di Gerardo Sano
La classe politica e parlamentare italiana sta offrendo, se mai ve ne fosse stato bisogno, in queste ore l’ennesimo spettacolo vergognoso ed indecente. In un periodo nel quale non vi è statistica o classifica internazionale che confermano la decadenza economica, culturale e sociale dell’ Italia, il nostro parlamento è impegnato nella pantomina della fiducia ad un governo, quello Letta, nato alcuni mesi fra gli squilli di tromba dei due maggiori partiti, PD e Pdl , e che oggi è alle prese con i le convulsioni dei due azionisti di riferimento , alle prese con guerre fra bande, e problemi privati e personali che nulla hanno a che vedere con la grave crisi che attraversa la nazione.
La pantomina delle dimissioni dei parlamentari annunciate e poi ritirate, dei ministri, i quali si mettono d’accordo per farsele respingere, di capipartito che nel giro di poche ore passano da una sfiducia totale a metterci la faccia per riconfermare stoma ed il sostegno al governo è il sintomo che questa pseudo classe dirigente è arrivata al capolinea. Non si tratta più di essere tifosi dell’uno o dell’altro schieramento, si tratta di prendere atto che dei veri e reali problemi che affliggono i cittadini italiani agli attuali governanti non importa assolutamente niente. Un esecutivo che ha finto di litigare, per poi riappacificarsi dopo pochi giorni, ha scientemente messo in atto l’ aumento dell’Iva, avversato da tutti, associazioni categoriali e sindacati.
Ai comuni mortali viene da domandarsi, cosa è cambiato oggi rispetto ai giorni scorsi, quando l’esecutivo Letta veniva definito il dagli esponenti di primo piano del Pdl, con in testa Berlusconi, come il governo che tassava gli italiani, o come mai per gli esponenti Pd ora si possono di nuovo accettare i voti di Berlusconi, dopo che in tutti i modi si è tentato di scaricarlo. Mentre loro si esercitavano in duetti e dibattiti che non hanno alcuna valenza o utilità per la società italiana, i contribuenti italiani si sorbivano l’aumento dei prodotti di prima necessità dovuto all’aumento dell’Iva. E fosse solo questo, gli ultimi dati Istat sulla disoccupazione giovanile, disegnano un paese dove quasi la metà delle persone dai diciotto ai ventinove anni è senza lavoro. Un dato che è il peggiore del dopoguerra.
Stiamo parlando di un paese che nel giorno in cui Berlusconi con un’ennesima capovolta dovuta forse a qualche spiraglio aperto da Letta ai suoi problemi personali, rivota la fiducia al governo, le classifiche internazionali disegnano una nazione dove i servizi fondamentali sono allo sfascio. L’ultima è quella del Global Age Watch Index che ha realizzata un indagine sulla qualità della vita degli anziani in 91 nazioni per conto del Help Age Internationa e dell’Onu, nella quale l’ Italia si piazza solo al 27° posto, dietro nazioni quali la Slovenia, il Cile, l’Argentina. Ma lo scenario più grave che in settori chiave quali l’istruzione e l’ambiente siamo agli ultimi posti, rispettivamente al 62° ed al 65°.
Con insufficienze e carenza di tal tipo non sono ammissibili giravolte e sceneggiate come quelle alle quali stiamo assistendo in queste ore. L’immobilismo e i continui rinvii sulle riforme essenziali per far ripartire la nazione non sono più accettabili.