Medeae da Euripide in poi, mercoledì 9 al Tempio di Nettuno di Paestum, regia di Sarah Falanga.

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A GRANDE RICHIESTA,

torna in scena al Parco Archeologico di Paestum, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, lo spettacolo

“MEDEAE…da Euripide in poi”

Appuntamento per il 9 settembre 2020, al Tempio di Nettuno, alle ore 21.15

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 “Vorrebbero chiuderci…chiudere occhi e bocca e modellarci il pensiero, deviarlo, impaurirlo…Il pubblico non vuole bugie, soltanto verità! Medea torna in scena nonostante tutto…Richiestissimo l’incontro con il teatro, con la catarsi al cospetto della culla delle nostre radici: PAESTUM. I nostri spettacoli non distraggono, approfondiscono l’essenza di ogni uomo…Il pubblico vuole alimentarsi, non ubriacarsi di bugie! …e il coraggio di Medea vince su tutto!” – afferma la regista SARAH FALANGA

 

Lo spettacolo concluderà la decima edizione della Rassegna teatrale estiva “…dal Mito a + ∞”, curata dall’Accademia Magna Graecia

 

NOTE DI REGIA (Sarah Falanga):
Nel titolo dello spettacolo il genitivo latino del nome (Medea, ae), ossia “di Medea” : un intenso e delicato susseguirsi, legato da un filo di sangue, di quanto la letteratura di ogni tempo abbia dedicato a Medea.
È il viaggio di Medea, la visione “globale” del ruolo che questo personaggio ha avuto nel corso dei secoli. Euripide ha giocato sicuramente un ruolo decisivo. Infatti, fa da spartiacque tra due modi diversi di interpretare questa figura. L’elemento centrale della leggenda di Medea, o meglio quello che era divenuto centrale dopo Euripide, l’infanticidio, era stata un’innovazione del tragediografo ateniese rispetto alla tradizione precedente. Dopo il 431 a.C., la rappresentazione euripidea ha esercitato il suo influsso sulle letterature successive. Euripide, Seneca, Grillparzer, Alvaro, Pasolini, fino a Christa Wolf, sono compagni di questo viaggio teatrale verso Medea, per portare tutto quello che “di Medea” abbiamo imparato nei secoli.
Mi affascina il tentativo di giungere, per quanto possibile, alla base di tutte queste tradizioni, non con approccio scientifico, bensì come attrice e regista, con immaginazione e fantasia nutrite tuttavia da un’ampia conoscenza delle condizioni di vita di questa figura.

Tutti gli autori di Medea sono stati di supporto al riadattamento del testo che va in scena leggero, lineare, moderno nell’essenza e nella messa in scena.

Ecco una parte del prologo, scritto di getto, in un sol fiato, pensando a quanto di Medea vi sia in ogni donna attrice e spettatrice: “Io, Medea. E’ l’ultimo sguardo. Attraverso l’ultima stanza di questo palazzo che mi vide padrona, madre, tradita. Ora, la libertà! La libertà è l’esilio e la condanna a una missione suprema… Condanna di luce per l’eternità, per chi mi incontrerà. La luce di una scoperta. Scoperta e valore di una dignità. Esilio. Esilio. Esilio, si! Per ogni donna il racconto, la storia, il viaggio… Il meraviglioso sacrificio di un viaggio… Il mio castello, da ora in poi, è il mondo! Ed è affanno, è verità… E’ sofferenza di libertà… Ricomincia il gioco del dolore…

La scena è un ring entro il quale il pubblico è avvolto. Persa la dimensione abituale, rompendo la “quarta parete”, lo spettatore è al centro della vicenda, proprio come succede nell’animo di chi si trova, costrette a rivivere il suo dramma ogni volta che il teatro lo chiede, o meglio ogni volta che il “dovere di catarsi” richiama l’essenza di un personaggio teatrale. In scena sette Medee, che rivivono il tormento dell’uccisione come estrema ratio, fino a giungere all’epilogo che chiude il cerchio, che presagisce un nuovo inizio…il ritmo ininterrotto di un’esperienza che da secoli il personaggio è votato a donare al pubblico e dal quale non può esimersi (destino dal quale non può prescindere) ed in questo ciclo v’è l’eterno tormento, dal quale per sua stessa natura non può liberarsi nonostante l’estrema sofferenza di ogni spettacolo.

La donna, infatti, è piena di paura, vile di fronte alla forza; ma quando viene offesa nel suo letto non c’è altra mente che sia più sanguinaria. Donne di Corinto, vi parlo perché non abbiate nulla da rimproverarmi. Eccomi qua, questa l’ultima stanza del Palazzo? Ma no…se il mio palazzo è il mondo…questa non è che la continuazione di un viaggio..e ci sarà una nuova stanza, ed un’altra ancora…dove incontrare altri sguardi. Il mio viaggio nelle coscienze dell’eternità…Medea”
Medea: libera, magica e orgogliosa creatura!
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Riadattamento e Regia: SARAH FALANGA
Produzione: Accademia Magna Graecia

In scena la Compagnia stabile dell’Accademia Magna Graecia

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PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Spettacolo teatrale con posti numerati (nel pieno rispetto delle prescrizioni COVID-19)

Durata: 1 h 30

PER INFO, BIGLIETTI, ACQUSITO, PRENOTAZIONI:
333.7650338 (whatsapp)
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COSTO DEL BIGLIETTO:
– 28,00 € Intero
– 18,00 € Ridotto (ridotto 7-18 anni)
– Bambini 0-6 anni (gratis, in braccio ad un adulto)

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LOCATION e INGRESSO: Varco area del santuario meridionale (TEMPIO DI NETTUNO) – PARCO ARCHEOLOGICO di PAESTUM (SA).

Si specifica che la location dello spettacolo è raggiungibile solo a piedi, essendo zona pedonale, e dista circa 200 mt dal Parcheggio (custodito).
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Link all’evento: https://www.facebook.com/events/324702961918242/

Intervista alla regista SARAH FALANGA (2019) in merito allo spettacolo “MEDEAE…da Euripide in poi”: https://www.youtube.com/watch?v=zKPl80XVGaQ

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