Poesia e giornalismo: due realtà che presentano analogie, al di là della scrittura in sé. Analogie delle quali ha parlato il direttore del quotidiano “Il Mattino”, Alessandro Barbano, in Cittadella già da qualche giorno, che, questa mattina in sala De Sica, ha proposto e commentato ai ragazzi della masterclass “Il Canto Notturno di un pastore errante dell’Asia”, di Giacomo Leopardi. “Le domande del giornalismo – ha esordito il direttore – sono le stesse che il pastore fa alla luna. Il giornalismo è la capacità di auscultare, come fa il medico con un malato. Ed è la capacità di trovare il rapporto che esiste tra i fatti e la domanda di informazione. Questo rapporto è la notizia”.
Trovare la notizia non è facile, soprattutto in una realtà dove tutto è disponibile tramite internet, che permette una fruizione rapida dei contenuti. “In questa realtà la professione del giornalista è quella di scegliere cosa pubblicare, perché una notizia può essere vera ma non reale. Se decontestualizzata può fare molti danni” ha aggiunto Barbano. I concetti di assoluto e di limite, presenti nel Canto, sono presenti anche nella professione giornalistica. Così come il dolore, del quale parla il Leopardi, che, trasposto nella realtà, è la cosa che più forma un giornalista, secondo il direttore: “Il giornalista entra nella dimensione del dolore e della rabbia delle persone. Dobbiamo entrare con rispetto, a passi felpati, capire cosa c’è nel profondo domandandoci come Leopardi “ed io che sono? In questo modo si tocca il cuore della notizia, ma tenendo il distacco tra quello che raccontiamo e quello che riteniamo sia giusto. Una capacità di astrazione che rappresenta l’equilibrio, difficilissimo da trovare, di questa professione”. Le conclusioni, affidate al direttore del Giffoni Experience, Claudio Gubitosi, hanno sottolineato l’importanza della presenza del direttore Barbano in questa edizione del Festival: “Quando Alessandro è arrivato qui, il 14 luglio, eravamo circondati dai fuochi. Mentre lui parlava l’Italia bruciava, la Campania bruciava. Da una parte i fuochi reali che distruggono, dall’altra il fuoco, quello positivo, che ancora una volta è partito da Giffoni”.
Musica e parole. Rime raffinate, emozionate. Un freestyle dedicato a Giffoni, ai giurati della categoria Elements +10, ed è subito Clementino show. Scugnizzo semplice il rapper napoletano, la sedia preparata per lui nella Sala Alberto Sordi ha assunto l’aspetto di un elemento d’arredo.
Non è rimasto seduto neanche per un attimo, la “Iena”, ospite alla 47esima edizione del Giffoni Film Festival come testimonial speciale del progetto di sicurezza e protezione sul lavoro dell’INAIL. L’umiltà è il suo valore aggiunto, la sua spontaneità ha fatto esplodere la sala di energia e vitalità. “Credete sempre nei vostri sogni miei piccoli amici – ha così esordito Clementino -. State con i piedi per terra e la testa alta con lo sguardo dritto alla meta. E poi, guagliù, mettevi il casco”. Senza troppi giri di parole il rapper partenopeo, verace come pochi. “La sicurezza, la protezione sul lavoro sono cose importanti. Fondamentali – ha continuato -. Tra un po’ avrete quindici anni e magari chiederete ai vostri genitori di comprarvi il motorino e un classico. Io un pò di anni fa sono caduto dallo scooter e se non avessi avuto il casco molto probabilmente non sarei qui a fare rap insieme a voi”.
Testimonianze semplici, dirette e immediate, raccontate tutte d’un fiato prima di arricchire il pomeriggio dei piccoli giurati di alcuni dei suoi brani più amati. “Non dobbiamo essere superficiali, dobbiamo scongiurare le tragedie. Qualche anno fa, dopo un mio concerto due miei fan persero il controllo della propria auto – ha sottolineato provato -. Uno dei due non ce l’ha fatta. Voglio dirvi una sola cosa, che spero portiate sempre con voi come se fosse una mia canzone, pensata e cantata apposta per voi. Quando comincerete a guidare, prima di partire indossate la cintura. Posate il cellulare”. Poi continua: “Io so parlare di musica, e con la musica – ha aggiunto – non sono uno snob che vuole imporvi delle cose. Vorrei però che con il mio linguaggio tanto vicino al vostro capiate l’importanza di questa cosa, l’importanza della vita”. Un’ebrezza di cose belle, vere e come fai a dargli torto, o a contestare il suo linguaggio così colorato. Arriva dritto ai giurati, e a Giffoni. “Portate questo messaggio ai vostri genitori – ha concluso la direttrice della sede territoriale INAIL Giovanna Iovino – non potevamo scegliere testimonial migliore, Clementino è un ragazzo della gente”.
Arriva a Giffoni con uno sguardo pieno di meraviglia e appena incontra i giornalisti dice: “Chi ha creato questo Festival è un Padreterno”. E’ cresciuta Cristiana Capotondi che arriva al Festival dopo aver interpretato in tv “Di padre in figlia” nel ruolo di Maria Teresa Franza e Lucia Annibali in “Io ci sono“. Due ruoli che le sono rimasti dentro e che si avvertono netti nelle sue parole: “Donna è saper essere educatrici di figli maschi, sorelle di fratelli maschi, compagne di uomini e amica di amici maschi. E’ importante saper raccontare la donna oggi, oltre la rabbia, oltre i luoghi comuni con la grammatica della leggerezza, della solarità, della sensibilità e dell’intuito”. La Capotondi parla dell’importanza della condivisione, dello scambio e del confronto, dell’importanza del cinema e della televisione nel raccontare storie che scuotano le coscienze. A testimoniare la scelta di perseguire per il momento in questo filone, l’attrice sta girando la storia di Nina, una donna che si trasferisce con la figlia in un paesino della Lombardia per la regia di Marco Tullio Giordana. Ha preso molto dai ruoli che ha girato: il desiderio, la necessità di battersi per le cose a cui si tiene, difendere le cose e i valori in cui si crede le appartiene molto. “Deve essere tutto riportato al centro dell’uomo, non siamo nelle macchine – ha concluso, poi l’invito ai ragazzi – studiate, allargatevi ma fate in modo che il centro torni a essere il nostro Paese”
All’attrice il Festival ha assegnato il Giffoni Experience Award.
L’inverno è arrivato… a Giffoni e con Jon Snow in persona. Il suo interprete Kit Harington, protagonista assoluto della serie dei record Il trono di spade, si è divertito ad incontrare il pubblico e i giovani giurati del Festival rispondendo al loro entusiasmo con altrettanto slancio: a chi gli diceva un emozionato “I love you” con voce tremante rispondeva subito con la stessa frase o si batteva il pugno all’altezza del cuore salutando poi con la mano e sorridendo timidamente. E quando una ragazza dal Qatar gli ha citato la frase cult di Ygritte ‘You know nothing, Jon Snow’ è scoppiato a ridere. Non sono mancati neppure i momenti di silenzi emozionati, tra cori da stadio e poster con foto che lo ritraggono in versione bionda-Daenerys (tratti dai suoi finti provini corredati di parrucca e andati in onda durante una puntata del talk show di Jimmy Kimmel). E una giurata australiana gli ha portato i saluti della mamma, a suo dire una delle più grandi fan de Il trono di spade al mondo. Prima d’iniziare la chiacchierata con il pubblico, l’attore britannico ha fatto una richiesta, prendendola in prestito da una scritta di un cartellone in sala: “Niente spoiler sulla stagione sette”. Le nuove puntate, in onda in contemporanea anche in Italia su Sky Atlantic HD, stanno macinando record su record, con oltre 16 milioni di spettatori totali in America per l’esordio del nuovo ciclo di episodi, il più visto nella storia del canale HBO per una premiere (tra i titoli battuti anche cult come I Soprano e Sex and the city). Davanti a queste cifre Harington continua a sorridere sornione e carico di orgoglio, anche se c’è stato davvero un momento in cui ha temuto che la sua avventura seriale fosse arrivata al capolinea: “Ho letto il copione della stagione cinque che si concludeva con una frase del genere, ‘Jon Snow muore con i suoi ricciolini neri’. Ho cercato di reagire senza andare nel panico, aspettando una mail ufficiale di licenziamento dalla produzione. È passata la prima settimana, poi la seconda, poi la terza senza che nulla accadesse, finché i creatori mi hanno convocati. Ho pensato: ‘Ecco, ora o mi danno il benservito o mi dicono che in qualche modo Jon risorge’. E per fortuna l’ipotesi giusta era la seconda, ma mi hanno imposto una totale riservatezza perché solo in quattro sapevamo l’evoluzione della storia. Ho fatto un salto enorme e ho esclamato. ‘Yeah!’. Che sollievo!”.
In italiano ha imparato solo ‘ciao’ e ‘grazie’ ma gli si legge in faccia una gratitudine immensa: “Mi chiedono sempre come sia cambiata la mia vita con la fama – aggiunge – ma io non mi aspettavo niente del genere, speravo di diventare attore, non di trasformarmi in celebrity, una parola che per inciso non mi fa impazzire. Dopo tutto la fama non è legata a me personalmente ma alla serie Il trono di spade. Nella mia carriera potrei non trovare mai un progetto di questo spessore e non potrei essere più riconoscente di averlo fatto, anche se dovesse dire rimanere intrappolato nei panni di Jon Snow per sempre. Dopo nove anni insieme lui fa parte di me e credo resterà sempre così”.
Blindatissimo sulle anticipazioni di trama, l’attore si è però concesso un desiderio sugli sviluppi sicuri di trama e ad un ragazzo che gli ha chiesto chi vedrebbe bene seduto sul famoso trono di spade ha risposto senza esitazione: “Secondo me se lo merita Tyrion”. E se lo dice lui…
Presentato oggi, nel corso della trasmissione live di Lira Tv, canale ufficiale di Giffoni, il primo CD della Sonora Junior Sax dal titolo Tachisax 73/2. Il patrocinio dal Giffoni Experience, già annunciato dal Direttore Claudio Gubitosi martedì 18 luglio, subito prima del concerto dell’orchestra nel Giardino degli Aranci, è stato sugellato dalla consegna del disco al Presidente Piero Rinaldi. I Sonora Junior Sax sono stati doppiamente protagonisti della giornata di martedì al Giffoni Street Fest, con un flashmob in Cittadella, in cui l’orchestra ha intonato il Valzer n.2 di Šostakovič, sigla ufficiale del Festival. Poi, nel concerto ufficiale i Sonora Junior Sax hanno spaziato dal pop alla musica classica, con brani come “Mambo n.8” e “Nessun Dorma”. Intervistati in trasmissione su Lira Tv da Simona Cataldo e Francesca De Simone, il Presidente del Giffoni Experience, Piero Rinaldi, il direttore dell’orchestra, Domenico Luciano, e i docenti Luigi Cioffi, Nicola de Giacomo e Angela Colucci hanno illustrato il progetto. “Siamo orgogliosi di aver concesso il patrocinio a questi giovani sassofonisti e percussionisti, più di 70 ragazzi che, insieme, formano un’orchestra vera e propria. Tachisax 73/2 rappresenta il loro primo CD e, attraverso il ricavato delle vendite, potranno acquistare nuovi strumenti. Ancora una volta, la musica e il cinema si incontrano, in un connubio perfetto.”. Queste le parole del Presidente di Giffoni Experience, Piero Rinaldi. Il Direttore dei Sonora Junior Sax, Domenico Luciano ha aggiunto: “L’idea del disco è nata dopo cinque anni dalla formazione dell’orchestra. I ragazzi lavorano con noi ogni mese, con prove per loro totalmente gratuite. Abbiamo pensato fosse di raccogliere in un cofanetto tutte le emozioni di questi cinque anni, inserendo classici della musica leggera, per cercare di far conoscere la nostra realtà e acquistare nuovi strumenti”. Ragazzi dai 9 ai 23 anni, provenienti dalle varie città della Campania, compresa Giffoni Valle Piana. “Provengono da tutta la regione e questo dimostra l’interesse dei genitori per le nostre iniziative. La musica diventa mezzo di aggregazione, di incontro ed emozione condivise. I proventi del CD serviranno a finanziare i corsi di perfezionamento e i viaggi dei ragazzi.” Ha aggiunto Luigi Cioffi, docente della Sonora Junior Sax.
Una passione travolgente, dunque, e Giffoni è il luogo giusto per contenerla e… condividerla!
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