Al via la V edizione de “I Percorsi delle Eccellenze: Agone Eleatico, Certamen Velinum e Mythos Festival”.
Un vero incontro salutare di cultura è quello proposto oggi in terra di Elea, spazio e tempo del Sud Italia amato e abitato da millenni da tanti popoli, tra cui i Greci che qui hanno lasciato tracce importanti della loro stupenda civiltà.
Il progetto odierno si realizza ovviamente qui grazie all’impegno fattivo dello staff tecnico-scientifico de I Percorsi delle Eccellenze: Agone Eleatico, Certamen Velinum, Mythos Festival. Ascea, antica città di Elea Velia, sito UNESCO Patrimonio dell’Umanità, Bandiera Blu della FEE.Ascea, apre quindi il sipario e vive l’atteso e ricercato momento culturale.
Oggi la patria di Parmenide e Zenone accoglie un gran numero di studenti e docenti provenienti da tutta Italia.
Gli studenti provengono dai Licei Classici e Scientifici, i docenti anche da qualsiasi altro tipo di scuola e con peculiare interesse ai temi filosofici. Ospite di eccezione quest’anno è Vecchioni. L’attenzione della giornata ovviamente è specialmente rivolta al cantautore-scrittore.
Presenterà il suo ultimo lavoro letterario: “Il mercante di luce”. Vecchioni, stasera, presso il palazzo De Dominicis-Ricci di Ascea Capoluogo presenterà la sua più recente piacevole fatica letteraria. Vecchioni è sposato con la scrittrice Daria Colombo, ha quattro figli e vive a Milano. E’ nato nel 1943 a Carate Brianza da genitori napoletani. Il noto cantante, dopo la formazione letteraria c/o la Cattolica di Milano (è laureato in lettere antiche), è stato assistente di “Storia delle religioni” e per oltre un trentennio docente di greco, latino, italiano e storia in vari licei classici di Milano e di Brescia per poi passare all’insegnamento universitario. Vecchioni cantautore è già noto alla massa. Il suo profilo oggi ci interessa specialmente in qualità di scrittore. Ha firmato diversi libri e saggi. Collabora con articoli di fondo e commento per i massimi giornali italiani. Come narratore nasce nel 1983 con “Il grande sogno”, un libro di prosa e poesia. Edito da Milano Libri. Poco dopo, nel 1996, pubblica la raccolta di racconti “Viaggi del tempo immobile”, per la casa editrice Einaudi. Nel 1998 segue la cura e compone la voce “Canzone d’autore” per l’Enciclopedia Treccani. Per volontà del MIUR nell’arco di tempo 1999-2000 incontra quasi diecimila studenti sul tema “Musica e Poesia” ai quali illustra l’evoluzione storica e letteraria della “forma” canzone dalle origini ai giorni nostri. Il suo primo romanzo “Le parole non le portano le cicogne” è del 2000 e viene pubblicato da Einaudi. Viene letto da ben 60.000 persone il suo romanzo breve successivo “Il libraio di Selinunte“. Sempre Einaudi nel 2002, pubblica la raccolta dei testi di tutta la sua produzione discografica col titolo “Trovarti amarti giocare il tempo”, curata da Vincenzo Mollica. “Diario di un gatto con gli stivali” (Einaudi) e la raccolta di poesie “Di sogni e D’amore”(Frassinelli) rispettivamente distribuiti negli anni 2006-2007. E ancora torna ai lettori con la poesia nel 2006 con “Volevo. Ed erano voli” (Edizioni Pescecapone). Segue il romanzo “Scacco a Dio“ del 2009, Edizioni Einaudi. Nel 2014 propone un nuovo romanzo, edito Einaudi, “Il Mercante di luce” e, più recentemente, nel 2016 narra le sue storie di felicità con il libro “La vita che si ama” (Einaudi), in libreria dal 5 aprile.Il protagonista dell’ultima piacevole fatica letteraria di Vecchioni è appunto Il mercante di luce. E’ il personaggio principale che partecipa la dinamica dell’esistenza e lo fa sottraendo al tempo che fugge inesorabile minuti istanti di senso. Riesce a cogliere le cose come emozione, come opportunità positiva, come probabilità di speranza.
«Io, in fretta, di corsa, nel tempo che ho e che abbiamo, ti voglio passare la bellezza. Noi, Marco, stiamo tentando di cantare un poema in una strofa».Le parole febbrili che un padre rivolge al figlio, per dirgli – prima che sia troppo tardi – quello che passa e quello che resta di un uomo. E per dirglielo nel modo che sente più suo: viaggiando con lui tra i versi dei lirici e tragici greci, che da sempre illuminano ogni cosa. Perché è lì, in Grecia, che tutto ha avuto inizio. Un romanzo impetuoso e poetico sull’amore per i libri e per la vita.Marco è ormai prossimo alla fine. Ha diciassette anni e soffre di progeria, una malattia che accelera vertiginosamente lo scorrere del tempo e condanna a una vecchiaia precoce. Suo padre, Stefano Quondam, fuori dal tempo e dal mondo ci si è sempre trovato, anche se in maniera diversa. È un professore di letteratura greca, grandissimo e misconosciuto, un Don Chisciotte che non ha mai smesso di combattere una testarda battaglia contro la stupidità e l’omologazione. Certo, è al tempo stesso un uomo imperfetto, pieno di difetti, ma vuole trasmettere al figlio quanto ha di più suo. E vuole credere con tutto se stesso che la bellezza che gli tempesta la memoria sia una luce cosí potente da svergognare il buio. Ma tra i due, chi è veramente il mercante di luce? Chi salva l’altro? Questa è la cronaca dei giorni di un ragazzo colto e curioso, emozionato di fronte a quello che sa della vita e a un padre che gliene spiega il senso, l’unico che conosce. Il filo che li unisce, che trasforma il pensiero in un racconto che non potrà essere dimenticato, è la poesia greca: un excursus appassionato, un viaggio in cui si rincorrono i grandi gesti e le tenere paure di poeti e poetesse dell’unico tempo possibile, quello tra il mito e l’invenzione. E sarà proprio qui, tra Omero, Saffo, Anacreonte, Sofocle, Euripide, in un punto sospeso tra pagine da sfogliare, passioni e vita vissuta, che troveranno il varco per salvarsi entrambi, perché non è possibile che «gli uccelli cantino quando passa la tempesta, e gli uomini non sappiano nemmeno esser felici del sole che gli resta». E potranno dire – forse – di non avere più paura, di morire e di vivere.
Preziosa, sostiene Paola De Roberto, Presidente dell’Associazione Achille e la Tartaruga, si è rilevata la macchina organizzativa. La De Roberto intende ringraziare Franco Ferrari, Francesca Gambetti, rispettivamente responsabile e coordinatore scientifico, Michele Abbate, Nicola Lanzarone, Anna Motta, Marika De Vita, componenti della commissione di valutazione e docenti del corso di formazione dei formatori, grande gratitudine indirizza poi agli ospiti di eccezione, ai Proff. Michael Erler, Stefano Poggi e Roberto Vecchioni. Un grosso grazie è rivolto al Presidente della SFI Francesco Coniglione per il suo sostegno costante all’iniziativa e al nutrito gruppo di lavoro di Achille e la Tartaruga (Stefania Giombini, Andrea Pastore, Silvano Cerulli, Enrico Volpe, Davide Mattei, Silvia Chirico e alle innumerevoli professionalità del territorio sempre disponibili). Grazie ancora al Comune di Ascea e al primo cittadino Pietro D’Angiolillo, all’assessore Valentina Pica per la costante presenza che dimostra il senso di responsabilità e l’amore per il proprio paese. Ulteriore nota di gratitudine, asserisce la De Roberto, è rivolta a Tania, Katia e all’insostituibile Felicia, senza le quali sarebbe impossibile realizzare questo evento.
L’Associazione “Achille e la tartaruga” e la Società Filosofica Italiana nei giorni dal 28 al 30 aprile intendono quindi formare e aggiornare il personale docente. Il Corso è riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca ai sensi della direttiva 90/2003 artt. 2,3 e 4 in quanto rientra nelle attività di formazione svolte dalla SFI, Ente qualificato dal MIUR per la formazione a livello nazionale. I docenti interessati alla partecipazione al Corso sono stati ammessi, a seguito della presentazione della preventiva richiesta della scuola di appartenenza e dopo il vaglio della Commissione di Valutazione del Progetto “I Percorsi delle Eccellenze”. E’ data opportunità attualmente di partecipare al riferito corso anche a chi non è un docente di Liceo, purchè dotato, come previsto dal bando, dei titoli idonei come lauree e abilitazioni specifiche. E’ bene che il corso si apra più ampiamente negli anni futuri anche a quanti partecipano l’esperienza formativo-educativa a vasto raggio nella scuola e tanto perché non vi è un sapere senza la varietà della complessità delle conoscenze. In tal modo si annullerebbe anche quella forma inspiegabile di eventuale abbrutito arroccamento di alcuni novelli o più temprati dirigenti nella concessione della necessaria autorizzazione a partecipare, costretti chissà perché ad assumere un orientamento fatto di perplessità e supportato talvolta dall’uso di argomenti cavillosi, magari di puro ingegno e di esclusivo apparente valore e fruibili al solo fine di porre veto a quei docenti veramente interessati e titolati a partecipare.
Emilio LA GRECA ROMANO