Sono terminate alle 16 di ieri le operazioni d’identificazione dei 32 migranti arrivati nella serata di ieri nel porto di Salerno a bordo della nave cargo “Rachel Borchard”. Durante i controlli è emerso che quattro di loro sono feriti. Nessuno di loro, però, è in pericolo di vita.
Non è chiaro ancora dove abbia avuto inizio il loro viaggio. La nave battente bandiera delle Isole Marshall era partita dal porto di Nemport, in Turchia. Il comandante ha detto di aver avviato le operazioni di salvataggio in acque greche. I 32 migranti sono stati trovati in mezzo al mare a bordo di un gommone che, da quanto si apprende, non aveva più il motore.
Gli investigatori ipotizzano che, quando è stato lanciato il “my day”, lo scafista si era già allontanato dall’imbarcazione.
I profughi provengono perlopiù da Paesi di area asiatica (curdi, iracheni e afgani) ma vi sono anche due bielorussi. Otto di loro hanno dichiarato di essere minorenni e sono stati presi in carico dai Servizi Sociali del Comune di Salerno; la restante parte sono tutti giovani – presumibilmente studenti – di età compresa tra i 18 e i 25 anni, a eccezione di un uomo di circa 50 anni. I 24 maggiorenni sono stati accompagnati in un centro di accoglienza temporanea di Eboli (Salerno) e saranno tenuti a rispettare il periodo di quarantena prescritto dalle norme anti-Covid.
Gli immigrati, in ogni caso, la scorsa notte sono stati sottoposti a tampone molecolare che ha dato esito negativo per tutti. Le operazioni sono state coordinate da Prefettura e Questura e hanno visto in campo Polizia di Stato e di Frontiera, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto.
La parte sanitaria, invece, è stata affidata ai responsabili della Sanità marittima (che hanno effettuato i controlli sullo stato di salute dei migranti e dell’equipaggio), all’Asl di Salerno, alla Croce Rossa e ai volontari della protezione civile. (ANSA).