l’Amministrazione Comunale di Minori scrive
Per cinque anni questa Amministrazione non ha avuto una opposizione politica in seno agli organi istituzionali. Ciononostante, la dialettica interna è stata stringente e spesso dura, determinando strategie più ponderate e obiettivi più precisi. Di questo i cittadini ci hanno dato atto, con lo strepitoso consenso espresso alle recenti elezioni.
Con la sopravvenuta presenza delle minoranze in Consiglio, c’era da attendersi un arricchimento della discussione e del confronto, a tutto vantaggio delle scelte in favore della collettività. Purtroppo così non è stato.
In particolare, il gruppo consiliare denominato “Progetto per Minori”, lungi dal fare propria l’ottica del bene comune, ha iniziato da subito pratiche ostruzionistiche nel tentativo di paralizzare il lavoro dell’ente. Decine e decine di richieste di documenti, spesso riguardanti singoli cittadini, talvolta indicati genericamente per categorie (es.: “tutti i contratti di lavoro di…”, “tutti gli atti giudiziari relativi a…”, etc.) hanno intasato gli uffici, rallentando pesantemente l’attività degli addetti.
A tutto questo si è cercato di far fronte non già limitando i legittimi diritti dell’opposizione, bensì regolamentandone l’esercizio a tutela dell’efficienza della macchina amministrativa. Come, del resto, prevede la legge.
Insofferenti a qualsiasi disciplina, i rappresentanti di “Progetto per Minori” hanno interpellato la Prefettura, confondendo evidentemente la propria funzione di controllo con l’arbitraria potestà di ostacolare il lavoro altrui. Ma sono stati clamorosamente smentiti: la Prefettura li ha richiamati a “non intralciare lo svolgimento dell’attività amministrativa con riflessi negativi sul regolare funzionamento degli uffici comunali”, precisando che le prerogative dei consiglieri comunali costituiscono “uno strumento di controllo e di verifica dell’operato dell’amministrazione, non per finalità personali bensì a tutela dell’interesse pubblico al corretto, efficiente ed efficace funzionamento delle istituzioni locali”.
In questa prospettiva si è mossa e continuerà a muoversi la scrivente Amministrazione, con l’appoggio dei tre quarti dell’elettorato. Chi ritiene di non condividerla può o adire i giudici o seguitare (anziché operare in concreto per il bene di tutti) a lamentare discriminazioni inesistenti.