Life is Strange Double Exposure, la recensione

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(Adnkronos) – In Life is Strange: Double Exposure, ritroviamo Max Caulfield, la protagonista della serie, che cerca di costruirsi una vita nuova dopo la drammatica scelta fatta ad Arcadia Bay. Sono passati alcuni anni, Max è maturata, lavora come insegnante, e ha imparato a vivere senza i suoi poteri. Tuttavia, il suo equilibrio si spezza con la misteriosa morte della sua migliore amica. Anche se la polizia archivia il caso come suicidio, Max non si accontenta e decide di investigare per conto proprio, risvegliando il suo spirito investigativo e le sue straordinarie abilità. La novità in questo capitolo è la scoperta di un’ulteriore dimensione dei suoi poteri: Max può viaggiare tra due mondi paralleli, un’espansione dei suoi talenti che aggiunge complessità alla storia e intensifica il legame con le dinamiche di scelta e destino che contraddistinguono la serie. Il gioco mantiene le meccaniche tipiche del franchise: esplorazione degli ambienti, interazione con oggetti e persone, e decisioni che influenzano l’evolversi della trama. Sebbene non ci siano innovazioni significative nella giocabilità, la formula funziona e permette di concentrarsi su ciò che rende unica questa serie: l’intreccio narrativo e le scelte morali. In questo caso, il gioco si apre con una tensione crescente, che nei primi due episodi si costruisce con cura, regalando cliffhanger accattivanti e scene che mantengono alto il coinvolgimento del giocatore. La narrazione tiene il pubblico sulle spine, portando lentamente la trama verso un nodo centrale che promette rivelazioni e una risoluzione emozionante. Tuttavia, questa costruzione attenta e ben calibrata subisce un brusco rallentamento dopo il secondo capitolo, quando il ritmo accelera in modo imprevisto, compromettendo il pathos narrativo. Dove i primi due capitoli richiedono ore per essere completati, i successivi vengono risolti troppo rapidamente, lasciando poco spazio per approfondire i nuovi sviluppi. Ciò che danneggia maggiormente la trama sono alcuni episodi poco logici che emergono nella seconda metà del gioco. In una scena, ad esempio, Max tenta di nascondere una fotografia compromettente. La foto è in bella vista, e la persona che non dovrebbe vederla si volta diverse volte, offrendo a Max l’opportunità perfetta per nasconderla. Ma l’interazione per nascondere la foto non viene resa disponibile al giocatore, portando al prevedibile colpo di scena in cui la persona scopre l’immagine. Questa scelta limita l’interattività e fa perdere il senso di immedesimazione con il personaggio, un aspetto essenziale per un gioco basato sulle scelte. Nella seconda metà, i comportamenti dei personaggi diventano imprevedibili e spesso incoerenti. Alcuni cambiano improvvisamente opinione o atteggiamento senza motivo apparente, confondendo il giocatore e generando un senso di disconnessione emotiva rispetto alla trama. In particolare, un personaggio sembra recitare in modo esagerato, con gesti e dialoghi che appaiono innaturali e quasi caricaturali, interrompendo il tono drammatico. Fortunatamente, gli altri membri del cast offrono interpretazioni più solide, aiutando a mantenere in parte la qualità della narrazione. Da un punto di vista tecnico, Double Exposure si presenta con una grafica stilizzata e ben realizzata, che pur non essendo fotorealistica, si avvicina a un livello di dettaglio visivo che soddisfa le aspettative dei fan. Le animazioni facciali sono espressive, permettendo di percepire le emozioni dei personaggi in modo chiaro. Solo l’animazione di camminata di Max risulta un po’ rigida e poco naturale, con movimenti delle braccia eccessivamente meccanici rispetto alla fluidità del resto del gioco. Un piccolo difetto che non compromette l’esperienza complessiva, ma è notabile. Il gioco offre due modalità grafiche: la modalità Fredeltà, con risoluzione 4K e 30 fps, e la modalità Performance, che sacrifica la risoluzione (probabilmente intorno a 1440p) per una fluidità maggiore a 60 fps. Essendo un titolo dal ritmo narrativo lento, entrambe le modalità si rivelano adeguate, offrendo una scelta che dipende principalmente dalle preferenze del giocatore. La colonna sonora, sebbene ben integrata nell’atmosfera del gioco, non emerge come un elemento distintivo. Nonostante non disturbi l’esperienza, la musica non contribuisce in modo significativo all’intensità emotiva delle scene. Purtroppo, è presente anche un bug audio che interrompe il dialogo parlato in alcune sezioni del gioco, richiedendo di cambiare ambiente per ricaricare la traccia audio. Questo inconveniente compromette temporaneamente l’immersione, ma si spera che possa essere risolto con un aggiornamento futuro. Life is Strange: Double Exposure inizia con una promessa affascinante, attirando i fan con una storia che tocca corde emotive e offre nuovi sviluppi nei poteri di Max. La narrazione dei primi capitoli è coinvolgente, supportata da una tensione crescente e da una grafica curata. Tuttavia, la progressiva accelerazione della trama e le incoerenze nei comportamenti dei personaggi rendono la seconda parte del gioco meno soddisfacente. Il ritmo e la tensione della storia vengono sacrificati per una conclusione affrettata, lasciando l’impressione che alcune sottotrame e personaggi potessero essere sviluppati con maggiore profondità. Sebbene il comparto grafico e le animazioni facciali siano notevoli, alcune scelte narrative e piccoli difetti tecnici impediscono al gioco di raggiungere il livello dei capitoli precedenti. Nonostante ciò, Double Exposure rimane un’esperienza emotiva che gli appassionati della serie possono comunque apprezzare, pur con qualche riserva. 
Formato: PS5 (versione testata), Switch, Xbox Series, PC Editore: Square Enix Sviluppatore: Deck Nine Games Voto: 6/10 —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)