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Monsignor Andrea Bellandi ,Arcivescovo della Diocesi di Salerno, Campagna e Acerno sarà allo Stadio Arechi il 13 marzo per assistere alla partita Salernitana – Pisa :” Ci sarò sicuramente: non so se mi porteranno in curva, anche se mi piacerebbe. La Salernitana sta attraversando un buon momento, mi auguro che continui a scalare posizioni in classifica”. L’augurio di Monsignor Bellandi alla squadra della nostra città è stato formulato, ai giornalisti, prima dell’inizio della sua relazione sul tema “La Chiesa e lo Sport” scelto dal dottor Enzo Todaro, Presidente del Panathlon Club Salerno, che ha definito il Vescovo Bellandi :” Un prelato di strada: nel senso che si colloca nella realtà in cui è chiamato a svolgere il suo alto magistero. E’ un pastore di anime”.
Monsignor Bellandi che è nato vicino allo stadio comunale “ Franchi” di Firenze, ha giocato a calcio fino all’età di 18 anni:” Da dilettante, in una squadra di un rione di Firenze che giocava in seconda categoria. Giocavo nel ruolo di difensore e qualche calcio lo dovevo dare, anche se nei limiti del sano agonismo, nel rispetto dell’avversario. Poi ho smesso perché già frequentavo il seminario”. Monsignor Bellandi ai tanti presenti nella grande sala del al Lloyd’s Baia Hotel ha spiegato il legame, storico, esistente tra Chiesa e Sport:” La comunità ecclesiale vede nello sport un valido strumento per la crescita integrale della persona umana. La pratica sportiva allena allo spirito di sacrificio e se ben impostata favorisce la lealtà nei rapporti interpersonali: l’amicizia e il rispetto delle regole”. Bellandi ha ricordato che Papa Giovanni Paolo II è stato un grande sportivo e che: ” Si deve a lui la creazione della sezione “Chiesa e Sport” che dal 2004 ha studiato e promosso una visione cristiana dello sport”. Bellandi ha anche spiegato la dimensione spirituale dello sport” Che è una forma di ginnastica del corpo e dello spirito, come ha detto Giovanni Paolo II”. Lo sport che è anche armonia e rispetto delle differenze:” Deve promuovere l’uguaglianza tra gli esseri umani. Lo sport è un segno che la pace è possibile ed è anche solidarietà. Come nella vita anche nello sport bisogna sapersi mettere in gioco, con coraggio ed entusiasmo: non bisogna accontentarsi di un pareggio mediocre, ma bisogna dare il meglio di se stessi spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre”. (foto di Antonello Venditti).
Aniello Palumbo