Il Circolo Libertà e Giustizia Piana del Sele in collaborazione con il Presidio di Libera a Eboli “Aniello Giordano” e con il patrocinio morale del Comune di Eboli organizza a Eboli la presentazione del libro “Mafia caporale” scritto da Leonardo Palmisano ed edito da Fandango Libri.
L’appuntamento è per lunedì 3 settembre alle ore 18:30 presso la Sala San Lorenzo nel cuore del centro storico di Eboli.
“Il problema annoso del caporalato è di drammatica attualità. La legge approvata nel 2016 è rimasta in buona parte sulla carta, come testimoniano i morti di poche settimane fa. Vogliamo parlarne qui, nella Piana del Sele, con la testimonianza di persone che si sono impegnate in prima linea per combattere contro il caporalato” spiega la promotrice dell’iniziativa Maria Sofia Masillo, presidente di Libertà e Giustizia – Circolo Piana del Sele.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Eboli, Massimo Cariello; Maria Sofia Masillo, presidente di Libertà e Giustizia – Circolo Piana del Sele; Lucia Gallotta, referente del presidio di Libera a Eboli “Aniello Giordano”, oltre all’autore interverranno Anselmo Botte, sindacalista CGIL profondo conoscitore del tema del caporalato nella Piana del Sele; Annamaria Carloni, già deputato Pd e tra i proponenti della Legge sul caporalato; Antonio Manzo, direttore de La Città di Salerno, autore di diverse inchieste ed esperto del fenomeno nel contesto ebolitano.
Note dal libro “Mafia Caporale” edito da Fandango Libri:
Il Global Slavery Index 2016 – il rapporto annuale sulla schiavitù nel mondo – conta in 129.600 le persone ridotte in schiavitù in Italia, collocandoci al 49esimo posto nel ranking dei 167 Paesi presi in considerazione. In Europa unicamente la Polonia fa peggio.
Siamo il vertice europeo della sparizione dei minori non accompagnati (a un ritmo di 28 al giorno, secondo l’Oxfam) e dello sfruttamento delle prostitute provenienti dalla Nigeria e dai Paesi ex Socialisti, ma siamo soprattutto lo Stato dove caporalato e impresa tendono a fondersi con le più consolidate organizzazioni mafiose. Questo intreccio è Mafia Caporale. Il business di questa metamafia è l’illecito sfruttamento del lavoro. Dall’agricoltura ai servizi, fino alla piccola industria, il mercato del lavoro si riempie di lavoratori e di lavoratrici schiavizzati.
Mafia Caporale è oggi più forte del collocamento pubblico, e dà vita a una moltitudine di agenzie di somministrazione lavoro dentro le quali lava somme inimmaginabili di denaro sporco. Sarte, braccianti, camgirls, muratori, prostitute, blogger, coccobello!, lavavetri, parcheggiatori, vigilanti, camionisti, mendicanti e minori, sono solo alcuni dei volti della schiavitù di cui ci parla Leonardo Palmisano nel suo viaggio dal nord al sud di Italia dove ha incontrato personalmente ognuno di loro, e per ognuno ha raccolto una storia, un’immagine, un ritratto. Non si può rimanere indifferenti dopo la lettura di Mafia Caporale, ogni storia rimane impressa nella memoria. Questo accade ogni giorno in tutta Italia.
Leonardo Palmisano
Nato a Bari nel 1974, etnografo e scrittore, presiede la cooperativa Radici Future Produzioni ed è esperto di lavoro, migrazioni e criminalità organizzata. Autore di inchieste, saggi, sceneggiature e romanzi, è attualmente nelle librerie con il suo ultimo lavoro editoriale “Tutto torna” edito sempre con Fandango Libri. Ha scritto, tra gli altri, per Left, Il Manifesto, Liberazione, NarcoMafie, Lo Straniero. È stato tra i redattori del bolg “Sul romanzo”.
Leonardo Palmisano, scrittore e docente universitario, da anni combatte una dura battaglia per il rispetto dei diritti dei lavoratori nelle campagne. Tra le opere pubblicate per denunciare il fenomeno del caporalato si ricorda il libro-inchiesta scritto in collaborazione con il sindacalista Yvan Sagnet “Ghetto Italia” con cui ha vinto il Premio Rosario Livatino contro le mafie nel 2016. Nel testo i due autori approfondiscono il tema dello sfruttamento “legale” dei lavoratori denunciando ogni aspetto del caporalato, evidenziando, passo dopo passo, come enti locali, grandi aziende e multinazionali gestiscano un mercato che gira attorno allo sfruttamento e alla disperazione dei braccianti (italiani e stranieri) senza alternative se non la fame.