dall’A.N.P.A.R. (Associazione Nazionale per l’Arbitrato & la Conciliazione) riceviamo e pubblichiamo.
Dagli immigrati extracomunitari integrati (il più significativo tra gli altri casi), arrivano segnali positivi sulla validità della mediazione civile e commerciale e una lezione in materia di opportunità non sfruttate dagli italiani.
L’organismo internazionale di conciliazione e arbitrato dell’A.N.P.A.R. che, con più di 9.000 avvii di procedure conciliative, in poco più di due anni, non può non portare all’attenzione dell’opinione pubblica, dei politici e della stampa, un fatto eccezionale che, ben si inserisce quale segnale positivo, nella diatriba sul contesto immigratorio di questi ultimi tempi.
Veniamo al fatto. Due cittadini di origine indiana, soci di una società con sede legale in Liguria, pur in pendenza di due giudizi civili e due penali (querele e controquerele), consigliati dai rispettivi legali, hanno pensato bene di attivare una domanda di mediazione facoltativa, ai sensi dell’art. 2 del D. Lgs 28/2010 e s.m., in data 12 giugno 2015.
Ebbene, dopo tre rinvii il dott. Marenco Graziano, mediatore designato dall’organismo nonchè coordinatore regione Liguria dell’ANPAR e responsabile della sede operativa di Genova in data 4 settembre c.m. ha presentato presso la sede nazionale il verbale di concluso accordo.
Con detto verbale le parti hanno dichiarato di rinunciare reciprocamente ai procedimenti civili fra le stesse pendenti e segnatamente: per quanto ai processi Tribunale Genova NRG 3123/2014 e 4612/2014 e ancora RG 739/2014 e 7081/2013 (querele). Per quanto sopra e già costituente oggetto di controversia le parti hanno dichiarato e concordato di nulla più avere reciprocamente a pretendere.
Conclusione in poco più di un mese, tenendo conto del periodo feriale, con la professionalità del mediatore e l’assistenza degli avvocati, questi cittadini extracomunitari, ora contribuenti italiani, hanno evitato giudizi incerti, lunghi e onerosi.
“Una lite civile del valore di oltre 50.000 (escluso il risarcimento danni per le querele) – afferma il giurista d’impresa dott. Giovanni Pecoraro, presidente dell’organismo – “sarebbe costata alle parti circa 15.000 euro tra avvocati e spese di giustizia con la mediazione è costata 862 euro per parte” (sic!).