“E’ gravissimo quello che è avvenuto questa mattina, quando i giornalisti hanno avuto la sorpresa di trovare chiuso il portone di Palazzo di Città a Salerno, in occasione dell’insediamento della neo giunta comunale. Immediata la protesta da parte dei cronisti. La censura è un atto gravissimo. Uno stato democratico dovrebbe garantire la libera espressione”: lo denunciano in una nota congiunta i parlamentari Salernitani Angelo Tofalo, Nicola Provenza e Andrea Cioffi.
“Un tentativo insano di nascondere il cosiddetto “Sistema Salerno” emerso dopo due anni di indagini su appalti pubblici gestiti da alcune cooperative e che ha visto gli inquirenti eseguire dieci misure cautelari. Ogni giorno emergono nuovi elementi che lasciano senza parole: affidamenti diretti ed appalti sarebbero stati dei veri e propri ‘bancomat elettorali’, tanto che, nell’ordinanza, la gip Gerardina Romaniello ha definito il rapporto tra la parte politica rappresentata dall’ ex assessore Savastano e il presidente di fatto di molte cooperative sociali “un consolidato accordo corruttivo” nel quale sono coinvolti anche alcuni dirigenti”.
“L’impressione è quella di trovarsi di fronte all’ennesimo tentativo di mettere il bavaglio alla libera stampa. È un atto gravissimo. Il giornalismo di inchiesta è un patrimonio per tutti i cittadini, il lavoro dei cronisti deve essere protetto e rispettato. Solo in una dittatura si limita il diritto di parola”. Dai parlamentari salernitani pentastellati arriva anche l’invito alla chiarezza su quanto accaduto nei seggi elettorali a Salerno, durante lo scrutinio per le elezioni comunali. “Il quotidiano del Sud – affermano – riferisce che il seggio centrale per la verifica dei voti ha certificato che in molte sezioni risultano più voti attribuiti degli stessi votanti. È doveroso che il Ministero dell’Interno faccia piena luce, considerando anche le pesanti ombre giudiziarie che gravano sul voto nella città di Salerno. In un clima di totale assenza di trasparenza, tra tante ombre e dubbi, come può una giunta pretendere di amministrare una città? A chi immagina di chiudere le porte alla stampa, ricordiamo che una porta chiusa non frena le idee nè la verità. Noi saremo presidio di libertà”.