Maturità, il giorno del quizzone (per l’ultima volta), poi via agli orali.

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L’ultima terza prova: oggi si chiude un’epoca per gli studenti delle superiori. Quella degli esami di maturità “vecchia maniera”, introdotti dalla riforma Berlinguer alla fine degli anni ’90: dall’anno prossimo si cambia e – se non ci saranno sorprese dell’ultimo minuto – la terza prova sparirà. L’esame 2019, quindi, sarà composto da tre prove in tutto (due scritti, più l’orale). In base alle novità introdotte dalla Buona scuola bis nel 2017 dal governo Renzi, la terza prova scritta lascerà il posto a un test Invalsi per saggiare le competenze dei maturandi in Italiano, Matematica e Inglese che si svolgerà (al computer) un paio di mesi prima degli esami. Ma che costituirà requisito necessario per accedere agli esami, assieme alla sufficienza in tutte le discipline, condotta compresa, e all’avere svolto le 200/400ore di Alternanza scuola – lavoro previste dalla legge 107.

Ma è ancora presto per dire addio al famigerato ‘Quizzone’. Oggi, infatti, i ragazzi sono costretti ad affrontare i temibili quesiti, anche se – secondo un’indagine di Skuola.net – in tanti hanno ricevuto un “aiutino” dai commissari per prepararsi all’appuntamento. Anche quest’anno, dunque, gli studenti si preparano a ripetere il ‘copione’ di sempre. Secondo un’indagine di Skuola.net, effettuata su 1500 maturandi, quasi 3 su 5 – in barba al divieto – hanno ricevuto informazioni dai professori su quali saranno le materie oggetto di terza prova. Alcuni di loro hanno addirittura ottenuto una “anteprima” sul contenuto delle domande.

Ma come funziona la terza prova? Questa è nata con lo scopo di verificare il grado di conoscenze acquisite dagli studenti nelle varie materie svolte durante l’ultimo anno delle superiori. Ha carattere multidisciplinare ed è elaborata dalla commissione d’esame, che sceglie la tipologia di prova e gli argomenti in base allo specifico percorso di studi e secondo le informazioni contenute nel Documento di Classe, compilato dal Consiglio di classe entro il 15 maggio. I professori interni e i commissari esterni decidono quindi quali materie inserire, la modalità di svolgimento e la durata della prova. Il voto massimo è di 15 punti, con la sufficienza fissata a 10.

Come detto, la terza prova di maturità è multidisciplinare e nozionistica: caratteristica, questa, che ha portato spesso gli studenti a cercare stratagemmi per evitare l’effetto sorpresa (in teoria non dovrebbero conoscere, fino al giorno d’esame, le materie contenute nello scritto) e per cercare di “azzeccare” più risposte possibile. Questo, forse, spiega il ricorso al tipico “aiutino”: non è un caso che, nel 2017 – secondo le rilevazioni di Skuola.net – la terza prova è stata, dei tre scritti, la più copiata. Circa il 32% degli studenti intervistati (su un campione di 1000 maturandi) dodici mesi fa aveva infatti ammesso “la sbirciatina”. In seconda prova il dato si era fermato al 30%, nella prova d’italiano al 22%.