Riproponiamo questo articolo del 2011 (format “Mondo Scuola” a cura de “LaComunicazione”, pubblicato sul quotidiano ROMA-Cronaca Salerno) dedicato alla storia di Niky, un ragazzo di 17 anni affetto da una grave forma di asma che lo costringe a vivere su una barca, a bordo della quale segue le lezioni scolastiche.
Il mondo della scuola è fatto di storie, grandi e piccole, di ragazzi e ragazze, e dei loro docenti. Una di queste storie è quella di Niky, un ragazzo di 15 anni che frequenta il secondo anno del Liceo Scientifico “Severi” a Salerno. Niky è affetto da una rara forma d’asma, l’asma intrinseca, per questo motivo deve vivere il più vicino possibile al mare, perché l’aria di mare è l’unica che gli permette di respirare senza affanni.
Niky vive da un anno a bordo di una barca ormeggiata al Molo Manfredi di Salerno, la Walkirye, e da questa barca vive gran parte della sua vita. Compresa quella scolastica. Giusto un anno fa, quando Niky iniziò il suo percorso al “Severi”, fu messo a punto un progetto che si poneva come obiettivo quello di permettere a Niky di seguire le lezioni dall’imbarcazione in cui vive e di interagire con i docenti e con i compagni di classe nel modo più efficace possibile. Il progetto di educazione a distanza è stato pertanto denominato “Scuola in barca”, che segue nelle direttive e negli obiettivi di fondo quanto già attuato dalla scuola media di Capaci dove Niky ha compiuto il suo percorso di scuola secondaria di I grado.
Il principio di base è che Niky fruisca delle stesse lezioni di cui fruiscono i suoi compagni, negli stessi momenti e con gli stessi contenuti. Gli strumenti utilizzati perché ciò sia possibile sono la videoconferenza, che mette in comunicazione l’aula-auditorium in cui fa lezione la classe di Niky e la Walkirye che ospita Niky, e la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM). L’apporto sinergico di queste due tecnologie ha permesso a Niky di sentirsi esattamente come se fosse in classe, accanto ai suoi compagni e di fronte ad i suoi docenti. Il Ministero Dell’Istruzione, Dell’Università e Della Ricerca Scientifica, insieme all’Istituto Metid del Politecnico di Milano, ha coordinato la nascita e lo sviluppo del progetto, anche fornendo ai docenti metodologie di approccio alle tecniche di insegnamento a distanza.
Uno dei punti cardine del progetto è infatti quello di puntare al massimo sul valore della formazione dei docenti coinvolti, che sono anche affiancati da un collega esperto di nuove tecnologie, nonchè dei genitori di Niky, che svolgono la funzione di tutor. La lezione scolastica infatti, per usare una terminologia propria del marketing, è un servizio, ed il servizio per definizione è inscindibile dalla persona che lo eroga. L’altro punto fermo del progetto “Scuola In Barca” è l’utilizzo estensivo ed intensivo delle possibilità offerte dalla piattaforma della LIM, come ad esempio la possibilità di registrare le lezioni e di consultarle in qualsiasi momento, o come la possibilità di interagire a distanza.
D’altro canto, lo strumento della videoconferenza, attiva per 27 ore di lezione settimanali, permette proprio questo, in questo modo Niky può interagire anche con i suoi compagni e costruire così anche quell’ “Io sociale” che viene definendosi proprio in questa delicatissima età. Naturalmente in questo progetto è massimo il coinvolgimento dei genitori di Niky e dei suoi compagni: “Questa è stata la sfida per noi più difficile”, afferma il Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico “Severi”, Prof. Renato Peduto, “perché la presenza delle telecamere della videoconferenza e dello schermo dal quale appare Niky in collegamento dalla sua barca, fa sentire i ragazzi come all’interno di un ‘reality show’, come se stessero vivendo davvero il’Grande Fratello’, in un contesto del genere le interazioni degli alunni tra loro e tra gli alunni ed i docenti, oltre ovviamente a quelle con Niky, il nostro piccolo ‘protagonista’, sono per forza influenzate, la bravura dei docenti sta appunto nel far sì che queste interazioni siano il più spontanee e naturali possibile, anche se si tratta di una classe ‘speciale’, ma che svolgerà le sue lezioni nel modo più ‘normale’ possibile.”
PIETRO PIZZOLLA