“Gli idrocarburi non possono essere sostituiti da energie alternative, che per definizione non possono essere sostitutive del petrolio, e allo stesso tempo quando si parla di gas si dimentica che è un idrocarburo”.
E’ uno dei passaggi dell’intervista che Michele Marsiglia, Presidente di FederPetroli Italia, ha concesso ad H2Oil parlando di petrolio, idrocarburi ma non solo, passando per l’Union Energy fino all’attuale situazione del mercato energetico italiano e mondiale.
“In più di un’occasione – ha proseguito Marsiglia – la Commissione Europea, parlando di Union Energy, ha detto che è necessario ridurre la dipendenza da fonti fossili ampliando al contempo il mercato del gas dei 28 Stati membri, come se questo non lo fosse: una contraddizione, questa, che in più di un’occasione abbiamo fatto notare, anche in Audizione al Senato. Come FederPetroli Italia stiamo investendo molto, soprattutto in termini di infrastrutture, per la realizzazione di un hub italiano nel cuore del Mediterraneo per il GNL, il gas liquido più pulito e con una maggiore compatibilità ambientale, necessario in quei piccoli Comuni italiani che non sono raggiunti dalla rete del metano. Tra l’altro, troppo spesso si dimentica che nel nostro Paese l’indotto petrolifero non è bloccato, bensì ci sono pozzi che, pur essendo già stati trivellati, attendono le autorizzazioni per essere aperti. Il greggio non può essere sostituito da altre fonti energetiche ed è ancora lungi dall’esaurirsi, a differenza di quanto si è detto negli anni: molte previsioni si sono rivelate errate e le nuove tecniche estrattive, come ad esempio quelle utilizzate negli Usa, come fracking e shale oil, ridisegnano gli scenari di mercato”.
Sulla politica energetica italiana, Marsiglia ha le idee molto chiare: “E’ necessario velocizzare i processi autorizzativi, ci sono aziende straniere che se non hanno certezza regolamentare e di business non investono nel nostro Paese. La politica energetica va creata: un grande operatore come Eni dovrebbe dettare le linee guida da seguire, ma così non è. Il gruppo guidato da Descalzi a mio giudizio sta investendo troppo fuori dal nostro Paese, come in Egitto e Ghana, ma non dimentichiamo che anche il gas estratto a Zohr deve essere venduto. L’Italia ha invece bisogno dell’indotto proveniente dalla raffinazione. Inoltre trovo incredibile che, a seguito di quanto accaduto al Centro Oli di Viggiano, in Basilicata, l’indagine abbia bloccato la produzione, con danni per i fornitori e soprattutto per i dipendenti, con 240 persone in cassa integrazione”.
Il Presidente di FederPetroli non risparmia poi una stoccata allo Sblocca Italia: “Lo Sblocca Italia – ha detto Marsiglia – per paradosso ha bloccato tutto l’indotto energetico italiano, così come le infrastrutture. Di fatto, si è voluto togliere potere ai territori per portare le decisioni in materia energetica a Roma, ma è stata una strategia fallimentare: devono essere Regioni, Province e Comuni a decidere. Il referendum dello scorso aprile ha dimostrato che la situazione attualmente è in fase di stallo per quanto riguarda le piattaforme offshore”.
Nonostante le criticità seguite alla crisi economica mondiale, Marsiglia mostra una cauto ottimismo: “Dalla seconda metà del 2015 abbiamo assistito a una ripresa complessiva del settore, che va dall’estrazione alla raffinazione. C’è una nuova voglia di investire, nonostante molti costi siano stati ridimensionati, ma la situazione, soprattutto a livello mondiale, è positiva”.
Sulle prossime sfide che attendono FederPetroli, Marsiglia sottolinea che “la priorità in questo momento è ripristinare gli investimenti nel GNL e nelle infrastrutture nei mari italiani. Serve un prodotto liquido per i Comuni italiani che non hanno una rete di metanizzazione. Siamo stati contattati da più parti, soprattutto da Calabria e dal Sud Italia. Credo che questa sia la strada da seguire in questo momento”, ha concluso Marsiglia.