I medici dell’Unità Operativa Complessa di OncoEmatologia del Presidio Ospedaliero Tortora di Pagani, Centro di riferimento ad alta specialità, hanno incontrato i pazienti e familiari per rafforzare l’alleanza che è alla base dei successi terapeutici. L’Unità Operativa Complessa di OncoEmatologia del Presidio Ospedaliero “A. Tortora” di Pagani, è Centro di eccellenza e polo di attrazione per tutto il Meridione.
Sono tre malattie del sangue frequenti, oggi meglio conosciute. Vengono chiamate malattie mieloproliferative e condividono lo stesso meccanismo: un alterato funzionamento delle cellule staminali del midollo osseo che producono in maniera incontrollata un eccesso di globuli rossi, globuli bianchi, piastrine, in maniera singola o in associazione, con o senza incremento delle dimensioni della milza.
Mielofibrosi, policitemia vera e trombocitemia essenziale hanno ciascuna un’incidenza annua di 2,5 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Se in passato per queste malattie la prognosi era decisamente sfavorevole, negli ultimi anni l’innovazione terapeutica ha consentito di renderle sempre più malattie croniche.
E proprio Pagani è stata scelta per ospitare un nuovo appuntamento di “Insieme Verso Domani. Affrontiamo uniti le malattie mieloproliferative Philadelphia negative”, ciclo di incontri promossi da Novartis con il patrocinio di AIPAMM – Associazione Italiana Pazienti Malattie Mieloproliferative e del Gruppo AIL Pazienti MMP Ph.
«Questa iniziativa si inserisce nella tradizione del nostro Centro, da sempre molto attento alle esigenze specifiche dei pazienti con malattie ematologiche croniche come le mieloproliferative, per i quali promuoviamo programmi di integrazione ospedale-territorio e momenti di dialogo con i medici – afferma Catello Califano, Direttore FF di UOC di OncoEmatologia P.O. “A. Tortora” di Pagani – questi incontri ci danno la possibilità di affrontare insieme ai pazienti temi che possono sfuggire nella pratica clinica quotidiana: è importante che il paziente non si senta mai solo e che venga educato a gestire la propria condizione, nella prospettiva di una malattia che tende a cronicizzarsi e di una relazione con il medico destinata a durare per molti anni».
La storia naturale di mielofibrosi, policitemia vera e trombocitemia essenziale è cambiata radicalmente nel 2005, quando venne per la prima volta identificato un difetto genetico alla base del loro processo fisiopatologico, la mutazione JAK2, cui è seguita l’identificazione di altre mutazioni geniche. Questo ha consentito la messa a punto di farmaci a bersaglio mirato specifici per JAK1 e JAK2.
«La migliore conoscenza delle basi biologiche di queste tre malattie del sangue ha reso disponibili nuovi farmaci mirati dotati di un meccanismo d’azione specifico per le mutazioni genetiche alla base di queste patologie, quali JAK1 e JAK2 – sottolinea Califano – si tratta di piccole molecole della classe degli inibitori delle tirosin chinasi che colpiscono il cuore della patologia, la sua alterazione molecolare, riducendo gli effetti collaterali su bersagli non specifici e aumentando l’efficacia su quelli specifici, con un miglioramento della sopravvivenza per gran parte dei pazienti e della qualità di vita per tutti».
L’obiettivo di assicurare una buona qualità di vita è considerato fondamentale dal momento che i pazienti, per lo più in età avanzata, risentono pesantemente dell’impatto di queste patologie. Oggi, grazie ai farmaci innovativi, possono finalmente recuperare in gran parte le loro abitudini quotidiane.