da Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale “Salerno di Tutti”, riceviamo e pubblichiamo
Partono le “LUCI D’ARTISTA”!
E’ indubbio che l’evento ormai noto a tutti come “LUCI D’ARTISTA” ha dato impulso al turismo ed ha consentito la nascita di altre piccole e medie attività imprenditoriali.
In una città del Sud, nella quale la disoccupazione cresce inesorabilmente e l’area industriale si è svuotata, l’iniziativa natalizia è diventata fattore prioritario (forse l’unico) a sostegno dello sviluppo locale. Perciò, guai a chi parla male della grande idea, partorita 10 anni fa, di montare le “LUCI D’ARTISTA” a Natale!
Altra cosa è criticarle (e tutti hanno diritto ad esprimersi) per lo scarso “contenuto culturale”, per i disagi provocati ai residenti, per l’inquinamento atmosferico causato dalla congestione del traffico.
A parte i giudizi nel merito dell’evento, tanti cittadini si chiedono perché in questi giorni un semplice ricorso al TAR, avverso l’esito del bando di gara per l’allestimento delle “LUCI”, ha messo in “stato di agitazione” l’intero “apparato comunale”?
A mio parere, i motivi sono due.
Il primo motivo: l’Amministrazione comunale si è accorta troppo tardi che non è possibile impegnarela IREN di Torino per il “montaggio” delle “LUCI”, dal 2006 ad oggi, senza uno straccio di gara. E’ stato sempre dato incarico “diretto” alla ditta piemontese, la quale ha incassato oltre 25 milioni di euro in 10 anni.
Nel 2017, finalmente il Comune bandisce una pubblica gara d’appalto (allestimento delle “LUCI” per tre anni ad un costo di 6,9 milioni di euro + IVA).
Il secondo motivo: riguarda la “incompatibilità” della stessa IREN a partecipare alla gara.
La IREN è una società quotata in Borsa, molto attiva nei settori del gas e dell’energia elettrica.
A fine 2016 si “fonde” con Salerno Energia Vendite, società partecipata dal Comune di Salerno. Questa operazione finanziaria ha consentito alla IREN di acquisire la maggioranza delle azioni societarie, senza sborsare un euro.
Una delle motivazioni del ricorso della seconda ditta, che ha partecipato alla gara d’appalto, è proprio il “conflitto d’interesse”, che sembra evidente, trala IREN ed il Comune.
Può partecipare il “socio” del Comune ad una gara d’appalto bandita dallo stesso Comune?
Evidenziai la questione in Consiglio, prima dell’espletamento della gara, attraverso una interrogazione scritta.
Le risposte ricevute dall’Amministrazione Comunale, a mio parere, furono insoddisfacenti.
Infatti non solo il vecchio sistema normativo in materia di appalti pubblici ed il Nuovo Codice dei Contratti sembrano chiari sull’argomento, ma lo è anche una “giurisprudenza” consolidata.
In tali circostanze, l’atteggiamento dell’Amministrazione avrebbe dovuto essere altro:
<laddove sussistano situazioni di “contrasto” anche solo potenziale, ai fini della configurabilità di un conflitto d’interesse, non occorre sindacare se in concreto potrebbe aver luogo la violazione dei principi d’imparzialità e buon andamento, è sufficiente la sussistenza di un ragionevole dubbio che ciò possa avvenire, in quanto ciò è già di per se stesso idoneo a ledere il principio che vuole l’immagine della Pubblica Amministrazione al di sopra di ogni sospetto>!