di Gerardo Sano
I disastri del maltempo in Campania degli ultimi giorni hanno ancora una volta evidenziato l’incapacità e l’inerzia di governi nazionali e locali nell’affrontare il dissesto idrogeologico del nostro paese.
Giusto un anno fa di fronte all’ennesimo sconquasso causato dal maltempo il Ministro dell’Ambiente Galletti denunciò le inadempienze del passato promettendo il pronto utilizzo di risorse mai spese per la protezione del nostro territorio dalle intemperanza del clima.
Fu istituita una task force a Palazzo Chigi e nominati due coordinatori del progetto ItaliaSicura che assicurarono gli italiani che in brevissimo tempo avrebbero messo in cantiere i lavori per la messa in sicurezza del Paese.
Queste furono le roboanti dichiarazioni del prof. Erasmo D’Angelis coordinatore #italiasicura: “Finalmente voltiamo pagina e lo dobbiamo innanzitutto alle oltre 4.000 vittime di frane e alluvioni negli ultimi 50 anni. Stiamo mettendo fine a ritardi imbarazzanti ed abbiamo recuperato e stiamo riprogrammando la spesa di circa 4 miliardi, 2.3 contro dissesto e 1.6 per disinquinare fiumi e mare, grazie al decreto Sblocca Italia. Entro la fine del 2014 apriranno altri 650 cantieri per opere di sicurezza per 800 milioni di euro. Sono soldi che, insieme al Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, al capo della Protezione Civile Franco Gabrielli e ai Presidenti delle Regioni, stiamo finalmente trasformando in interventi in tutta Italia.”.
Queste le roboanti parole pronunciate poco più di un anno fa. Saremmo curiosi di conoscere quanti di quei 650 cantieri hanno visto l’avvio dei lavori entro il 2014 e quanti cantieri sono stati attivati nel 2015. A noi risulta che a tutt’oggi, nonostante la semplificazione sbandierata con l’approvazione del decreto SbloccaItalia, non sono tanti i cantieri effettivamente attivati e le risorse disponibili non superano di molto i due miliardi altro che i quattro sbandierati.
E’ mentre l’Italia affonda nel fango, il Ministro Galletti ripete parole pronunciate ad ogni calamità: “L’Italia è a rischio perchè, per decenni, abbiamo trascurato il territorio e non abbiamo fatto interventi di prevenzione. Il risultato è un Paese che ha ricevuto poca manutenzione».