da Massimo La Rocca riceviamo e pubblichiamo
La Penisola artificiale dell’odierna Piazza Cavour (ossia la Piazza dinnanzi a Palazzo Sant’Agostino) – Penisola che è visibile in uno scatto del 1939 circa(pic1 fonteEbay) e che rappresentò (quando tra 1935 e 1943 Salerno era amministrata dal Sindaco Manlio Serio) l’inizio dei lavori di Ampliamento a mare(Riempimento) di tutto il Lungomare Trieste dalla Spiaggia di Santa Teresa fino al Pennello del futuro Porto Masuccio Salernitano – nel momento dello storico Sbarco di Salerno del 1943 verrà sfruttata dai militari britannici per scendere dalle loro navi, come testimonia una foto del 10 settembre di tale anno(pic2 fonteIwm); una curiosità di questa foto è che sullo sfondo a sinistra, l’imponente TORRE del Palazzo Littorio(attuale Palazzo della Prefettura) appariva all’epoca interamente rivestita con un disegno chiaramente naturalistico, fatto di alberi a grandezza naturale, che sembrerebbero Pini Marittimi.
Ma – tenendo presente la Piazzola costruenda del Lungomare Trieste, che compare in uno scatto (precedente lo Sbarco) del 1940-43 del fotografo Luigi Gallotta(pic3 fonteLeggermentefuorifuoco) e al centro della quale qualche anno dopo verrà eretto il Monumento a Errico De Marinis – il disegno sulla Torre si ammira meglio nella ripresa(pic4 fonteUgoVolpe), sempre del 1943, dove compare in primo piano una postazione contraerea britannica, che doveva difendere la città dalla Luftwaffe tedesca e che fu sistemata proprio sulla Piazzola costruenda.
Alla ricerca delle ragioni di questo monumentale disegno, possiamo ipotizzare (ringrazio l’amico Giuseppe Nappo per il suggerimento) che esse siano da rintracciare nell’osteggiata distruzione di una porzione della storica Villa Comunale, per far posto al Palazzo della Prefettura(iniziato nel 1938), quindi il disegno andrebbe valutato come un risarcimento artistico alla città per la vegetazione eliminata, e il risultato di questa scelta fu una Torre che doveva apparire come una porzione pietrificata(o una versione pietrificata) della Villa Comunale.
Della Torre del Palazzo della Prefettura, oggi simpaticamente potremmo anche dire che era un Bosco Verticale, prendendo a prestito l’espressione appunto di Bosco Verticale usata per la nuova Torre milanese(pic5 fonteUrbanfile) vincitrice l’anno scorso(2014) del premio di grattacielo più bello del mondo; se lo scomparso disegno sulla Torre salernitana fu un gesto artistico, come lo scomparso disegno sul Palazzo delle Barche(o della Sita)(pic6 fonteEttoreVitiello)(pic7 fonteSoloPerChiAmaSalerno) pure questo facente parte della Palazzata del Lungomare Trieste a Salerno, e non fu invece una mimetizzazione legata alla Guerra, allora bisognerebbe pensare seriamente a ripristinarlo, stesso dicasi per il disegno sul Palazzo delle Barche, in quanto potenziali attrattori turistici; in particolare sulla facciata verso il mare del Palazzo delle Barche, era presente un mosaico raffigurante una scena marina con grandi navi antiche, forse galeoni, a vele spiegate, mosaico eseguito su prospetti dell’architetto fiorentino Paolo Emilio André, genero, collaboratore e successore del più famoso arch.Gino Coppedè, fiorentino anch’egli e ideatore di uno stile artistico eclettico ed esoterico denominato Stile Coppedè.
Del Bosco Verticale salernitano ho rintracciato altre 2 riprese: una da ovest, del 1943, col fotografo posizionato su uno dei Palazzi di Via Andrea Sabatini(pic8 fonteU.Volpe); un’altra da est, del luglio del 1944, col fotografo militare Robert Spring(del 59th Evacuation Hospital statunitense, di stanza a Battipaglia dal 16 al 27 luglio dello stesso anno, prima dell’imbarco per il sud della Francia) posizionato sulla Penisola di Piazza Cavour(pic9 fonteJoanneMcLaughlin).
Straordinaria risulta una foto scattata dalla Scuola Barra nel 1948 circa(pic10 fonteEbay), non solo perchè ci fa vedere l’evoluzione dei lavori di Ampliamento a mare del Lungomare Trieste, lavori che a causa della Guerra avevano subìto una battuta d’arresto, ma anche perchè ci mostra lo stato di fatto delle facciate della Torre della Prefettura, che, ritinteggiate al termine della Guerra per nascondere l’ardito disegno naturalistico, furono evidentemente ritinteggiate in modo sommario, considerando che si percepiscono ancora i profili di chiome e tronchi del Bosco Verticale!!
Se nel corso dei decenni fino ai nostri giorni si è proceduto a ritinteggiare gli esterni della Torre con successive sovrapposizioni, senza andare quindi a scorticare l’originario rivestimento, dobbiamo supporre che il Bosco Verticale sia ancora presente, anche se nascosto. Viste le condizioni non proprio ottimali in cui si ritrovano oggi gli esterni della Torre(pic11 fonteJack56), per cui occorrerebbe comunque un intervento di restauro, a questo punto spetta alle Soprintendenze salernitane(a quella per i Beni Architettonici e Paesaggistici e a quella per i Beni Storici e Artistici) accertare la presenza del vecchio decoro della Torre, predisporne la tutela, ed eventualmente avviarne il ripristino riportandolo alla luce nella sua interezza.
Più difficilmente invece, riguardo ai Giardini del Lungomare Trieste, qualcuno metterà mano a un ripristino della PIAZZOLA sopra citata, che si iniziò a costruire tra 1940 e 1943, fu sistemata a Giardino nel 1950 circa, fu interessata dall’inaugurazione del Monumento a De Marinis il 15 aprile 1951(anche se la Statua risale addirittura al 1927 ed è opera di Gaetano Chiaromonte scultore salernitano di fama internazionale) e vide il completamento nel 1954 del Jolly Hotel che andò a delimitarla a ovest, sicchè uno scatto del 1954-55(pic12 fonteEbay) ci consente finalmente di ammirare la Piazzola stessa nel suo assetto definitivo; entro il 1963 fu completata Piazza della Concordia(immortalata proprio in tale anno in 2 interessanti foto)(pic13 fonteCerino)(pic14 fonteDiscepolox), che, con la sua forma arrotondata e con al centro il Monumento alla Madonna e a San Matteo(progettato dall’importante artista scultore fiorentino Antonio Berti e inaugurato il 27 febbraio del 1963), chiudeva il Lungomare Trieste ad oriente facendo da pendant alla Piazzola citata, che, con la sua forma arrotondata e con al centro il Monumento a Errico De Marinis, lo chiudeva invece ad occidente.
Purtroppo, per la realizzazione del cosiddetto Raccordo tra Lungomare Trieste e futura Piazza della Libertà (Raccordo inaugurato nel 2014), è stato demolito il Jolly Hotel nel 2011, dopodichè nel 2012 non solo è stato smontato il Monumento a De Marinis, ma è stata distrutta per intero la storica Piazzola(che dei Giardini del Lungomare Trieste risultava per giunta la parte più suggestiva), andando così a minare la logica che era alla base del disegno di tutto il Lungomare stesso; e ciò in barba ai Vincoli di Tutela esistenti sul Lungomare in questione, che avrebbero dovuto preservarlo, e dovrebbero preservarlo, da invadenti ristrutturazioni; e non si comprende perchè la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno, così inflessibile nei confronti del Comune per il recente progetto di parcheggi interrati a Piazza Cavour, non abbia fatto valere, anche e a maggior ragione per la Piazzola, legittime ragioni di tutela.
E’ da notare inoltre che nel nuovo Plastico di Piazza della Libertà, presentato nel 2014, il Monumento a De Marinis non compare, per cui viene il sospetto che non si intendeva più ricostruirlo, ma il dato di fatto è che, a 3 anni di distanza dallo smontaggio, non è stato ancora rimesso al suo posto, quindi ad oggi l’unica certezza è che non si sa con certezza se, dove e quando verrà ricostruito, e c’è il rischio che la vicenda cada nel dimenticatoio; molte volte infatti l’Amministrazione Comunale di Salerno nel corso del ‘900 ha smontato pregevoli Monumenti e Statue, e molte volte questi non sono stati più rimontati, finendo forse col perdersi nelle innumerevoli cataste impolverate dei suppongo ciclopici e labirintici Depositi comunali, si pensi ad esempio alla Colonna dorica rostrata e alla Fontana circolare collocate fino al 1939 circa nell’odierna Piazza Cavour, e che rendevano questa Piazza la più bella della città; la Storia salernitana ci suggerisce quindi che oggi e per il futuro le Soprintendenze farebbero bene di regola a porre il veto a tutte le proposte di smontaggio, come quella riguardante il gioiellino di Fontana circolare che si trova a Piazza Alario, proposta assolutamente da contrastare!
Molti si saranno domandati chi era Errico De Marinis(pic15 fonteEbay), e non trovando in sè stessi nessuna risposta, saranno giunti alla conclusione semplicistica che non sarà stato un personaggio così importante da essere ricordato con un Monumento … addirittura sul Lungomare! Nato nel 1863 in terra metelliana, De Marinis nel 1895 venne eletto deputato nel collegio di Salerno-Cava dei Tirreni con 1250 voti, risultando nella Storia il primo deputato socialista salernitano e uno dei primi parlamentari socialisti del Sud Italia; rieletto ad ogni nuova consultazione elettorale, rimarrà in Parlamento per ben 24 anni, fino alla morte sopraggiunta improvvisamente nel 1919 all’età di 56 anni. Attaccato duramente dal proprio partito politico per aver partecipato al funerale del re d’Italia Umberto I, ucciso a Monza nel 1900, e per aver presenziato in Parlamento al giuramento del nuovo re Vittorio Emanuele III, uscì dalla compagine socialista per approdare al partito radicale. Per brevissimo tempo, tra il 1905 e il 1906, assunse anche la carica di Ministro della Pubblica Istruzione. Ma a Salerno De Marinis veniva ricordato con gratitudine(e lo sarà per diversi decenni dopo la sua morte, oggi forse un pò meno!) per uno dei suoi maggiori successi di rappresentante locale al Parlamento nazionale: dopo le vane promesse del suo predecessore, agli inizi del ‘900 il deputato De Marinis riuscì ad ottenere dal Governo il cospicuo finanziamento per la realizzazione dei lavori di Difesa e Sistemazione del Litorale cittadino, da decenni soggetto all’azione distruttiva delle forti mareggiate.
Come è possibile infatti vedere in immagini antiche, quando il mare mosso si infrageva violentemente contro il terrapieno che sosteneva l’attuale Via Roma, si sollevavano alte lingue d’acqua che allagavano la strada e bagnavano perfino il fronte dei piani inferiori dei Palazzi che vi affacciavano, ed è facile immaginare che si producevano pure dei tremolii ai Palazzi, a scapito della loro staticità, un pò come accadeva fino a pochissimi anni fa, sempre a Salerno, ai Palazzi di Via Leucosia. Quando la notizia della vittoriosa missione a Roma di De Marinis giunse in città, la soddisfazione fu tale da far radunare una grande folla alla Stazione ferroviaria per offrire un’accoglienza calorosa al deputato reduce dalla trasferta romana, ma fu anche tale da indurre le donne del popolare Rione Fornelle, le cosiddette Furnellesse, a sollevarlo su una sedia e a condurlo in un tour trionfale per le vie di Salerno a guisa del patrono San Matteo in processione. Come abbiano potuto figure femminili, seppur donnone, girare per la città sorreggendo un omone con le sole proprie forze, è un enigma che quasi attribuisce al fatto storico contorni da leggenda! I lavori di Difesa e Sistemazione del Litorale di Salerno, eseguiti dall’Impresa Cammilli di Firenze, avviati nel 1904 e conclusi nel 1912, porteranno tra l’altro, attraverso un Ampliamento a mare(Riempimento), sia alla costruzione della nuova strada poi denominata Lungomare Trieste, sia a ricavare una fascia di terra su cui verrà elevata la Palazzata compresa tra la stessa Lungomare Trieste e Via Roma. Dopo questo breve excursus su De Marinis, oggi migrante che rischia di diventare ospite permanente dei Depositi comunali, risulta chiaro il perchè di un Monumento a lui dedicato e della scelta del luogo in cui sorgeva.
E se con la Piazzola è accaduto quanto raccontato, c’è da temere, a guardare i pubblicizzati progetti di ristrutturazione, che in futuro una sorte analoga possa toccare a Piazza della Concordia e al suo Monumento. Di tutto il Fronte di Mare della città di Salerno, dalla Spiaggia della Baia a occidente fino alla Foce del Picentino a oriente, il tratto compreso tra la nostra Piazzola e Piazza della Concordia(se si eccettua quell’elemento urbanisticamente disordinato che è il Porto Masuccio Salernitano) era l’unico tratto praticamente ineccepibile, in quanto perfezionato con piccoli e continui miglioramenti succedutisi nel corso di molti decenni, mentre il tratto oggettivamente peggiore dal punto di vista estetico è quello di Pastena. Rimane quindi il rammarico che oggi a Salerno si impegnano tempo e denaro per stravolgere cose ereditate dal passato che sono in sostanza già perfette(quindi storicizzate e belle), invece di rivolgere l’attenzione in modo esclusivo e prioritario verso quegli aspetti urbanistici che palesemente non vanno.
Massimo La Rocca
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