“Io sono nato granata. Sono nato già tifoso della Salernitana”. Salvatore Orilia racconta la “Sua” Salernitana.

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La prima partita della Salernitana vista allo Stadio Vestuti da Salvatore Orilia, tifoso storico e carismatico della Salernitana, Presidente del “Salerno Club 2010”, è stata, nel Campionato di Serie C 1958 – 59, Salernitana – CRAL Cirio: “ Avevo dieci anni. Andai al Vestuti con mio padre (Aniello Orilia). Vinse la squadra del CRAL Cirio per 3 a 2. Quell’anno la Salernitana finì all’ultimo posto in classifica, proprio dietro il CRAL Cirio, ma non venne retrocessa perché era in atto la riforma della Serie C che prevedeva, per l’anno successivo, il ritorno ai tre gironi e quindi non era prevista alcuna retrocessione”. Salvatore Orilia è sempre stato tifoso della Salernitana:”  Abitavo in Piazza Alberto Ali, vicino allo Stadio Vestuti. Giocavo sempre a pallone proprio dove c’è la Curva Sud che all’epoca ancora non era stata costruita: c’erano solo la Tribuna, i Distinti e la Curva Nord. All’epoca, su Via Nizza, dove adesso ci sono gli uffici comunali, c’erano i bagni pubblici. Passavano poche auto e noi potevamo giocare tranquillamente con il pallone che però ogni tanto finiva oltre il cancello dello stadio. Per recuperarlo scavalcavamo il cancello in tutta fretta, prima che arrivasse il custode dello stadio, che era Angelo Carmando il papà di Bruno. Gli amici che stavano fuori dal cancello, appena lo vedevano arrivare con i suoi cani ci avvertivano dicendo:” Currit’, currit’. Sta arrivanne ‘Ngiulillo”. Orilia ha una collezione di magliette della Salernitana di cui va fiero:” Sono oltre trenta! Sono il mio tesoro. La prima che ho avuto è stata quella regalatami dall’’attaccante Gabriele Messina che disputò in granata il campionato di serie C1 1979 – 80, segnando 15 reti che permisero a lui di vincere la classifica dei marcatori e a noi di raggiungere per la prima volta la finale di Coppa Italia di Serie C”. Per Orilia i giocatori sono tutti uguali:” Sono sicuro che ogni giocatore quando scende in campo dà l’anima. La giornata negativa può capitare a tutti”. Tre però lo hanno colpito particolarmente:” Gattuso, Muiesan e De Divitis”. Tra i migliori allenatori Orilia ha citato Giancarlo Ansaloni:” Sono tanti gli allenatori che hanno fatto bene a Salerno, come Tom Rosati, Delio Rossi, Franco Viviani che era molto attaccato alla maglia. Un giocatore mi raccontò che Viviani rimproverava i giocatori che dopo la partita, mentre si spogliavano per fare la doccia, mettevano a terra la maglia della Salernitana, ormai sporca, per poggiarci i piedi. Prima dell’ingresso in campo chiedeva ai giocatori, per caricarli: ”Di che colore è il cielo?” e tutti rispondevano insieme gridando: ”Granata”. Non bisogna mai dimenticare però Giancarlo Ansaloni. Grazie a lui e a Peppino Soglia, che era un trascinatore, dopo tanti anni, conquistammo la Serie B nel 1989 – 90”. Una delle partite che più è rimasta impressa ad Orilia è stata quella con il Palermo nel Campionato Serie C1 1989 – 90:” Perdemmo in casa 2-0. Vedemmo compromessa la possibilità di andare in Serie B. Negli spogliatoi eravamo tutti amareggiati. Io e il Presidente Soglia piangevamo. Per la rabbia diedi una testata nel cancello di ferro che portava alla tribuna. Fortunatamente la domenica seguente vincemmo a Brindisi con un gol di Agostino Di Bartolomei che ci consentì di andare in Serie B insieme al Taranto”. Orilia ha pianto anche quando, nel 2005, la Salernitana di Aliberti, per motivi economici, fu esclusa dal campionato di Serie B pur avendo la squadra conquistato sul campo la permanenza nella categoria:” Quando il professor Aniello Salzano mi confermò la notizia il mio cuore sprofondò”. Orilia ha ricordato di aver rifondato il Centro di Coordinamento Salernitana Club insieme a Raffele Autuori e Vincenzo Raimo:” Raggiungemmo i dodicimila iscritti, con l’adesione di ottanta Club. Ero addetto al tifo e trasferte e nel Campionato di Serie A 1998 – 99, portai a Roma dodicimila spettatori. L’autostrada per Roma si colorò di granata grazie al corteo di auto con le bandiere dei tifosi”. Nel 2010 Orilia insieme con altri amici lasciarono il Centro di Coordinamento per fondare il “Club Granata 2010:” La mia più grande soddisfazione è che questo Club è composto da oltre sessanta soci. Professionisti con un’età media di 45 anni. Uno più tifoso dell’altro”. Orilia era molto amico di Carmine Rinaldi, il Siberiano:” Mi ascoltava molto. Lui trascinava la Curva anche se stava dietro le quinte”. Orilia è un Salernitano DOC:” Sono orgoglioso di essere nato a Salerno. Sono stato fortunato a nascere in questa città che amo e ad avere avuto mia madre, Mattea, e mio padre, Aniello, che mi hanno dato una grande educazione. Sono stato fortunato perché ho la possibilità di fare il tifo per questa maglia, per questa grande squadra che per me è tutto. Sono nato salernitano e morirò salernitano”. Naturalmente prima di tutto viene la famiglia:” Con mia moglie Giuseppina abbiamo tre figli: Filomena, Mattea e Aniello, che è più tifoso di me. Ho sei nipoti: Alessandro, che segue tutte le partite della Salernitana, anche in trasferta; Lorenzo e Stefano anche loro grandi tifosi.  Abbiamo tutti l’abbonamento della Salernitana. Anche i più piccoli vengono qualche volta allo stadio: Salvatore, Maria e Samuele che però è tifoso dell’Avellino”. Per Orilia la Salernitana è stata anche un calvario:” Ricordo quando i Presidenti non riuscivano a pagare i calciatori. Un anno Bruno Carmando staccò un assegno per consentire ai giocatori di andare a giocare a Reggio Calabria. Un anno facemmo la colletta davanti allo stadio per pagare il viaggio ai calciatori che dovevano andare a giocare a Messina. Oggi i tifosi e alcuni giornalisti si lamentano e attaccano Lotito. Se avessero vissuto quei momenti probabilmente capirebbero che significa avere una società che dà sicurezza e tranquillità alla squadra. Lotito ha mantenuto le promesse fatte. Ci ha portato in serie B. Ha comprato il Cavalluccio. Dobbiamo dargli fiducia e unirci attorno a lui, a Fabiani e a Mezzaroma che sarà il futuro presidente della Salernitana. I veri tifosi stanno vicino alla squadra anche nei momenti di difficoltà”. Orilia ha anche ricordato il fallimento della squadra con   Lombardi:” Volle fare per forza il Presidente, non dando spazio a nessuno. Non diede spazio soprattutto al suo amico, il Vicepresidente Vittorio Murolo, con il quale io avevo un bel rapporto. Era una persona perbene. Ha speso più di quattro milioni di euro per la Salernitana. La Ferrari che fu regalata ad Arturo Di Napoli non la donò lombardi ma Murolo che promise a Di Napoli di regalargliela se avesse superato i venti gol fatti e la Salernitana avesse vinto il campionato. Lombardi poi ci portò Joseph Cala. Fu la ciliegina sulla torta. Fortunatamente durò poco”. Lo scorso 18 aprile è stata inaugurata la nuova sede del “Club Granata 2010: ” C’è stata una grande festa alla quale hanno partecipato il Sindaco Vincenzo Napoli, Piero e Roberto De Luca, l’Assessore Mimmo De Maio. Sono venuti anche il Direttore Sportivo della Salernitana Fabiani, che ha regalato una targa al Club, con il team manager Avallone e il dirigente Bianchi. C’erano anche l’allenatore Bollini e i calciatori Donnarumma, Odjer, Coda, Tuia, Bernardini, Sprocati e Rosina che ci hanno regalato una maglia della Salernitana e un pallone. Lunedì è venuto anche il Presidente Marco Mezzaroma. Nel nostro Club vengono tutti. Solo Papa Francesco non è venuto. Siamo andati noi da lui, a Roma. Gli abbiamo regalato un piatto in ceramica, la maglia della Salernitana e la sciarpa del nostro Club con lo slogan ”Salernitana Club 2010.Con te da sempre”.

Aniello Palumbo