a cura di Alfonso Angrisani esperto in relazioni sindacali
In Italia il numero dei lavoratori che opta per lo smart working è in aumento, e vale per diversi settori produttivi, non rimane solo un ambito ristretto per alcuni istituti bancari e per alcune multinazionali, specialmente in questi ultimi anni c’è stato un incremento.
Per smart working o lavoro agile si intende una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato” stabilita mediante accordo tra le parti, caratterizzata dall’utilizzo di strumenti tecnologici, eseguite all’esterno dell’azienda.
Le prestazioni lavorative possono essere svolte direttamente dalla propria abitazione con l’ausilio di mezzi informatici.
Oltre ad abbattere di gestione di trasporto si garantisce al lavoratore un ambiente sereno, con meno stress e maggiore propensione al risultato
Ai lavoratori agili viene garantita la parità di trattamento – economico e normativo – rispetto ai loro colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie
Come normativa di riferimento si ricorda la Legge 22 Maggio 2017 n°81 e la Circolare Inail 2 Novembre 2017 n° 48.
La presente modalità lavorativa può rappresentare un valido sostegno per donne, lavoratori prossimi all’età pensionabile e per lavoratori disabili, e pure per i lavoratori autonomi, liberi professionisti e tutti coloro che esercitano un lavoro da ufficio e che hanno una difficoltà con gli spostamenti.
Portando questo discorso nel contesto Coronavirus, in queste ore abbiamo visto che molte aziende della Lombardia e del Veneto invitano i loro dipendenti a rimanere a casa, al fine si svolgere le proprie prestazioni lavorative all’interno delle mura domestiche, questa modalità ha permesso alle tante aziende del nord a non fermarsi ed andare avanti.
In questi giorni di incertezza, di confusione e di spavento , una chiusura immediata di piccole e medie imprese potevano causare una serie di danni , in termini di P.I.L e non solo.
Alle tante piccole e medie, ai tanti lavoratori, autonomi e professionisti delle zone colpite dal Coronavirus, rivolgiamo il nostro affetto.