Musicoterapia per malati di Parkinson ad Angri

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In questi giorni abbiamo visti in numerose città lo svolgersi della festa della musica. Ad Angri (Sa) si è svolta una serata particolare con la presenza sul palco di una band composta esclusivamente da malati di Parkinson.

Questo evento porta in evidenza ancora una volta l’importanza della musica come terapia complementare nei malati di Parkinson.

In quest’articolo prenderemo in esame la musica come.terapia nel parkinson avvalendoci anche della consulenza della dott.ssa De Micco, neurologa e ricercatrice,una dei massimi esperti della musica e del suo rapporto con il parkinson.

La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso e ha effetti devastanti sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono. I sintomi comuni includono tremori, rigidità muscolare, problemi di equilibrio e movimenti rigidi. Questa malattia cronica non ha ancora una cura definitiva,anche se per il futuro tutti si aspettano risultati incoraggianti. Nel frattempo numerosi studi stanno dimostrando che la musica può svolgere un ruolo significativo come terapia complementare per alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Numerose ricerche hanno già evidenziato gli effetti positivi della musica nel trattamento dei sintomi motori e non motori nei pazienti affetti da Parkinson. La musica è in grado di stimolare il sistema dopaminergico, che è compromesso nella malattia di Parkinson. La dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del movimento, è scarsamente prodotto da alcune aree del cervello nei pazienti con questa patologia. Ascoltare e suonare musica attiva queste aree cerebrali, aumentando i livelli di dopamina e migliorando la mobilizzazione e la coordinazione motoria.

Un altro aspetto importante dell’utilizzo della musica come terapia complementare è il suo impatto sull’aspetto emotivo dei pazienti. La depressione e l’ansia sono spesso associati al morbo di Parkinson, e la musica può essere un potente strumento per alleviare queste condizioni. La musica ha un impatto positivo sulle emozioni, stimolando la produzione di endorfine e serotonina, ormoni che sono coinvolti nel benessere e nel miglioramento dell’umore. Inoltre, la musica può aiutare i pazienti a concentrarsi su qualcosa di positivo, distogliendo l’attenzione dai sintomi e favorendo la sensazione di piacere e relax.
Per saperne di più sull’importanza della musica come terapia complementare nei malati di Parkinson, abbiamo intervistato la dott.ssa De Micco, neurologa e ricercatrice esperta nel campo delle neuroscienze. La dott.ssa De Micco ha condotto numerosi studi volti ad identificare le cause della malattia di Parkinson.

Secondo la dott.ssa De Micco: “La musica può svolgere un ruolo fondamentale nel miglioramento dei sintomi motori e non motori nei pazienti con Parkinson. È importante notare che la terapia musicale non sostituisce i trattamenti convenzionali, ma può supportarli in modo significativo. La musica stimola le attività cerebrali e favorisce la plasticità neurale, cioè la capacità del cervello di adattarsi e creare nuove connessioni”. La dott.ssa De Micco sottolinea anche il ruolo dell’attività musicale nella promozione della mobilità e della coordinazione motoria: “La pratica di strumenti musicali come il pianoforte, la chitarra o il violino ha dimostrato di essere particolarmente efficace nel miglioramento della coordinazione e della flessibilità motoria. Inoltre, il canto e la danza possono stimolare la respirazione, l’equilibrio e la postura, che sono spesso compromesse nella malattia di Parkinson”.

In conclusione, l’utilizzo della musica come terapia complementare può portare numerosi benefici per i malati di Parkinson. Oltre ad alleviare i sintomi motori e migliorare la coordinazione e la mobilità, la musica ha anche un impatto benefico sull’aspetto emotivo dei pazienti, favorendo il benessere mentale e il miglioramento dell’umore. Speriamo che questa terapia possa trovare una maggiore diffusione e venga sempre più considerata come parte integrante dell’approccio di cura per i pazienti affetti da Parkinson.