Una corona di fiori del Partito Democratico, il gonfalone della città di Napoli e una corona di girasoli del sindaco di Roma sono stati i primi omaggi a Napolitano nel cortile d’onore del Senato, di fronte alla camera ardente allestita in sala Nassirya.
E’ lunga la fila in corso Rinascimento dei cittadini in attesa di rendere omaggio al feretro di Giorgio Napolitano. Sono alcune decine le persone in attesa di entrare a Palazzo Madama, ordinate dietro le transenne che costeggiano il marciapiede. Nella sala dove è esposta la salma dei presidente emerito continuano ad arrivare anche parlamentari ed ex cariche dello Stato.
Non solo la politica ha reso ieri omaggio a Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, morto venerdì sera all’età di 98 anni. E’ infatti un fuori programma di Papa Francesco – almeno per la stampa parlamentare tenuta all’oscuro – a movimentare la giornata dell’omaggio a Palazzo Madama.
Saranno funerali di Stato laici quelli che si celebreranno alle 11.30 di martedì 26 settembre nell’emiciclo della Camera dei deputati per il Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, morto venerdì scorso all’età di 98 anni. Le esequie saranno trasmesse in diretta televisiva su Rai 1 e su maxi-schermi appositamente predisposti in Piazza del Parlamento.
E’ la prima volta che un funerale si terrà nell’Aula di Montecitorio, mentre non è la prima volta che si svolgono esequie di Stato laiche di rappresentanti delle istituzioni. Prima di Napolitano a scegliere il rito laico furono gli ex presidenti della Camera Nilde Iotti e Pietro Ingrao le cui esequie furono celebrate all’aperto in Piazza Montecitorio.
Ma in cosa consiste un funerale laico? L’alternativa alla funzione religiosa, prevista per chi non aderisce a nessun credo, non ha un rituale precostituito. E non essendoci un officiante a celebrarlo possono essere persone vicine al defunto. E’ un momento di ricordo collettivo affidato a orazioni funebri e agli interventi di familiari, amici, colleghi e chiunque gli sia stato accanto. Al funerale di Nilde Iotti, fu lo stesso Napolitano a pronunciare una delle orazioni.