da Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale Salerno di Tutti, riceviamo e pubblichiamo
La Sinistra Salernitana sta entrando nel merito della discussione che si sviluppa sul progetto di revisione del Piano Urbanistico Comunale di Salerno. Sempre più appaiono evidenti gli “episodi” che caratterizzano una diffusa speculazione edilizia, un’aggressione selvaggia al territorio, alla quale l’Amministrazione comunale di Salerno non pone freno.
Si è consentita in dieci anni la realizzazione di 5.000 nuovi alloggi privati, sebbene in città si registri un decremento costante della popolazione, sebbene ci si trovi di fronte ad un patrimonio edilizio già esistente che conta 5.000 appartamenti vuoti e disponibili.
Perché gli imprenditori locali si danno da fare per mettere in produzione “oggetti” (le case), consapevoli che probabilmente non verranno mai venduti? C’è chi avanza l’ipotesi che si sia sviluppata una stretta complicità tra costruttori, banche, finanziatori che non ha niente a che fare con la “sana” crescita della città!
Se si entra nel dettaglio di quanto (e dove) si è realizzato, si scopre che tanti progetti sono stati oggetto di “varianti in corso d’opera”, che non hanno migliorato, anzi hanno compromesso la realizzazione di aree destinate a verde e servizi, previste dal Piano, indispensabili ai quartieri già pesantemente “congestionati”. Si guardi a quattro vicende significative.
L’area di fronte alla Centrale del Latte (zona San Leonardo/Fuorni AT R 44) era destinata a verde pubblico attrezzato; le case previste (n.200 alloggi) andavano costruite oltre il “carcere” di Fuorni, lungo la strada provinciale diretta a Giffoni. Una variante “planimetrica” ha consentito ai costruttori di realizzare le case nell’area destinata a verde, più “appetibile”, ed ha lasciato gli “ standard” lontano dai quartieri già abitati.
Il terreno a monte della tangenziale (uscita via Irno, facente parte del comparto AT R 8), era <indispensabile per il completamento del parco pubblico ex-d’Agostino>, come recita la prescrizione del PUC. Doveva contribuire alla realizzazione di un ampio “polmone di verde” a servizio dell’intera zona alta della città, integrato e collegato al “parco Pinocchio”. La variante in corso d’opera ha consentito ai costruttori di realizzare gli alloggi in questo spazio, lasciando per i servizi (“parco pubblico”?) l’area di Brignano alta, dedicata in origine alle nuove case.
Il suolo in località Picarielli (AT R 53, ex ERP 13), noto come Paradiso di Pastena , fu oggetto 13 anni fa di una vicenda giudiziaria, che vide coinvolti costruttori ed Amministratori locali. Era prevista la costruzione di 450 alloggi, la metà dei quali finanziati con fondi dell’ex art.18 dedicati ai dipendenti delle forze dell’ordine. Oggi nella stessa area si stanno realizzando 200 alloggi di edilizia privata. Anche in questo caso, una variante plano-volumetrica ha messo in discussione il nuovo assetto della viabilità principale (prevista dal PUC ), ed ha ridotto e modificato la conformazione del grande parco pubblico a tutela del fiume Rumaccio, che attraversa l’intero lotto.
Altra decisione “poco ragionevole” riguarda il permesso per la realizzazione in via Ugo Foscolo di un palazzone di 8 piani a filo strada, che non rispetta nemmeno le distanze minime dal nucleo storico di case basse alle sue spalle. La stesso terreno era destinato nel PUC 2006 a pubblico parcheggio. E’ stato nel 2013 trasformato in area edificabile!
Quali sono le motivazioni valide, dove è riscontrabile “l’interesse pubblico” in queste “operazioni urbanistiche”, che hanno consentito ai costruttori di realizzare case private al posto dei servizi e delle attrezzature utili all’intera cittadinanza?
Credo che sia doveroso conoscere nel dettaglio i “limiti” del Piano Urbanistico, se si vuole elaborare un progetto di revisione ed aggiornamento, che dia risposte alle esigenze ed ai bisogni reali della popolazione, e che possa mettere in campo azioni ed interventi atti a limitare il consumo del suolo e la “cementificazione” degli ultimi spazi liberi!