Nella giornata di oggi i militari della stazione di Vietri sul Mare, agli ordini del comandante Gerardo Ferrentino, hanno dato esecuzione a due misure cautelari in carcere nei confronti di un 57enne ed un 37enne, entrambi di Cetara, ritenuti responsabili di abusi sessuali, perpetrati nel tempo, nei confronti di diversi minori cetaresi tra i 14 e i 15 anni.
Il provvedimento del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno su richiesta della Procura della Repubblica a conclusione dell’attività d’indagine scaturita da alcune denunce.
Era stato lo zio di uno dei ragazzini a porre fine a questo giro di barbarie trovando uno dei presunti orchi nel bagno insieme ad un bambino. A quel punto ha chiamato altri genitori e ne è nata una furiosa lite.
Nell’accertare cosa fosse accaduto, i carabinieri hanno scoperto che spesso in quel bagno si presentava anche un altro uomo, un 57enne che, convocato in caserma, avrebbe portato a proprio discapito una conversazione telefonica nella quale commentava assieme al 37enne cosa questi faceva con quei ragazzini addebitando a lui qualsiasi responsabilità.
Ma, ulteriori approfondimenti investigativi, hanno fatto emergere gravi indizi anche nei suoi confronti. Di qui le richieste di misure cautelare che sono state accolte dal giudice per le indagini preliminari, e l’esecuzione dei provvedimenti nella giornata di ieri.
Non si fermano le violenze sui minori e l’ultimo caso accertato a Cetara è gravissimo.
L’unica cosa che resta al palo è la mozione presentata a mia firma contro la pedofilia. Mozione che da ben quattro anni giace in cassetto ben nascosto del Governo, impegnato in campagne elettorali continue e mai a debellare uno dei problemi più sentiti della società moderna.
Nel 2013 ho chiesto al Governo di non tagliare le risorse per garantire i diritti sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, potenziando servizi sociali, lotta contro l’abbandono scolastico, contrasto alla povertà e accesso alla prevenzione e alle cure sanitarie soprattutto per i minori che vivono in un contesto di povertà relativa e assoluta.
Ho chiesto di aumentare il sostegno finanziario a favore delle famiglie a basso reddito, sia italiane che straniere, e di promuovere, di concerto con gli enti locali, campagne di sensibilizzazione a tappeto.
L’anno successivo, in occasione della Giornata contro la pedofilia, ho insistito, con una seconda mozione, nel chiedere l’esclusione del beneficio degli arresti domiciliari e il patteggiamento per gli accusati di pedofilia , l’istituzione di corsi di formazione nelle scuole per i docenti e il personale amministrativo e di un “punto di ascolto” all’interno delle scuole per alunni e genitori.
In entrambi i casi ho chiesto di valutare la possibilità di istituire una banca dati nazionale per il censimento dei minori in condizione di residenzialità assistita sul territorio nazionale.
Ma tutto ciò è rimasto lettera morta. E, mentre i grandi partiti politici si preparano ad affrontare l’ennesima campagna elettorale, i mezzi di contrasto alla pedofilia sono ancora un’illusione