“La Turchia è una” nuova porta” sul Mediterraneo che si apre verso una nuova realtà. Possiamo costruire un ponte di conoscenza con questo Paese: attraverso il commercio, la cultura, intesa come tecnologia, arte, musica, teatro, letteratura. Dobbiamo viaggiare fisicamente, andando in questi paesi e far viaggiare l’idea della tolleranza come elemento fondamentale tra le nostre culture diverse. Lo storico deve interpretare il mondo alla luce dei propri valori: metaforicamente se noi da Napoli andiamo ad Ankara e pretendiamo di mangiare la pizza, commettiamo un errore gravissimo. Se vogliamo aprirci alla conoscenza dobbiamo andare ad Ankara perché vogliamo mangiare il cous cous e tanti altri piatti tradizionali”. A parlare della Turchia e dell’Impero Ottomano “Sublime Porta”, è stato il professor Giuseppe Foscari, professore di Storia presso il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell’Università degli Studi di Salerno nella sua lectio magistralis sull’Impero Ottomano ,tenutasi durante il terzo appuntamento degli” Incontri di Cultura” de” La Congrega Letteraria”, la rassegna culturale ideata e organizzata, presso lo storico e suggestivo oratorio dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS. Rosario di Vietri Sul Mare, dai direttori artistici: il professor Antonio Gazia e Alfonso Mauro, con la collaborazione del segretario organizzativo, Francesco Citarella, e il sostegno dell’Amministrazione Comunale, in particolare dell’Assessore alla Cultura, Giovanni De Simone.
Il professor Foscari, che ha origini veneziane, dopo aver spiegato quelli che erano i caratteri originari dell’Impero Ottomano :” E’ stato costituito nel XIII secolo dal sovrano Osman , un turco convertito all’islam”, si è soffermato ad analizzare la crisi dello stesso “ iniziata alla fine del ‘’700 “ e esibito un documento del 1795 relativo a un magistrato del commercio veneziano, Ferigo Foscari , che in quel tempo si trovava a Costantinopoli :” Da questo documento si evincono i tratti caratteristici di un Impero che oramai si stava un po’ sfaldando . Tratti che nel tempo sono rimasti abbastanza integri e che costituiscono una sorta di DNA della struttura culturale e politica anche dell’odierna Turchia: la cultura religiosa islamica nell’ Impero Ottomano non è stata così invasiva perché sia i turchi che i mongoli non sono stati conquistati dall’islam, ma è successo esattamente il contrario”. Foscari ha anche parlato della tradizione laica, della multietnicità e della multireligiosità dell’Impero Ottomano:” Allora come oggi, benché i tempi siano cambiati, in Turchia l’islam è più una forma di identità culturale, un forte elemento costitutivo della storia del Paese: l’identità della Turchia non si riconosce soltanto nell’elemento religioso, ma anche nell’origine etnica, nella lingua, nella coesione territoriale”. Il professor Foscari, all’Università di Salerno, insegna a molti studenti di Ankara e Istanbul:” Hanno un’apertura mentale notevolissima, anche le ragazze . Non hanno assolutamente a che fare con l’islam fondamentalista: il loro è un islam molto moderato. Guardano all’Occidente come punto di riferimento”. Foscari ha anche raccontato che il sovrano Osman pur essendo un combattente riusciva a mantenere forti legami di amicizia con i notabili di qualsiasi fede: “ Anche cristiani. Questo carattere originale non si è andato smarrendo nella storia dell’Impero Ottomano e della Turchia”. Il professor Foscari ha ricordato che i beni e le persone presenti sull’Impero Ottomano appartenevano al Sultano che governava: ” Tuttavia il Sultano che aveva dei contatti internazionali come quello importante con Venezia, cercava sempre di far prevalere gli interessi pubblici, quelli dell’Impero, e non quelli personali”. Il professo Foscari ha sottolineato l’importanza di non utilizzare categorie occidentali per interpretare la storia dell’Impero Ottomano:” Forse non sono sempre categorie corrette perché le interpretiamo all’occidentale e misuriamo l’Impero Ottomano alla luce dei nostri valori. Dobbiamo cercare di entrare maggiormente nelle loro categorie concettuali per comprendere questi mondi”. Foscari ha ricordato il suo intervento in Inghilterra nel convegno “Europe and the East: Self and Other in the History of the European Idea”, tenutosi a Norwich, nel giugno del 2017:”Lì ho presentato la mia relazione sui rapporti tra Venezia e l’Impero Ottomano” e del tuttora negato sterminio degli armeni. La serata, moderata in modo brillante dal Direttore Artistico, Alfonso Vincenzo Mauro, ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico che ha ascoltato con interesse la relazione del professor Foscari e animato il dibattito seguente. Il professor Foscari ha apprezzato l’omaggio in ceramica realizzato dall’architetto – ceramista Daniela Scalese che gli è stato consegnato dallo stesso Alfonso Mauro e dalla professoressa Nunzia Maisto. (FOTO DI EDOARDO COLACE)
Aniello Palumbo