Linea d’Ombra chiude con una proposta di legge regionale sul cinema. Basta sovvenzioni a pioggia, servono investimenti ragionati sulla filiera.

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FotoLDO_IncontroLeggeCinemaFestival Culture Giovani l’appello alle istituzioni regionali per la creazione di un quadro normativo unitario che possa regolamentare lo sviluppo dell’arte cinematografica in Campania in tutto il suo complesso, dalla produzione di film ambientati o girati sul territorio al ruolo di Festival e rassegne – ma anche dell’esercizio, oggi penalizzato nei centri cittadini. Il presupposto, ribadito da tutti gli intervenuti, è il riconoscimento del cinema come volano culturale e sociale e la costruzione di un pubblico consapevole.

È quanto emerso questa mattina, al Cinema Teatro Augusteo, nell’incontro “Una Legge per il Cinema” , promosso dal CFCC – Coordinamento Festival Cinematografici della Campania – e organizzato in collaborazione con la XIX edizione di Linea d’Ombra.

“L’obiettivo – ha spiegato nell’introdurre i lavori Peppe D’Antonio, presidente di SalernoInFestival, anima promotrice di Linea d’Ombra – è che, in vista delle elezioni di aprile, ci sia nell’agenda dei competitor elettorali e poi di chi guiderà la prossima giunta regionale un disegno programmatico per la cultura in Campania e in particolare per il cinema. È necessario, tuttavia, superare il modello assistenziale e porsi nell’ottica di investimenti ragionati e regolamentati di progetti capaci di sviluppare il settore nel nostro territorio”.

A rimarcarne la necessità, alla luce della valenza economica del settore, il presidente del CFCC Giuseppe Colella che ha snocciolato alcuni dati: “Da gennaio ad ottobre sono state 6 milioni le presenze al cinema, con un calo del 5% rispetto al 2013. Abbiamo registrato 1.000 imprese legate al comparto tecnico e produttivo, mentre sono 300 quelle invece censite dal MiBACT. Numeri in cui non sono compresi quanti lavorano nei 100 festival presenti in regione. Forse, prima ancora della legge, occorre pensare ad un vero censimento che tenga conto di tutte le realtà della filiera per tracciare il quadro, programmatico e/o legislativo, più idoneo a sostegno dell’intero settore. Proprio in quest’ottica, chiameremo tutti gli attori del settore a contribuire alla definizione di una proposta per il cinema e la cultura in Campania”.

Riflessioni condivise da Angelo Curti, Presidente Teatri Uniti: “Non si può pensare di salvare il cinema solo con sovvenzionamenti a singoli film, ma occorre sostenere l’intero sistema con regole chiare. Se si guarda la lista dei film finanziati dalla Film Commission Regione Campania fino al 2010, alcuni dei quali mai realizzati, si scopre che si tratta di progetti che si reggevano solo sul nome di un attore o di un regista. Oggi però il problema si è risolto tagliando le risorse all’Ente. La chiave invece deve essere non il finanziamento dei soggetti ma dei progetti, specie quelli che puntino alla formazione del pubblico”.

Emblematico l’esempio della Regione Puglia che, seppur non provvista di una legge ad hoc per il cinema, ha dotato l’Apulia Film Commission di tutti gli strumenti, normativi ed economici, per lo sviluppo del settore.

“L’intelligenza politica – ha spiegato Luigi De Luca, vice presidente dell’Apulia Film Commission – è stata quella di immaginarla come istituzione trasversale, una Fondazione di Partecipazione, cui partecipano 26 Enti, tra Comuni, Provincie con una quota di maggioranza della Regione. La Fondazione lavora a stretto contatto con diversi assessorati, dal turismo al lavoro. Si è creata, insomma, un’alleanza istituzionale rispetto al valore dell’investimento in cultura e nel cinema, partendo dalla consapevolezza del valore sociale oltre che culturale che ha questo investimento. Attraverso quattro fondi di finanziamento, supportiamo e coordiniamo l’intera filiera cinematografica e audiovisiva, guardando non solo alla ricaduta turistica ma anche a quella strettamente produttiva. Il film di Daniele Ciprì “È stato il figlio”, ad esempio, girato a Brindisi ma ambientato a Palermo, è stato finanziato perché ha dato lavoro a diverse maestranze del nostro territorio e creato economia per alberghi ed esercizi”.

Ma sia Luigi De Luca che Giacomo Durzi dell’Associazione 100Autori, intervenuto subito dopo, hanno sostenuto che la differenza non la fanno solo i fondi a disposizione. “Il problema è con quale finalità la legge si pone di fronte al settore – ha evidenziato Durzi – che non dovrà essere una gabbia troppo stretta e dunque inefficace a cogliere i cambiamenti rapidi del settore”.

Eppure in Campania la capacità d’intervento della Film Commission è stata svuotata proprio dall’assenza dei fondi, come ha ricordato il suo Presidente, Valerio Caprara: “Rendere una Film Commission competitiva significa promuovere autori, produttori, esercenti, ma per farlo occorre che sia dotata di fondi consistenti e sicuri, quanto meno perché possa aprire ogni mattina la porta dei propri uffici e pagare gli impiegati”. Sul dilemma aperto tra fare “assistenza” con le sovvenzioni o favorire “lo sviluppo nel cinema”, Caprara ritiene necessario che le istituzioni si facciano carico di entrambi gli aspetti. “Credo e temo che affermare la necessità di una legge o di un modello come quello della Puglia o dello sviluppo libero del mercato, sovvenzionando alcuni organismi, sarà motivo di scontro politico e che la voce del Coordinamento dei Festival possa essere facilmente strumentalizzata. Il vero problema è affermare la necessità di una competenza da parte di chi deve rendere operative le scelte, troppo spesso paralizzate dai burocrati nei palazzi. Si pensi – ha concluso il Presidente della Film Commission Regione Campania – che da oltre un anno è bloccato il nuovo bando che dovrebbe mettere a disposizione 4 + 2 milioni di euro di fondi europei: il testo e la griglia di selezione dei progetti è stata pronta, ma non abbiamo l’ok dagli uffici competenti per procedere”.