La fabbrica confiscata alla camorra diventerà il simbolo del recupero sociale e della capacità di non lasciare indietro nessuno, assicurando possibilità ed occasioni a tutti. Si chiama “Istituto fine pena”, un grande progetto nazionale patrocinato dal Parlamento della Legalità e per il quale l’Amministrazione comunale di Eboli propone all’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati l’utilizzazione dell’ex Apoff a Santa Cecilia, lungo la Strada Statale 18. L’area con lo stabilimento confiscato alla camorra, su una superficie di circa cinque ettari, ospiterà così una struttura capace di seguire il percorso di recupero e reinserimento di detenuti prossimi alla libertà, con una strutturazione che, fisicamente e nel campo delle attività, metterà in condizione gli ospiti di reinserirsi a pieno titolo nella società esterna alla fine della pena, contribuendo alla rinascita di singoli e famiglie. Il progetto è stato presentato giovedì sera all’interno dell’ICATT di Eboli, l’istituto a custodia attenuata diretto da Rita Romano. Una scelta, quella del Parlamento della Legalità, che non nasce per caso, come ha spiegato il presidente, Nicola Mannino, nel corso della due giorni della legalità che ha coinvolto istituzioni, cittadini e scuole di Eboli. «Un progetto ambizioso ed importantissimo – ha detto Mannino – che si può concretizzare grazie alla disponibilità del sindaco di Eboli, Massimo Cariello, che fin da subito ha mostrato grande interesse per tutti i temi della legalità e per le condizioni di vivibilità di chiunque risieda e operi sul territorio di Eboli». Lo stesso sindaco di Eboli, Massimo Cariello, si è detto fiducioso nella possibilità di creare ad Eboli una struttura che sarebbe il fiore all’occhiello dell’intero Paese nel campo del reinserimento: «Con Mannino e gli uomini del Parlamento della legalità ci siamo ritrovati immediatamente sulla stessa lunghezza d’onda, perché sia loro, che la nostra Amministrazione, guardano alla legalità come la stella polare dell’azione quotidiana. Il Comune propone all’Agenzia per i Beni Confiscati l’utilizzazione dell’ex Apoff, forte di un progetto, delle ipotesi realizzative e del sostegno di quanti operano nel Parlamento della Legalità accanto a Mannino, a cominciare dal presidente onorario, Piero Grasso, che è anche presidente del Senato della Repubblica. Guardiamo con fiducia a questa possibilità che ci giunge attraverso l’intuizione di Giancarlo Presutto, consigliere comunale di Eboli, primo ispiratore del progetto, e del professor Carlo Pacella, che ha messo al servizio dell’idea la sua competenza accademica per la realizzazione concreta». L’arrivo ad Eboli di Nicolò Mannino, uno dei più gradi riferimenti, in Italia, nella lotta alle mafie per il ripristino della legalità, è stata l’occasione affinché il Comune di Eboli chiedesse al parlamento della legalità una vera e propria full immersion nella legalità, chiedendo proprio a Mannino di incontrare gli studenti delle scuole ebolitane. L’alfiere dell’antimafia, insieme con il vicepresidente del Parlamento della legalità, questa mattina si è intrattenuto con gli studenti di Liceo Classico, Liceo Scientifico, Liceo Artistico ed Istituto Industriale. «Incontri come quello di stamattina – ha detto il sindaco, massimo Cariello, nel rivolgere il suo saluto agli studenti subito dopo gli interventi degli assessori Angela Lamonica e Vito De Caro – sono straordinariamente formativi, perché aiutano le nuove generazioni a riflettere su quei fenomeni di illegalità che condizionano la vita quotidiana di ogni comunità». Poi è salito in cattedra Nicola Mannino, la cui traboccante capacità di attirare l’attenzione di tutti, a partire dei più giovani, è stata contagiosa, tanto da tenere al loro posto gli studenti per quasi tre ore, tutti attenti e partecipi ad un percorso fatto di racconti, aneddoti, indicazioni ed esempi che Mannino ha regalato loro. Anzi, il presidente del parlamento della Legalità ha voluto coinvolgere direttamente gli studenti ebolitani, proponendo loro sia la costituzione di un parlamento studentesco della legalità tra tutte le scuole cittadine, sia un’ambasciata della legalità, come avvenuto in altre parti d’Italia.