempo un sistema scolastico di esempio e riferimento per l’intera regione, grazie a dirigenti scolastici lungimiranti e docenti motivati, ma anche grazie al senso di responsabilità dei genitori dei nostri studenti, sempre vigili al buon funzionamento dell’istituzione scolastica, all’insegna di un grande lavoro di squadra, che garantisce ai più piccoli una serena e sana crescita culturale sempre al passo coi tempi.
Prefazione
Vito Cappiello
Progettare una scuola potrebbe sembrare operazione semplice, in presenza di norme, regolamenti, a cui rifarsi. In effetti, per chi davvero si occupi di progettazione, l’operazione non è poi così semplice, né così meccanica. Ogni operazione progettuale richiede di avere una visione sul ruolo che il progetto dovrà svolgere in relazione ai suoi specifici utenti, allo spazio che occuperà, al messaggio che comunicherà.
In una parola richiede che l’opera compiuta esprima e comunichi un’idea (un “concept”, si usa dire oggi) molteplice, diretta non solo a chi la utilizzerà, ma anche a chi non la utilizzerà direttamente.
Ogni architettura è un messaggio specifico e generale, connesso al proprio ruolo nella funzione specifica che assolve, al contesto urbano e paesaggistico, all’immaginario che suscita, alla prefigurazione sociale a cui rimanda.
Si è assistito talvolta alla realizzazione di scuole che o costituivano malamente la traduzione in pietre della più pedissequa lettura delle norme esistenti, o, viceversa, alla pietrificazione della visione architettonica dell’autore, senza quasi nessun rapporto con la psicologia dei suoi utenti, con la volontà di comunicare un gioioso rapporto dello studente con la conoscenza, con la scoperta, con il desiderio di porsi domande. In particolare, il progetto di una scuola dell’infanzia dovrebbe rispondere a questi presupposti, e tradurre la sua matericità in modo da suscitare allegria, curiosità, fiducia nella possibilità di porsi interrogativi e di intravedere una strada per raggiungere delle possibili risposte.
Contemporaneamente una scuola, anche dell’infanzia, è un’opera con valore civile, manifestazione, in quanto opera di architettura, di un rapporto con un luogo, con un paesaggio, con un’attesa.
La scuola che viene presentata in questa pubblicazione sembra trasmettere molti di questi messaggi. Da un lato è progettata secondo norma, ma non è la pura e semplice traduzione di quelle norme, quegli standard, quegli indici e quei numeri. Comunica una diversità e una appartenenza.
Diversità dalla media delle scuole realizzate come una pura e semplice operazione tecnico-amministrativa, diversità nella scelta delle componenti generali, che sembrano leggere ed esplicitare le caratteristiche del luogo, diversità nel lessico, che supera la logica delle aperture viste come puri captatori di luce, delle pareti viste come pura divisione fra interno ed esterno, nella scelta di elementi interni ed esterni, forse “non indispensabili”, ma “necessari” per suggerire ai bambini attraverso il gioco la necessità di porsi domande, di scoprire, di guardare.
L’arredo stesso e gli elementi che decorano le pareti interne sono concepiti come un “puzzle”. La doppia altezza dello spazio comune fa piovere la luce naturale dall’alto, suggerendo il percorso del sole durante le giornate e le stagioni.
Parafrasando una celebre espressione, possiamo insomma considerare questa architettura una piccola “machine à éduquer”.
Introduzione
Angelo Verderosa
La scuola dell’infanzia è il primo passo nel percorso formativo italiano; è sicuramente una relazione straordinaria quella che il bambino di tre anni, uscendo per la prima volta dal microcosmo domestico, stabilisce con i nuovi luoghi.
Si formano immagini e si vivono emozioni che resteranno nella sua memoria per sempre: l’infanzia è una fase preziosa e delicata per l’educazione dei bambini, giovani e cittadini in divenire.
I nuovi luoghi disegnati e realizzati a Faiano stimolano lo sviluppo cognitivo del bambino, ponendo al centro della formazione soprattutto la visione e il gioco. Dalle ampie finestre della nuova scuola si vedono il mare e la montagna, l’orto e la vecchia scuola. L’orientamento, l’interazione dell’architettura col paesaggio all’intorno, col sole che sorge e che tramonta, sono essi stessi spunti di apprendimento che il bambino inizia a cogliere.
Per imparare a guardare anche all’interno delle mura, tra le aule sono stati realizzati dei grandi oblò che permettono ai bambini di esplorare, di curiosare, di guardare e di essere guardati. In alto, nella galleria, vi sono sculture cinetiche colorate, mentre sulle pareti vi sono triangoli, cerchi e quadrati, di diversa grandezza.
Lo spazio per giocare assume una connotazione centrale, luogo di accoglienza ampio, di incontro e di relazione.
Dalle aule interne si passa alle aule esterne, a contatto con il terreno, con gli alberi e con lumache e bruchi realizzati in legno, dove poter giocare e ancora imparare.
A ben guardare la scuola per l’infanzia realizzata a Faiano, primo tassello del “Polo scolastico” di progetto, diventa un grande laboratorio dei sensi per l’autoapprendimento del bambino, un luogo da esplorare, in grado di supportare e stimolare singoli e differenti percorsi di crescita.
L’iter di realizzazione è stato lungo e complesso, circa tredici anni dal progetto preliminare alla ultimazione dei lavori. Tre appalti: il primo, oggetto di contenzioso conseguente all’ ordine di demolizione dei pilastri difettati; il secondo ha visto l’abbandono dell’impresa che aveva praticato un ribasso eccessivo (47%); il terzo portato a conclusione.
Il progetto esecutivo originario, invece di risentirne, ha registrato un incremento qualitativo con le proposte migliorative praticate dall’ultima impresa.
Come non celebrare quindi un’opera felicemente ultimata dopo lunghi anni nel nostro Sud, se non con una pubblicazione? Operazione al pari di un as-built, una rendicontazione di come sono stati spesi i soldi pubblici, ma con un taglio narrativo, illustrativo e partecipato così come richiesto dall’Amministrazione Comunale di Pontecagnano Faiano per farne omaggio alla comunità.
Nel volume viene riportato il resoconto delle diverse fasi di progetto e di cantiere e di come sono stati impiegati i fondi comunali: dai disegni iniziali all’esecutivo, dai particolari costruttivi ai render, dalle foto scattate durante la costruzione dell’opera a quelle del giorno dell’apertura, con il corteo dei bambini che dalla vecchia scuola hanno raggiunto a piedi la nuova.
I testi del volume inquadrano l’evoluzione architettonica dell’edilizia scolastica in Italia, la trasformazione della scuola materna in scuola dell’infanzia (quest’anno si celebrano i 50 anni dell’istituzione scolastica), e la presentazione dei vari aspetti specialistici su cui è fondata l’opera realizzata.
L’obiettivo è stato quello di realizzare un luogo migliore, un edificio appartenente alla collettività e da questa riconoscibile come bene pubblico; “una scuola bella dove si possa imparare meglio”.