da Lucio Tescione riceviamo e pubblichiamo
Le ragioni del non consenso alle idee, che nonostante tutto continuo a sviluppare, possono ricondursi all’individualismo ormai diffuso dalla cultura di questi ultimi decenni che evidenzia, valorizza apertamente la ricerca dell’interesse particolare innanzitutto, o alla moltiplicazione del proprio perduto egoismo, alla pigrizia o la tendenza a chiamarsi fuori dall’apatia, alla tentazione dell’indifferenza e della rassegnazione*, al torpore, alla irresolutezza d’animo o solo ed anche alla complessità delle stesse idee, innovative nel panorama della cura degli interessi collettivi, tali da presentarsi con un’apparente scarsa praticabilità , direi, politica, cioè un’ipotesi non realistica, un utopia.
In realtà, ho fatto già notare l’apporto storico, prezioso del dare risposte ai bisogni, in particolare, dei deboli rappresentato dalla collaborazione del 3° settore nel campo dell’assistenza socio sanitaria (originariamente chiamata beneficienza pubblica), il riconoscimento del loro ruolo nei piani degli ex ministri della sanità Bindi e Sacconi e nelle forme possibili ed attualmente fortemente auspicabili di autorganizzazione della comunità.
La veloce e intensa trasformazione della società di questi decenni, la crisi dell’attuale modello socio politico e del principio della rappresentanza, favorite dal precipitarsi della situazione economica, ha aperto un ampio, ed anche difficile dibattito sull’opportunità/necessità anche del ridisegno dei modelli sociali, di ridefinizione del nostro sociale.
Però di è detto: : la vita è veloce e la democrazia è lenta*.
Nello specifico, frequenti ormai sono le notizie che chi è interessato all’argomento può facilmente intercettare sui giornali riguardo ai convegni e giornate di studio, anche all’estero, che vedono le associazioni del 3° settore impegnate con le istituzioni a trovare nuove forme di collaborazione e/o di sussidiarietà nel campo suddetto per superare il grave impasse attuale.
Per esse, per sopperire alla carenza dei fondi pubblici, si parla anche dell’opportunità delle micro donazioni diffuse, che gli americani hanno chiamato “crowd funding”, e di cui si servirono, per esempio,anni fa per alzare con una nuova base di cemento la Statua della Libertà, il brand di New York!, in assenza di un finanziamento pubblico.
Mi sembra di aver descritto sufficientemente i vantaggi , in termini di risposte dirette ma anche di coesione e integrazione sociale, che deriverebbero alla comunità se fosse essa stessa in grado di partecipare al dibattito e alla gestione delle risposte ai propri bisogni ( in questo caso a quelli delle proprie fasce della popolazione più deboli fasce), attraverso una onlus che si prefigga:
in primis l’obiettivo dell’aiutare il permanere dell’attuale sistema in crisi di sfaldamento a causa del taglio ai fondi alla spesa sociale,
poi in prospettiva, gradualmente ,in ragione dell’ammontare totale delle micro donazioni che la stessa cittadinanza, sensibilizzata, è in grado di offrire, .applicando, principi di merito ed efficienza e conoscenze specialistiche e professionali( come ad esempio fa la riconosciuta associazione di Telethon ad esempio, nel finanziare solo seri studi di ricerca), partecipare al miglioramento, in termini di funzionalità, equità ed efficienza dell’assistenza rispetto alle possibili risposte che esse sono in grado di dare ai bisogni della comunità.
Altresì ampio è il confronto che si svolge sulla crisi del sistema politico e sulla sfiducia nella rappresentanza, come ormai si è sviluppata. Ad esempio anche la città di Salerno, a quanto mi risulta, è interessata al dibattito sulla riqualificazione del patrimonio pubblico urbano, anche attraverso la collaborazione del privato e le forme del “social house”, per venire incontro alle esigenze abitative delle giovani coppie, studenti, anziani e tutti quei soggetti che per condizioni di vulnerabilità e fragilità,anche non di mera natura economica, non riescono ad accedere ad una offerta abitativa adeguata alle condizioni di mercato.
Cari amici questo è il momento per chi ha a cuore il bene comune* e vuole dare un significato più forte alla propria condizione di cittadini, di sperimentare pratiche più incisive di autogoverno…, di politica veloce e di prossimità,…. di riempire il vuoto della rappresentanza istituzionale con forme di democrazia diretta, …..con una partecipazione intermedia e più sviluppata*
La via dell’inferno è lastricata di occasioni perdute*
Se come si è detto,da adulti l’idea di confidare nel futuro vacilla e dunque siamo meno propensi a cogliere le occasioni del cambiamento, questi giovani, cresciuti in un mondo così diverso dal nostro, consolidato e noto, hanno almeno loro la forza di volontà sostenuta dalla speranza per non rifuggire anch essi da qualsiasi progetto di miglioramento di vita ?
Cioè, nello specifico, confrontarsi con la necessità di ripensare i modelli e le forme della politica e dell’organizzazione sociale più aderenti ai nuovi bisogni della comunità* e compatibili finanziariamente con la crisi perdurante.
Abbiamo di fronte la possibilità di pensare ad un nuovo modo di interpretare la cittadinanza, in termini di riappropriazione della sovranità popolare, attraverso l’esercizio di una rigenerata rappresentanza, corroborata da forme di democrazia diretta, di autorganizzazione sociale..: esercizio ravvicinato di sovranità*, intesa nel senso migliore di determinazione e cura dei propri interessi vitali.
Che cosa è questo se non la cura esclusiva del bene comune, cioè l’espressione più alta della carità, come ha recentemente ammonito Papa Francesco 1°, che continua a farci sognare una Chiesa dei poveri , cioè con attenzione agli ultimi. !
E’ necessario per ciò il presupposto della conoscenza , la miglior rappresentazione e analisi dei propri bisogni e nella era attuale delle comunicazioni e della tecnologia. Il Web, i giornali on line sono potenti strumenti di dialogo, d’interazione, di formazione sociale delle idee e delle opinioni, di aiuto alla conoscenza più diffusa e approfondita ai fini delle decisioni democratiche: “la pratica della cittadinanza “ e della democrazia che non possiamo più permetterci di escludere dalle istituzioni della politica*
Lucio.
N. B. –
1) In corsivo* sono riportati frasi e concetti tratti dal libro, appena uscito “ NON TI DELEGO” di Aldo Schiavone, noto salernitano di nascita e formazione.
2) Nell’invasione e alluvione delle notizie con cui attualmente il mondo del Web ci assalta e sommerge a volte in modo fastidioso, mi sembra giusto rispettare la riservatezza di coloro che pur non essendo stati mai interpellati ricevono tali continue email.
Esse cesseranno per coloro che non abbiano manifestato esplicito interesse . Grazie.
Serpeggiano nell’aria,
speranze di possibilità.
Riprendi, ragazzo,
a suonare la tua armonica
la pietra ti sorride stasera…