“Nel 2020 le compravendite di abitazioni sono diminuite del 21% su base tendenziale. L’arretramento si è concentrato soprattutto nel primo semestre (-32%) ed è proseguito nella seconda parte dell’anno anno, ma con un’intensità più ridotta (-9%). La variazione negativa riflette soprattutto i timori per le ricadute della pandemia sull’economia del capoluogo” – è quanto emerge dall’analisi del 1° Osservatorio Immobiliare 2021 di Nomisma.
Il mercato residenziale
I prezzi delle abitazioni usate, secondo la rilevazione di Nomisma, sono arretrati solo leggermente (-0,4%) su base annuale. Siamo quindi di fronte alla terza rilevazione negativa che conferma come la richiesta di immobili residenziali si sia raffreddata già da qualche anno. Le abitazioni di nuova costruzione, per Nomisma, hanno fatto registrare un andamento dei prezzi in linea con quello dell’usato (-0,3%).
Nelle zone centrali le quotazioni sono calate per le abitazioni sia nuove (-2,5%), sia usate (-1,9%) mentre in periferia si è registrato un segno più, seppur d’intensità contenuta.
I canoni di locazione sono tornati a calare (-1,4%), in particolare in periferia (-1,6%). I rendimenti medi lordi da locazione dell’usato (4,1%) sono molto più bassi rispetto alla media dei mercati intermedi nazionali (5,4%), nonostante la vocazione turistica della città e con l’indotto economico generato dalle attività portuali.
Il comparto non residenziale
Nel 2020, riguardo al settore non residenziale di Salerno, c’è stato il più consistente calo di compravendite degli ultimi anni (-22% secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate). Il calo più vistoso si è registrato nel primo semestre (-42%), mentre nella seconda parte dell’anno le compravendite si sono mantenute invariate. L’unico settore che si è affermato come eccezione (+45%) è il segmento produttivo che però incide in maniera ridotta rispetto al totale delle compravendite.
Il calo di prezzi e canoni è stato generalizzato. Le quotazioni di mercato degli uffici e dei negozi sono calate per il tredicesimo anno consecutivo. Accentuato l’arretramento dei canoni (-1,9%): il rallentamento dell’attività portuale, che traina la domanda di spazi a uso ufficio di un nutrito numero di aziende di servizi, può avere inciso su questo calo. In ambito urbano, la diminuzione più consistente (-2,4%) ha interessato il Business District.
I negozi hanno presentato un calo del valore medio di mercato del -2,7%, la variazione più consistente dal 2015. I canoni sono diminuiti del -1,8%. La migliore capacità di assorbimento del mercato 8 mesi (anziché 11) e i livelli di sconto più bassi (14% contro 17%) dimostrano forti potenzialità in termini di turn over degli edifici, nonostante gli alti valori. I maggiori cali dei prezzi dei negozi si sono registrati in centro (-3,4%) rispetto alla periferia (-2,2%). I canoni hanno invece presentato una dinamica diversa, che ha particolarmente interessato la periferia (-2,8%).
Le previsioni sul mercato residenziale
Riguardo il settore residenziale gli operatori si attendono nuove flessioni per prezzi e canoni; il tutto è dovuto alla convinzione che le ricadute economiche dovute alla pandemia non abbiano ancora completamente dispiegato i loro effetti. Permane la fiducia di recuperare parte delle attività per cui l’arretramento di compravendite e locazioni è atteso su livelli più ridotti.