Cristallini, Vergini Fontanelle, sono luoghi della Napoli più antica, rimasti sempre un po’ a margine della vita cittadina. E’ proprio in Via Cristallini che è nata Luisa De Magistris, una bella ragazza che grazie alla sua stupenda voce comincia a farsi conoscere in giro per il quartiere Sanità dove la chiamano a cantare nelle feste di famiglia: battesimi, comunioni, matrimoni. Un giorno un guappo di quartiere che frequenta l’ambiente dei teatri e dei Cafè chantant, come il famoso “Salone Margherita” della Galleria Umberto I, mette gli occhi su di lei e, per conquistarla, le prospetta la possibilità di realizzare i suoi sogni. Ma il destino ha deciso diversamente e la povera Luisa viene trovata morta nel cortile di un antico palazzo nobiliare. Da quel momento iniziano le indagini del Commissario Nicola Ruffo, proveniente dal commissariato di Salerno, che, insieme al suo fidato ispettore Alfredo Lezzi, percorre le strade e i vicoli della Napoli del 1906 alla ricerca dell’assassino della bella Luisa. Indagini raccontate nel terzo libro dell’ingegnere salernitano, di origini napoletane, Giuseppe Esposito:” Non c’è requie ai Cristallini. Il Commissario Ruffo e il lato oscuro della Napoli Belle Époque”, edito dalla “Stamperia del Valentino”, presentato venerdì sera al Circolo Canottieri Irno, durante una interessante serata organizzata dall’associazione culturale Parco Storico Sichelgaita, presieduta dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi, in collaborazione con il Club Inner Wheel Paestum “Città delle Rose”, presieduto dalla dottoressa Annamaria Alfano Esposito e dal Soroptimist Club Salerno, presieduto dall’avvocato Alma Alfano. Nel romanzo giallo compaiono anche personaggi noti dell’epoca come Eduardo Scarfoglio, Direttore de “Il Mattino”; Matilde Serao, Direttore di un altro quotidiano napoletano ”Il Giorno”, che nella storia assume un ruolo importante, e Salvatore Di Giacomo, “vestito come a un guappetiello”. A recitare alcuni brani del libro sono state le attrici per passione, Elena Mancusi Anziano e Pina Russo che hanno divertito il numeroso pubblico presente interpretando insieme, con grande ironia, le giaculatorie, le litanie mantriche salmodiate dalle donne napoletane che stringevano in grembo il teschio da loro adottato nel cimitero delle “capuzzelle”, l’ossario delle Funtanelle. Il giornalista Marcello Napoli ha evidenziato le grandi qualità letterarie dell’ingegnere Giuseppe Esposito:” Ha una grande velocità di scrittura che, unita alla sua passione per la scrittura e alla sua mente matematica di ingegnere, gli ha consentito di scrivere in poco tempo tre gialli e un racconto breve. Tutti preceduti da un grande studio dei documenti, degli usi ed anche della toponomastica dei luoghi dove si svolgono le inchieste”. La serata è stata allietata dall’esecuzione di canzoni classiche napoletane come “Era de Maggio”, “Voce e notte” e “I’ te vurria vasà”, scritte proprio negli anni in cui è ambientata la storia del libro, interpretate con grande bravura dal cantante Francesco Del Prete, accompagnato alla chitarra da Antonio De Martino, componenti del noto gruppo musicale “ I Michelemmà”.
Aniello Palumbo