La bella notizia di questa settimana arriva dalla regione Toscana. La giunta regionale ha approvato la proposta di regolamento per l’utilizzazione dei terreni che risultano “abbandonati” oppure “incolti”, e contribuire alla valorizzazione del patrimonio agricolo-forestale, di proprietà pubblica e privata, favorendo l’accesso all’utilizzo soprattutto dei giovani agricoltori.
E’ la prima volta che in Italia viene sperimentata la cosidetta “banca della terra”.
Istituita con una legge regionale, tende a mettere a disposizione i terreni a chi vuole dedicarsi all’agricoltura ma non ha disponibilità di terra da coltivare. Saranno utilizzati terreni sia di proprietà pubblica che privata e verranno messi a disposizione di imprenditori agricoli attraverso il sistema dell’ affitto o della concessione.
Le richieste di assegnazione dovranno essere inoltrate, accompagnate da un piano di sviluppo, all’Ente Terre di Toscana, saranno preferiti i progetti dei soggetti minori di quarant’anni anni che già sono imprenditori agricoli professionali o coltivatori diretti. Ai proprietari dei fondi agricoli messi a disposizione spetterà un canone, che sarà determinato o dall’Ente Terre di Toscana oppure semplicemente attraverso un accordo fra le parti.
L’attuazione della proposta di legge può rappresentare un incentivo importante per invogliare giovani e meno giovani a scegliere di stabilirsi in campagna, o far si che quelli che già risiedono nelle arre agricole possano realizzare una integrazione al proprio reddito. Non irrilevante è anche l’aspetto che concerne la salvaguardia delle biodiversità e la tutela del paesaggio, nonché la possibilità della manutenzione e presidio del territorio.
Le prime stime sui terreni abbandonati parlano di oltre 300 mila ettari nella sola regione Toscana. Tutti gli interessati potranno consultare un apposito portale gestito dall’ARTEA (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura). La lodevole iniziativa, se ben attuata, può rappresentare una positiva novità per la sopravvivenza delle comunità delle aree interne. Evitare lo spopolamento delle aree agricole servirà certamente ad evitare i continui dissesti idrogeologici determinati dalla mancanza di manutenzione. Gli agricoltori sono la prima sentinella del territorio.
SORDELLO DA GOITO