Giorgio Napolitano, come ampiamente annunciato da tempo, ha firmato la lettera di dimissioni con la quale rimette il mandato di Presidente della Repubblica, che durava dal 2006.
E’ stata dunque ammainata la bandiera italiana dal Palazzo del Quirinale.
Il Presidente del Senato Piero Grasso svolgerà funzioni di supplenza fino a quando non sarà eletto il successore di Napolitano.
Spetterà al Presidente della Camera Laura Boldrini convocare il Parlamento in seduta comune e presiedere le sedute di elezione del nuovo Capo dello Stato, come da dettato costituzionale.
Se sul piano istituzionale i passi sono chiari, non lo è affatto sul piano politico la partita per la successione di Napolitano al Quirinale.
Come nel 2013, toccherà ancora al Partito Democratico “dare le carte”, questa volta però Matteo Renzi non è nell’ombra, ma è a capo del Governo.
Nel 2013 le “impallinate” prima a Marini e poi a Prodi di fatto costarono la segreteria a Bersani, che pure era convinto di avere gioco facile viste le elezioni della Boldrini e di Grasso a Montecitorio ed a Palazzo Madama.
Dal Pd, l’ultima in ordine cronologico è stata la governatrice del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani, viene confermato che ci saranno incontri con tutte le forze politiche e che in ogni caso, dal quarto scrutinio in poi, basterà la maggioranza semplice per eleggere il nuovo Capo dello Stato.
Si chiama di nuovo fuori Mario Draghi, il Presidente della BCE che secondo alcune voci l’Ue vorrebbe al Quirinale per evitare eventuali scenari di uscita dall’Euro (gli stessi che sarebbero poi costati cari a Berlusconi e Tremonti), mentre Romano Prodi (già “impallinato” nel 2013) viene visto come personalità troppo ingombrante per Renzi.
Il premier nei suoi colloqui non ha fatto mistero che non gli dispiacerebbe vedere una donna al Quirinale, fuori dai giochi per motivi di salute Emma Bonino (che pochi giorni fa ha annunciato di essere ammalata di cancro ai polmoni), due nomi caldi sono quelli di Anna Finocchiaro e di Maria Pia Garavaglia.
Proprio l’ex Presidente della Croce Rossa Italiana, nonchè ex vicesindaco di Roma (giunta Veltroni) ed ex Ministro della Sanità (1993, Governo Ciampi) sembrerebbe la candidata ideale, essendo cattolica (dopo il laico Napolitano) e moderata.
Quello che sembra certo è che il Pd prima di sbilanciarsi su un nome farà in modo che questo sia condiviso da tutto il partito.
Per ciò che riguarda le altre forze politiche, da Forza Italia viene chiesta una figura di garanzia, che riequilibri lo sbilanciamento a sinistra delle cariche istituzionali, mentre Ncd per bocca del Ministro dell’Interno Angelino Alfano chiede che l’elezione del Capo dello Stato non si riduca ad una tornata di elezioni primarie del Pd.
Lega e M5S per il momento rimangono a carte coperte, soprattutto il movimento di Grillo, che fa sapere che a tempo debito, il processo di selezione del candidato sarà pubblico ed online. Anzi i capigruppo M5S di Camera e Senato chiedono a Napolitano di rinunciare alla carica di Senatore a vita.